Sulla prostituzione in Cina

In by Simone

Intervista a Huang Yingying, studiosa di Sex Studies e docente al dipartimento di Studi Sociali e Demografici dell’Università del Popolo, Pechino.
 
Qual è il profilo degli uomini che vanno a prostitute in Cina?

Per rispondere a questa domanda bisogna fare delle distinzioni a livello di classe sociale, ma generalmente nella Cina contemporanea le prostitute sono più “escort” che meri oggetti sessuali. Diciamo che è più un costume sociale, soprattutto tra gli uomini di affari. Al termine di lunghe trattative commerciali si va insieme a rilassarsi in karaoke in compagnia di belle donne. Lo si fa soprattutto “per la faccia”, evitarlo spesso equivale a “non essere un uomo” o “avere un moglie potente e severa”. Le ragazze non danno solo un servizio sessuale, ma tengono compagnia ai clienti, ascoltandoli, mangiando, bevendo e ballando con loro. Spendono diverse ore e anche giornate con loro insomma. Questo lo ritroviamo nella tradizione orientale, se pensiamo ad esempio al ruolo della “san pei” cinese o della “geisha” giapponese.

Tra gli strati più bassi della popolazione maschile, operai e lavoratori migranti ad esempio, sono soprattutto i più giovani e non sposati. È  questo il caso di puro consumo sessuale. 

La prostituzione è socialmente accettata in Cina?

No. La prostituzione appartiene “al vecchio mondo, alla vecchia società”. Oggi è reputato altamente immorale e sbagliato vendere il proprio corpo. Tuttavia c’è un certo grado di comprensione e tolleranza nei confronti delle ragazze che, per motivi di estrema povertà, sono costrette a dare il proprio corpo per soldi. Comprare il corpo altrui è ugualmente ritenuto immorale, ma anche qui ci sono dei margini di tolleranza, per esempio nel caso di uomini che per ragioni di lavoro passano lunghi periodi dell’anno lontani da casa.

C’è una sorta di doppia morale nei riguardi della prostituzione?

Dipende da soprattutto da un punto di vista generazionale e dal background storico e sociale che la Cina aveva e continua ad avere. Ad esempio, le persone meno giovani sono cresciute con una certa “educazione sessuale” estremamente rigida, ma indagini sociali hanno rivelato aspetti molto interessanti e contrastanti, soprattutto riguardo alla concezione del proprio corpo e del piacere. I giovani nati negli anni ottanta e novanta invece hanno una sorta di doppia morale al contrario: si mostrano più tolleranti ed aperti in tema di sessualità, ma all’atto pratico ci tengono a mantenere quello che per loro è il retaggio di una sobrietà e rettitudine morale.

La prostituzione sarà legalizzata?

Nel breve termine sicuramente no. Ma non è un problema tanto morale, quanto più politico. Come detto sopra, la prostituzione è legata alla vecchia società, a quella feudale e pre socialista. Una legalizzazione della prostituzione non sarebbe mai accettta dalla società civile e il governo è ben cosciente di questo. Dall’altra parte un controllo diretto sulla prostituzione da parte dello Stato risolverebbe molti problemi legati alla trasmissione di malattie sessuali e creerebbe notevoli introiti. “Ma personalmente non credo che la legalizzazione sia una soluzione. Se pensiamo al caso di Amsterdam, alla fine c’è sempre un business e uno sfruttamento illegale e mascherato dietro, in termini di chi affitta gli edifici o arruola le ragazze”. In alcuni paesi del nord Europa la prostituzione è illegale perché equivale allo sfruttamento della donna e molte organizzazioni cinesi pensano la stessa cosa.

Se lo Stato scopre giri di prostituzione, colpisce solo le ragazze o anche i loro clienti?

La legge punisce entrambi, ma quello che succede è che solitamente le prostitute non hanno i soldi per pagare le multe o corrompere la polizia, per questo finiscono in carcere. Cosa che non accade con il cliente, che per non perdere la faccia e rovinarsi la reputazione paga in fretta e scappa via, senza finire sui giornali.

Ci sono casi di clienti stranieri e del cosiddetto “turismo sessuale”?

Sì, sono molti gli stranieri che cercano prostitute in Cina. Ci sono anche cinesi che illegalmente e per professione collegano gli uomini stranieri al giro di prostitute locali. E ci sono anche casi di vero e proprio “turismo sessuale”, per una facilità pratica e un notevole risparmio economico rispetto al loro paese di provenienza. Ma non conosco casi di sesso con bambini, come accade in altri paesi del sud est Asiatico: le prostitute di solito in Cina sono tutti maggiorenni, o di età poco inferiore ai 18 anni. 

Ci sono prostitute straniere in Cina?

Sì, specialmente nelle zone di confine. Al sud ci sono prostitute dal Laos e Birmania, nel sud est dal Vietnam, nel nord est dalla Russia. “Lo fanno per una convenienza economica, per guadagnare di più di quanto non facciano nel loro paese”. Vengono per canali ben organizzati, hanno contatti e gente che lavora nel traffico di prostitute. Inoltre ci sono molte donne straniere che nelle grandi città si prostituiscono non tanto per soldi quanto per favori personali o per ottenere un lavoro: ma qui si parla di prostituzione di alta classe, con ricchi uomini d’affari.

Da stranieri in Cina una cosa che ci chiede spesso è: perché se la prostituzione è illegale e severamente proibita, ad ogni angolo della strada ci sono sale da karaoke o centri di massaggio dove è palese che si pratichi sesso a pagamento e ad ogni ora della giornata? Non è assurdo questo? Non sembra una grande contraddizione?

Bisogna innanzitutto tenere presente che la prostituzione è un enorme business e nella Cina contemporanea dove arricchirsi sembra alla portata di tutti, molti si mettono in questo tipo di business. Che non coinvolge solo le prostitute e i loro protettori ma anche costruttori edili, ditte di pulizia, industria dell’abbigliamento, della cosmetica e così via. “Quando c’erano le danwei (unità di lavoro, n.d.t.) la vita privata delle persone non esisteva, tutti erano controllati e tutti sapevano tutto degli altri. Oggi non è più così, per lo Stato e per la gente comune è sempre più difficile controllare gli altri, specie nelle grandi città. Ciò fa sì che la gente si sente più libera di agire e di muoversi. Nessuno sa cosa faccia il suo vicino”. La prostituzione è un business anche per la polizia, che da un parte prende mazzette per chiudere un occhio, dall’altra prende soldi quando arresta qualcuno.

Bisogna inoltre tener presente che “dagli anni ottanta in Cina si è assistito ad una rivoluzione sessuale”. Rivoluzione che comprende diversi aspetti sociali e ideologici, e di cui la prostituzione è una parte importante. 

Qual è il legame tra funzionari e prostituzione? C’entra la corruzione e se sì, quanto?

Non so esattamente quanto siano legati i funzionari, la corruzione e le prostitute. Di sicuro, ad un livello locale è più difficile il controllo del Partito (sia da un punto di vista morale che legale) sulle attività di funzionari. Come detto prima la prostituzione è un enorme business, business che comprende anche e soprattutto la corruzione. “Uno studioso cinese che lavora negli Stati Uniti ha fatto un’interessante indagine sul rapporto che si instaura tra funzionari, uomini d’affari e prostitute: l’uomo d’affari vuol fare soldi con la prostituzione ma al tempo stesso ha bisogno di qualcuno che lo protegga e gli copra le spalle, un politico insomma. La prostituta in fin dei conti è ciò che lega il funzionario all’uomo d’affari”.   

[Foto da Shanghaiist.com]