SINOLOGIE – Due racconti di Han Dong

In by Simone

La tesi La sfida della sopravvivenza tra individualismo e marginalità: traduzione di due racconti di Han Dong si incentra sulla traduzione dal cinese all’italiano di due racconti di letteratura contemporanea dell’autore: “Attenzione spostato morto” e “Lo splendore delle cicatrici”. L’analisi e il commento traduttologico.
La prima sezione della tesi mira a fornire un quadro complessivo del contesto letterario entro cui si colloca la produzione dell’autore e presenta le caratteristiche principali della sua opera. Han Dong è un autore eccezionalmente prolifico la cui produzione non si limita alla sfera della prosa narrativa.

Eegli è infatti sia uno dei maggiori esponenti della “terza generazione di poeti” (di san dai shiren 第三代诗人), sia uno dei principali rappresentanti dell’“ultima generazione” (wansheng dai 晚生代) di autori nati dopo gli anni Sessanta che anima lo scenario letterario della Cina di fine secolo.

Entro questa cerchia di autori Han Dong si distingue, inoltre, per aver dato vita assieme a Zhu Wen 朱文 e a Lu Yang 鲁羊 al movimento letterario Duanlie 断裂 [Rottura], attraverso cui nel 1998 tale “ultima generazione” manifesta la propria protesta contro i meccanismi che governano il sistema letterario e le imposizioni che ne derivano.

Han Dong nasce il 17 maggio del 1961 a Nanchino, dove tuttora risiede. All’età di otto anni è costretto a seguire i genitori mandati in rieducazione nelle campagne del Subei, nella parte settentrionale della provincia del Jiangsu e, terminata la Rivoluzione Culturale, nel 1982 si laurea in filosofia alla Shandong University. In seguito insegnerà a Xi’an e Nanchino, fino a quando, nel 1993, si ritirerà dalla docenza universitaria per dedicarsi esclusivamente alla scrittura indipendente.

Principalmente noto per la sua poesia, comincia a pubblicare all’inizio degli anni Ottanta e tra il 1984 e il 1985 fonda la rivista autogestita di poesia Tamen 他们 [Loro], che dirigerà per dieci anni. Dal 1990 inizia a investire un sempre crescente quantitativo di energie nella scrittura di narrativa, inizialmente pubblicando soltanto racconti, fino a quando, nel 2003, l’uscita di Zha gen 扎根 [Mettere radici] segnerà il debutto dell’autore nella produzione di romanzi.

Tale prima sezione si conclude con la presentazione dei due racconti oggetto della traduzione, “Ci dai yi si” 此呆已死 [Attenzione spostato morto] e “Mingliang de bahen” 明亮的疤痕 [Lo splendore delle cicatrici] che, per le particolari caratteristiche che presentano, costituiscono due esempi rappresentativi dello stile dell’autore e dei temi che egli affronta nelle sue opere.

Il primo racconto, “Attenzione spostato morto”, è ambientato a Nanchino e narra la vicenda di un uomo che giace morto a lato della strada, coperto per metà da un pezzo di cartone che reca scritta la frase “Attenzione spostato morto”, in corrispondenza di una fermata d’autobus, e di come i passanti reagiscano alla presenza del cadavere e alla vista della scritta che lo accompagna.

La storia si sviluppa tramite l’accostamento di una serie di brevi scene, che si succedono una dopo l’altra nel punto in cui giace il corpo: due scolaretti che si sfidano a restare quanto più possibile accanto al cadavere, una ragazza che, nel tentativo di spiegare il significato dell’avvertimento al proprio fidanzato straniero, improvvisa una lezione di cinese e coppie di amanti che, intenti a fotografare i ciliegi in fiore, non fanno caso alla strana presenza.

La narrazione dei fatti si svolge in prima persona, adottando il punto di vista di uno dei tanti passanti che, trovandosi a dover aspettare l’arrivo della fidanzata, assiste al susseguirsi delle scene narrate. Tuttavia, la prospettiva del narratore viene resa esplicita soltanto nella seconda metà del racconto quando, esplicitando l’arrivo sul posto del protagonista, l’autore definisce le coordinate della narrazione.

Tale avvenimento induce il lettore a riconsiderare la collocazione spazio-temporale della prima parte del racconto e, nel contempo, giustifica la seguente introspezione che apre le porte della mente del protagonista.

