Sulla sponda del fiume Quan: una cooperativa agricola biologica nella contea di Pi

In by Simone

Una cooperativa di sette famiglie nel villaggio di Anlong, contea di Pi, fornisce attualmente cibo per circa centoventi famiglie a Chengdu. La cooperativa è stata fondata nel 2005 come parte di un progetto pilota iniziato da CURA (Associazione per i fiumi della città di Chengdu) col fine di diminuire l’inquinamento dei villaggi lungo il lato superiore dei fiumi di Chengdu. Sebbene l’obiettivo iniziale di CURA si concentrasse sull’ambiente naturale, il progetto ha preso vita di per sé come parte del movimento “Nuova ricostruzione rurale” – un movimento sociale basato su organizzazioni non governative con il supporto dello stato, come risposta alla dissoluzione delle comunità rurali cinesi a partire dagli anni novanta. CURA è una organizzazione non governativa venuta fuori nel 2003 dal decennale progetto dell’amministrazione governativa di Chengdu per pulire i fiumi della città. Tian Jun, figura chiave nel progetto del governo, in coppia con Ai Nanshan, professore di scienze ambientali presso l’Università del Sichuan, si è messo al lavoro per cercare di capire perché i fiumi restavano inquinati anche dopo che la città aveva raggiunto le misure standard per il rinnovo delle attrezzature per i liquami e dell’amministrazione degli scarti industriali. I due hanno poi reclutato dozzine di studenti volontari per investigare sulle restanti cause di inquinamento, accertando che il 60% sono collegate ai villaggi a monte, le cui sostanze contaminanti sono prodotti agro-chimici.   

Sebbene la Cina avesse una volta uno dei sistemi di agricoltura biologica intensiva più sofisticati al mondo, diversi decenni di modernizzazione agricola sulla base di una gestione familiare su piccola scala hanno portato al più vasto uso di fertilizzanti inorganici per ettaro al mondo, con un rendimento che diminuisce anno per anno. [1]

Al di là  dell’inquinamento dell’acqua e del suolo e del fatto che i contadini cinesi siano sempre più dipendenti dal mercato per i mezzi derivanti dal petrolio, il numero delle segnalazioni di persone avvelenate da prodotti agro-chimici ha raggiunto quota 100.000 nel 1993, per non parlare degli effetti indiretti di tali prodotti sulla salute dei consumatori. [2]

Al fine di contrastare queste tendenze insostenibili, il governo cinese ha fondato nel 1994 l’OFDC, centro per lo sviluppo del cibo biologico. Sfortunatamente, è estremamente difficile per la maggior parte dei contadini cinesi su piccola scala ottenere un certificato OFDC e il mercato per un prodotto così costoso è abbastanza limitato. Così come in molti altri paesi, alcuni agricoltori cinesi stanno cominciando ad eludere il mercato dei prodotti biologici certificati e stabilire un rapporto diretto di fiducia e aiuto reciproco con i consumatori urbani. La cooperativa Anlong si inquadra in questo tipo di esperimento. 

Nel 2005, la CURA ha contattato i leader del villaggio di Anlong, che hanno contribuito ad organizzare un incontro con le famiglie interessate al progetto. Inizialmente si sono iscritte venti famiglie e poiché la loro produzione agricola era fondamentalmente per il solo uso familiare (i loro introiti monetari venivano in gran parte dal lavoro dei migranti e dagli affari – come nella maggior parte dei villaggi cinesi) all’inizio CURA non si è concentrata sul problema di mettere sul mercato i loro prodotti come biologici. Al contrario, CURA ha soprattutto dato suggerimenti e organizzato incontri sulle tecniche per un’agricoltura biologica e il trattamento dei rifiuti della casa; inoltre, con i fondi del governo e di fondazioni private, CURA ha aiutato a pagare l’attrezzatura necessaria, come stufe a metano e per la pulizia di concimi speciali. 

