SINOLOGIE – Generazione anni ’80: amore e sesso

In by Gabriele Battaglia

La tesi Proposta di traduzione e analisi di Taohua jiu shu di Zhang Yueran vuole fornire una proposta di traduzione del racconto, corredata da un’approfondita analisi delle sue peculiarità sia sotto il profilo tecnico che sotto quello letterario. Narrazione in prima persona, triangoli amorosi e ritmo rapido e spezzato sono gli aspetti fondamentali del racconto tradotto.
Il testo La redenzione dei fiori di pesco( 桃花救赎) è tratto dall’antologia di racconti intitolata Kuihua zou shi zai 1890 葵花走失在1890 (Girasole person nel 1890). Zhang Yueran, nata nel 1982, appartiene alla schiera di autori della “generazione post ’80” , la cosiddetta generazione balinghou 八零后 (letteralmente tradotto post ’80). Questa generazione si profila come la diretta conseguenza delle riforme realizzate da Deng Xiaoping nel corso degli anni ’70 e della politica del figlio unico attuata dal governo cinese nell’ambito della pianificazione familiare a partire dal 1979. Una generazione di figli unici cresciuti in un’epoca di relativa stabilità politica e prosperità economica, assai lontani dai drammi della Rivoluzione Culturale vissuti dai loro padri. Tutti questi elementi hanno probabilmente contribuito a renderli estremamente focalizzati su se stessi, creando così delle identità basate puramente sugli interessi personali: non a caso li chiamano anche xiao huangdi 小皇帝(piccoli imperatori).

Zhang Yueran, oltre ad essersi guadagnata numerosi premi e titoli, tra cui quello di zui fu caiqing de nü zuojia 最富才情的女作家 “scrittrice di maggior talento” e quello di “nuovo talento più promettente” durante i huayu chuanmei dajiang 华语传媒大奖 –Chinese Media Award-, è stata anche la prima autrice balinghou 八零后 ad essere posta sotto contratto dall’Associazione degli Scrittori di Pechino. L’etichetta di scrittrice post ‘80 non incontra il medesimo consenso nell’autrice, la quale, ritenendola estremamente semplicistica, ha rilasciato alcune dichiarazione:

Mi oppongo alle etichette o alle identità che mi sono state attribuite, ad esempio quella di “scrittrice post ‘80” inventata dai media 10 anni fa. Sembra che le persone della mia generazione siano sempre intente a parlare o ribellarsi contro qualcosa. Questa identità è fuorviante, perché ci semplifica. Siamo su una linea di assemblaggio. Siamo come bambole medianiche, soggetto alle loro rappresentazioni”.

La tesi consta di una struttura essenziale nella quale l’attenzione è maggiormente focalizzata su aspetti tecnici, nonché la traduzione del racconto e il suo commento. Questo contiene infatti l’analisi delle problematiche riscontrate, le strategie utilizzate, e con esse anche le peculiarità del testo. Accanto a questi elementi ho ritenuto fondamentale proporre un’analisi dello stile narrativo dell’autrice, poiché questo ha determinato alcune delle strategie traduttive adottate.

In Taohua jiu shu 桃花救赎 le vicende e le azioni dei tre protagonisti si intrecciano, mescolano, influenzano e danneggiano a vicenda, creando così la fitta trama di un intreccio in qualche modo triangolare: la protagonista, Xiaoran 小染, ha due diverse relazioni con gli altri personaggi, d’amicizia con Guoguo 果果 e d’amore con Ocra ( Zheshi 赭石). Malgrado l’iniziale estraneità di questi ultimi due, via via che la narrazione procede si intuisce chiaramente come il comportamento di Xiaoran  dia invece luogo ad un triangolo nel quale amore ed amicizia si mescolano, danneggiandosi l’un l’altro.

Il ruolo del narratore è interno e spetta alla protagonista  Xiao Ran 小染. La scelta della focalizzazione interna è indubbiamente molto importante, poiché va ad incidere sul modo in cui vengono poi fornite informazioni su fatti e personaggi. La narrazione in prima persona non solo fornisce la visione della realtà della protagonista, ma permette anche di tracciarne un’analisi psicologica volta a far cogliere al lettore le sue sensazioni e i suoi timori. Questo espediente porta altresì ad un maggior coinvolgimento del lettore, riducendo così la distanza tra esso e gli eventi narrati.

Il testo non presenta una trama temporale lineare nel senso classico del termine, quanto piuttosto una particolare struttura all’interno della quale ogni capitolo può essere considerato a sé, una sorta di storia dentro la storia. Malgrado questa apparente frammentazione è presente un forte trait d’union ad unire i vari capitoli: la sessualità. Questo tema è il protagonista indiscusso, collegato in maniera differente ad ognuno dei personaggi.

