L’indagine di ITJP mostra infatti come molte pratiche (dalle sparizioni alla tortura) condotte contro i combattenti LTTE e la popolazione civile Tamil negli anni immediatamente dopo la fine della guerra restano tutt’oggi di comune utilizzo. I dettagli arrivano dalle dichiarazioni di 123 Tamil (109 uomini e 14 donne, la maggior parte di età compresa tra 20 e 39 anni), arrestati tra il 2015 e il 2022 e detenuti dalle forze di sicurezza dello Sri Lanka, alcuni anche più volte.
Tamil “Ceylon” e “Up Country Tamil”, il lato B della colonizzazione britannica
Ci sono due famiglie tamil nello Sri Lanka che compongono la seconda comunità più popolosa del Paese – oltre 3 milioni – e che da sempre è considerata – seppur […]
La risoluzione sullo Sri Lanka altera le fragili dinamiche dell’Indo-Pacifico
La risoluzione, fortemente voluta dal Regno Unito, è stata votata dai 47 paesi dell’UNHRC: 22 a favore, 11 contro e 14 astenuti. La sorpresa arriva leggendo la lista dei paesi che si sono astenuti dal voto in cui troviamo l’Indonesia, il Giappone, il Nepal e l’India. Tutti amici storici e vicini dello Sri Lanka, da cui ci si sarebbe aspettati una posizione un po’ più netta.
Quali prospettive per lo Sri Lanka dopo le elezioni?
In un paese ancora sotto choc e la cui resilienza e anima pacifica è stata messa duramente alla prova, Gotabaya Rajapaksa, secondo i suoi sostenitori, rappresenta l’uomo forte, colui che ha sconfitto i terroristi, colui sotto il cui controllo gli attentati non avrebbero avuto luogo