Poco dopo l’iscrizione al progetto nel 2005, le venti famiglie si sono dichiarate “Cooperativa agricola naturale della sponda del fiume Quan”, dal nome del piccolo villaggio di Anlong, dove le famiglie risiedono. Secondo il membro della cooperativa Gao Yicheng, il termine “cooperativa” originariamente indica il comune ideale di occuparsi di prodotti biologici e di ripristino ambientale, condividendo abilità ed esperienze nel progetto. Ironicamente, hanno smesso di usare questo termine dopo che le famiglie hanno allargato la loro cooperativa al mercato e alla distribuzione dei loro prodotti – fondamentalmente per evitare la scocciatura di doversi registrare al governo come impresa cooperativa. Poiché il gruppo non si è accordato su un nome per il loro rapporto di produzione, noi continueremo a chiamarla “cooperativa”, per pura comodità. I membri della CURA hanno proposto di chiamarla “CSA” (agricoltura a supporto comunitario), un termine usato in America settentrionale per i rapporti diretti (solitamente per prodotti biologici) tra contadini e consumatori, ma secondo i Gao (la famiglia più attiva nella cooperativa e mia principale fonte di informazione) questo termine è paternalistico, come se fossero i consumatori delle città a supportare i contadini e non viceversa. Al contrario, i Gao preferisco parlare di “reciproco aiuto tra città e campagna” (chengxiang huzhu). Tuttavia quando si arriva a parlare della loro attività in tono formale, dicono semplicemente “consegna di verdura salutare”. 

Da notare l’assenza della parola “biologico” – questo è in parte a causa del fatto che non hanno il certificato OFDC. Alcuni anni fa hanno cercato di ottenerlo, ma ora i Gao non sono interessati ad entrare nel mercato dei prodotti biologici certificati – non solo perché la pratica è costosa e seccante, ma anche perché stanno cercando di creare una diretta e poliedrica relazione di aiuto reciproco con un gruppo di famiglie urbane che Gao Yicheng considera contrario alla logica avvilente ed uni-dimensionale del mercato. Ad esempio, egli afferma che la decisione comune di fissare un prezzo uguale per tutte le verdure, senza guardare al tipo, stagione o luogo di raccolta (in città o all’uscita del villaggio), è stata fatta in parte come esperimento pensando al di là delle relazioni produttive ed egli ha preferito fare a meno della componente monetaria laddove non fondamentalmente necessaria nel contesto economico odierno.[3] (Difatti il prezzo – correntemente di quattro yuan2 per jin3 – è sufficiente ai contadini per espandere gradualmente le loro attività anno per anno senza dover prendere dei soldi in prestito – leggermente meglio di quanto non facciano con l’agricoltura convenzionale, considerando che diversi giovani adulti sacrificano il loro lavoro in città per tornare nel villaggio e aiutare con il progetto). I contadini stanno anche cercando di migliorare il rapporto con i consumatori ospitandoli come visitatori (con o senza retribuzione, a seconda delle situazioni), insegnando loro come coltivare la terra e organizzando periodiche attività, aperte a tutti, all’interno delle proprie case. Per concludere, CURA li aiuta curando un blog e un saltuario bollettino d’informazione, Green Life (lvse shenghuo), che pubblica resoconti di queste attività e altre informazioni collegate al progetto e alla vita nel villaggio.

Questi sforzi consapevoli, attraverso cooperazione volontaria e su piccola scala tra famiglie contadine in collaborazione con quelle urbane, di ripristino ambientale, opposizione agli effetti negativi del mercato e ricostruzione delle relazioni tra città e campagna, sono marchi del movimento “Nuova ricostruzione rurale” (xin xiangcun jianshe yundong, da ora in poi “NRR”). Tale movimento è emerso nel 2002 attraverso la convergenza di diverse dozzine di accademici di sinistra e attivisti comuni in tutta la Cina, la cui sede è ora il centro per la ricostruzione rurale “Liang Shuming” 4di Pechino. Il nome è preso da un movimento populista per lo sviluppo delle campagne degli anni venti e trenta, ma essi in generale mirano a forgiare un nuovo percorso per la Cina rurale, basato su esperimenti come quelli delle cooperative sociali, disegnati selettivamente sull’esperienza di altri paesi come l’India.[4] Negli anni, numerosi progetti come la cooperativa Anlong sono stati formati sotto l’influenza diretta e indiretta del NRR, attraverso la circolazione di risposte creative alla dissoluzione delle comunità rurali. Sebbene CURA inizialmente avesse pensato al progetto Anlong come un semplice mezzo per abbassare il livello di inquinamento, ora sia i membri di CURA come Xia Lu che i contadini come i Gao hanno imparato dagli esperimenti fatti altrove dal NRR e hanno potuto persino vedere i loro progetti come parte di un più vasto movimento.  