Vincolate da un patto stipulato in gioventù, Xiaoran e Guoguo desiderano avere la prima esperienza sessuale contemporaneamente, quasi a voler sancire in questo modo l’esclusività del loro rapporto d’amicizia. Alla luce dell’amicizia di vecchia data che le unisce, è altresì possibile esaminare il rapporto che ognuna di esse ha con la sessualità: Xiaoran, timorosa di “contaminarsi”, tiene il sesso a debita distanza, mentre Guoguo, seducente e smaliziata, lo sperimenta anzitempo, rompendo così il loro patto.

Il desiderio, in qualità di vocabolo e tematica, abbraccia l’intero discorso narrativo: crea rapporti e nel contempo ne infanga e logora altri. L’amore, legandosi alle caratteristiche delle due protagoniste femminili, può essere inteso sia come sesso, sia come purezza: l’amore “consumato” di Guoguo e quello “incontaminato” di Xiaoran. Questo grande tema di fondo consta di continui rimandi all’interno del testo, quali yuwang 欲望 “desiderio”, xing 性 “sesso, sessualità”, ganjing 干净 “pulito, pulizia”: tutte parole chiave funzionali al messaggio che il testo vuole veicolare.

Il linguaggio utilizzato nel racconto è caratterizzato da una generale semplicità lessicale e sintattica. Essendo sia l’autrice che i protagonisti dei giovani, ho ritenuto fosse opportuno tradurre mantenendo l’uso di un registro colloquiale, quotidiano, privo di arcaismi e forme ricercate, e soprattutto dominato da un gergo giovanile informale. A titolo d’esempio è emblematica l’espressione tuzi 兔子, comunemente tradotta con “coniglio”, che nello slang giovanile viene invece  utilizzata in riferimento agli omosessuali.

Il ritmo della narrazione, rapido e segmentato, si riflette anche nelle scelte sintattiche, come ad esempio le frasi brevi e l’ampio uso degli “a capo”. Questi espedienti sintattici non solo conferiscono al testo un ritmo rapido e spezzato, ma consentono anche all’autrice di esprimere concetti e sensazioni in modo molto incisivo. I tempi verbali sono un altro aspetto sintattico da tenere in considerazione nel corso di una traduzione, e per aggiustarli occorrono sempre numerose letture.

Nel testo abbondano le ripetizioni. La stessa lingua cinese è solita utilizzare la ripetizione più sovente che l’italiano. Il pregio di questa strategia sintattica è quello di garantire una maggior coesione ed una estrema solidità semantica, permettendo così al lettore di cogliere immediatamente il protagonismo della sessualità. Benché nella traduzione si cerchi di utilizzare percorsi alternativi onde evitare ridondanti ripetizioni, per esempio ricorrendo a sinonimi, in questo specifico lavoro ho ritenuto importante proporre una traduzione reiterata, a tratti pedante ma suppongo efficace, degli stessi termini: solo in questo modo i concetti possono imprimersi nella mente del lettore con la stessa intensità con cui si sono impressi nella mia durante la lettura.

Per quanto riguarda le strategie e scelte operate, non ho potuto fare a meno di tenere conto di alcuni fattori fondamentali al fine di sviluppare una traduzione credibile: la giovane età della scrittrice, i diversi personaggi che di volta in volta prendevano parola (tenendo conto, di conseguenza, del loro profilo caratteriale e psicologico) e infine il possibile lettore. La propensione naturale è quella di tradurre nella forma più corretta, lessicalmente parlando; così facendo, però, si ricade in un puro esercizio di stile, che rischia peraltro di azzerare ogni sfumatura psicologica dei personaggi.

Dinnanzi ad una espressione come heiren 黑人 la tentazione di tradurre con il sobrio e politicamente corretto “uomo di colore” è stata innegabile, ma l’intero contesto mi ha condotta alla traduzione “nero”. Questa scelta, senza dubbio più “radicale”, risulta efficace al fine di sortire un impatto più duro e immediato nel potenziale lettore.

Allo stesso modo tradurre la parola airen 爱人 con “amante” risulterebbe inappropriato in questo contesto: nella lingua italiana, infatti, questa parola viene utilizzata con accezione negativa o penalizzante, rimandando ad una relazione nascosta; qui, invece, è la stessa Xiaoran ad usarla per riferirsi al suo ragazzo, Ocra, ed ho quindi ritenuto opportuno tradurre questa espressione con “ragazzo” per non dare adito a incomprensioni.

*Camilla Dina è nata a Forlì il 5 settembre 1986, ha conseguito il diploma di laurea triennale in Lingue e Letterature Straniere  presso l’Università di Bologna nel 2012, specializzandosi nella lingua cinese. In seguito ad un soggiorno di alcuni mesi presso la città di Chengdu, decide di approfondire lo studio della lingua cinese intraprendendo il corso di laurea magistrale in Comunicazione Interculturale d’Impresa presso l’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” , che sta attualmente portando a termine.

** Questa tesi è stata discussa presso l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Relatore: prof. Paolo Magagnin; correlatore: prof. Marco Fumian.