The Leftover of the Day – Trippe e code

In by Simone

Necessario strumento di autosupporto per digerire i fraintendimenti e le inquietudini quotidiane. Quando ogni sforzo di dialogo interculturale cede davanti alla bieca logica capo-dipendente.
2 settembre 2010, 13:42
Trippe e code

Rientro dalle vacanze e il pessimismo è già alle stelle al primo giorno.
Mi congratulo con me stessa, però, per essere riuscita a bloccare sul nascere qualunque suo eventuale desiderio di impicciarsi dei fatti miei. Non sapeva dove ero andata e gliel’ha detto la mia amica-collega. A Cuba. Lui quasi si vergogna di saperlo. Quando gli dico che sono ancora sotto effetto del jet lag, mi dice: “Ah, ho saputo che ti trovavi nella parte occidentale del mondo”.
Pretty vague, isn’t it? Specialmente per un giapponese…

Le prime fondamentali notizie su cui mi tocca lavorare: un pezzo sulla cucina romana e uno sulle Ferrari richiamate dopo una serie di incidenti. Nel primo caso, si tratta di un articolo su, così dice lui, “qualcosa di tradizionale ma ancora sconosciuto ai giapponesi”, e dunque gli propongo di scrivere della trippa alla romana o della coda alla vaccinara. Questo cadere nella grossolanità verbale del cibo popolare mi dà una certa soddisfazione, mi pare adeguato al mio stato d’animo qui dentro. Mi sento anch’io un po’ ‘na coda alla vaccinara, ormai.
Poi sulla Ferrari ci passa 4 ore, io non so come faccia a metterci così tanto per una notizia piuttosto breve e poco elaborata, però certo che se uno si mette a studiare come mai il collante che tiene assemblati passaruote e paratia anticalore si fonde… è ovvio che non se ne esce vivi.

*Lavoro per un giornale giapponese, ma in Italia. Non parlo giapponese, ma passo le giornate a discutere con un giapponese: il mio capo. Ne ho cambiati diversi, eppure molte questioni sono rimaste le stesse. Ce n’è una, poi, a cui proprio non so dar risposta: che ci faccio qui? (senza scomodare Chatwin per carità)