Dall’altro lato – come molti altri progetti inizialmente affiliati al NRR – il progetto Anlong non è basato su nessun tipo di piano tecnico e prende forma solo sulle condizioni locali e sulle sue peculiarità. Ad esempio, i Gao sono praticanti buddisti e questo significa che loro devono fare dei voti per purificare le loro vite, così quando CURA propose loro il progetto, l’idea ha avuto un risvolto anche nelle loro credenze e le loro credenze sono servite per rimodellare il progetto. Il rapporto di cooperazione con i consumatori è stato in parte stabilito attraverso la comunità buddista di Chengdu ed ha visto il ristorante vegetariano “Loto sull’acqua”, vicino al Tempio Wenshu, come principale punto di scambio bisettimanale, ospitando anche una relativa biblioteca “green life”. Il buddismo è inoltre servito come mezzo per aiutare la cooperativa a guadagnarsi il supporto di organizzazioni non governative con sede a Taiwan e Hong Kong (la più importante delle quali è la Partnership for Community Development, la principale propagatrice di esperimenti di reti di cibo alternativo in Cina). Questo aspetto religioso ha però creato qualche tensione con i membri non buddisti della cooperativa, facendo decrescere il numero delle famiglie a tre durante il primo anno di sperimentazione. Sebbene diverse famiglie abbiano poi ripreso parte attiva nel progetto, i Gao – che possiedono e guidano i camion delle consegne – non hanno intenzione di trasportare prodotti di carne biologica sui loro camion; a questo punto è difficile dire se la cooperativa sia formata da sette o otto famiglie. Tuttavia le altre sei famiglie non buddiste hanno intenzione di cooperare con i Gao e gli altri buddisti che supportano il progetto attraverso un impegno comune nel migliorare le condizioni ambientali e rimodellare il rapporto città – campagna.

Alcuni persino si vedono come parte di un movimento nazionale che contiene al suo interno orientamenti diversi e contrastanti, ma che condivide obiettivi comuni di ricostruzione delle comunità rurali, sempre più a rischio estinzione sotto l’assalto violento e implacabile dello “sviluppo”.

Per maggiori informazioni a proposito di CURA e del progetto Anlong vedere (in inglese):
Christina Larson, “To Save Rivers, Help Farmers,” Christian Science Monitor, April 30, 2008.
Andrea Hsu, “Working the Land the Natural Way,” NPR Blog, April 19, 2008,

http://www.npr.org/blogs/chengdu/2008/04/last_week_melissa_block_and.html. 

Il sito e il blog di CURA (entrambi in cinese):

http://www.rivers.org.cn/

http://blog.sina.com.cn/cura2008

* [Traduzione di un articolo precedente a quello pubblicato sulla rivista Chengdoo Citylife n. 28 (Novembre 2009)]

Matthew A. Hale è candidato per un dottorato in antropologia presso l’Università di Washington. Al momento sta portando avanti una ricerca sul movimento di “Nuova ricostruzione rurale” e la contestazione di “sviluppo” nelle zone rurali delle province di Sichuan e Guizhou. Il suo indirizzo e-mail è matthew.a.hale@gmail.com.

Note:

1. Richard Sanders, “Organic Farming China: Do Property Rights Matter?” Journal of Contemporary China vol. 15, no. 46 (2006), p. 116.

2. Richard Smith, “Creative Destruction: Capitalist Development and China’s Environment,” New Left Review no. 222 (1997), p. 20.

3. Interview with Gao Yicheng, November 4, 2009.

4. Alexander Day, “The End of the Peasant? New Rural Reconstruction in China,” boundary 2, vol. 35, no. 2 (2008), pp. 49-73; Alexander Day and Matthew A. Hale, eds., Chinese Sociology and Anthropology, vol. 39, no. 4 (2007) issue on New Rural Reconstruction.