Il 16 novembre debutta in Italia la prima fiction importata dalla Cina. Sarà in cinese con sottotitoli in italiano. Inaugura la programmazione di Babel dedicata alla comunità cinese. China Files vi propone uno speciale sulle serie tv e il mondo della televisione in Cina.
L’annuale sessione del Comitato centrale del Partito comunista cinese quest’anno ha concluso la sua sessione plenaria promettendo di aumentare il ruan quanli, il soft power, del paese e di rafforzare la “sicurezza culturale” prima della transizione alla nuova leadership attesa per il prossimo anno.
Oltre alla lingua la Cina vuole esportare anche gli altri prodotti culturali: il cinema, la televisione, le tecnologie e via dicendo. In un altro comunicato infatti si legge che se nel 2010 la cultura ha fruttato 1,1 miliardi di yuan, ovvero 173 miliardi di dollari (il 2,8 per cento del Pil nazionale), entro il 2016 dovrà fruttare il doppio.
Babel con Il destino del maestro di spada, una produzione televisiva ad alto budget prodotta dalla Cctv nel 2011, inaugura con perfetto tempismo la sua programmazione dedicata alla comunità cinese in Italia. Comprenderà cortometraggi, documentari e produzioni originali per aprire una finestra sulla cultura, le tradizioni televisive e le storie di una comunità significativa e in crescita.
In occasione della prima puntata China Files vi propone di esplorare il mondo della televisione e della fiction cinese.
Andrea Pira ha raccolto per noi le voci di alcuni esponenti della comunità cinese. Tra queste Hu Lanbo, scrittrice, giornalista e fondatrice nel 2001 della rivista bilingue Cina in Italia, lancia un interessante spunto di riflessione. Sarebbe stato meglio se la scelta fosse caduta su “una serie televisiva ambientata nella Cina contemporanea”.
Ma allora quali sono le fiction cinesi? Ce lo racconta Edoardo Gagliardi. Di serie tv in Cina ce ne sono per tutti i gusti. Da quelle impegnate a raccontare le problematiche sociali dei tempi moderni a quelle ambientate in un lontano passato, a quelle che lavorano di fantasia sui viaggi nel tempo.
E la televisione di stato cinese ne ha prodotte sin dalle sue prime trasmissioni del 1958. La storia e palinsensti dei canali dell’emittente di Stato cinese negli ultimi cinquantanni è anche utile per farsi un’idea di come ha lavorato la macchina dell’indottrinamento e della propaganda negli anni. Ne ripercorre tutti i passaggi Simone Pieranni.
A questo punto non potevamo non domandarci quale impatto avrà la “sicurezza culturale” professata dai leader della Repubblica popolare sulla televisione del futuro. Ancora è presto per dirlo, anche se c’è una grossa novità.
Il nuovo regolamento promulgato dalla State Administration of Radio, Film and Television (Sarft) e in vigore dal primo gennaio richiede a ogni canale televisivo di trasmettere almeno un programma sulla ideologia e la morale per promuovere la cultura tradizionale cinese e i “valori fondamentali del socialismo”. Nel frattempo alcuni programmi di intrattenimento sono stati chiusi perché poco “educativi”.
Emma Lupano esplora le reazioni di stampa e opinione pubblica su quest’ingerenza dello Stato sulla televisione pubblica.
Insomma, la prima puntata de Il destino del maestro di spada ci offre l’occasione per riflettere su televisione, Cina e comunità cinese.
Vi lasciamo con il trailer e la sinossi della serie tv. Chiunque abbia voglia di commentarla può farlo qui. Fateci sapere. [CAg]
Nel 2030 viene introdotto sul mercato un gioco online che consente di vivere nella realtà virtuale come se fosse il mondo reale. A un numero limitato di giocatori è consentito di provare il gioco. Vengono quindi catapultati nel 753, durante l’epoca d’oro della dinastia Tang, un periodo conosciuto anche come l’Era dei Maestri di Spada. Tra sfide di hacker nel mondo reale e misteriose manomissioni sulla memoria privata dei giocatori, tra amori e arti marziali, sarà difficile capire come tornare nell’attualità.