L’indifferenza dei passanti che, completamente rapiti dai ritmi frenetici della città e intenti a perseguire i propri obiettivi personali, non si accorgono della presenza del cadavere, o non ne considerano l’aspetto umano, rivela la perdita del senso di comunità causata dal nuovo assetto della società contemporanea e simboleggia il disagio sociale che ne deriva.

Inoltre, il linguaggio svolge un ruolo fondamentale all’interno del racconto, costituendone il vero protagonista. L’ambiguità generata dal gioco di parole che compone la scritta sul cartone sembra avere più importanza del cadavere a cui si riferisce, generando pertanto una contraddizione tra la funzione comunicativa del linguaggio e la sua superiorità ontologica.

Il secondo racconto, “Lo splendore delle cicatrici”, è anch’esso ambientato a Nanchino e narra la storia di uno scrittore divorziato, Hua Qiang, che instaura una relazione epistolare con una giovane ammiratrice di nome Shi Wei. Sin dall’inizio della vicenda è evidente lo squilibrio tra l’ingenuo entusiasmo della ragazza e il radicato nichilismo del protagonista che, dopo un bagliore di interesse iniziale, decide ben presto di troncare il rapporto con la giovane e rinchiudersi nuovamente in se stesso.

Le conseguenze dell’incapacità di Hua Qiang di vincere il proprio pessimismo si riversano sulla giovane, verso cui il protagonista mostra un atteggiamento che talvolta rasenta la crudeltà.

Dopo cinque anni le loro strade si incrociano per la seconda volta e le circostanze li inducono a ripercorrere le tappe della loro relazione, che appare sotto una nuova luce. Alla fine del loro incontro essi scoprono di essersi entrambi, in passato, tagliati le vene per amore – seppure per diverse ragioni e in circostanze differenti – e le cicatrici sui polsi si caricano così di un nuovo significato, divenendo il simbolo di un legame che non sapevano di avere.

La storia è narrata dal punto di vista del protagonista e, attraverso la tecnica del monologo interiore, l’autore fornisce una descrizione dettagliata e minuziosa tanto dei sentimenti del protagonista quanto degli scenari entro cui si svolge la vicenda.

L’importanza del sentimento e la sua influenza sulle relazioni tra le persone costituiscono i temi principali del racconto e ben si combinano con la scelta della focalizzazione interna, la quale lascia ampio spazio all’espressione dei pensieri del protagonista.

Inoltre, le descrizioni fornite dall’autore sono ricche di particolari, elaborate soppesando abilmente le parole attraverso un elegante uso del linguaggio, la cui apparente linearità non ne pregiudica la finezza.

La seconda sezione dell’elaborato consiste nella traduzione dei due racconti brevi, mentre la terza sezione è costituita dal commento traduttologico, il quale fornisce un’analisi dei problemi incontrati in sede di traduzione e una descrizione delle strategie adottate per risolverli.

Trattandosi di testi letterari, in cui la funzione predominante è quella espressiva, è stata adottata una macrostrategia volta a creare una traduzione semantica che, ripercorrendo le tappe del processo creativo messo in atto dall’autore, rispettasse le caratteristiche espressive ed estetiche del testo originale.

Si è pertanto cercato di rispettare quanto più possibile gli aspetti stilistici propri del prototesto, mantenendone le caratteristiche espressive ed estetiche e preservando, nel contempo, le peculiarità dello stile narrativo e personale dell’autore, quali l’idioletto, la modalità di espressione della sequenza di eventi, la cura per gli aspetti formali.

La seconda parte del commento traduttologico è dedicata all’analisi dei fattori di specificità del prototesto, i quali hanno determinato l’insorgenza di problemi traduttivi che in sede di traduzione hanno richiesto l’adozione di microstrategie differenti e adatte, di volta in volta, ai singoli casi.

In questa sezione si trova la descrizione di tali fattori di specificità, supportata dall’illustrazione di alcuni esempi pragmatici di microstrategie adottate nei casi selezionati. In primo luogo si sono analizzati i fattori linguistici a livello della parola (fattori fonologici e lessicali), in secondo luogo i fattori linguistici a livello della frase (fattori grammaticali) e del testo (fattori testuali), e infine si sono esaminati i fattori extralinguistici (fattori culturali).

In riferimento ai due racconti oggetto della traduzione i livelli che si sono rivelati maggiormente ricchi di spunti sono il livello lessicale, entro il quale si colloca la maggioranza dei problemi traduttivi, e il livello grammaticale, a cui è riconducibile la traduzione del gioco di parole presente all’interno del primo dei due testi.

Il gioco di parole ci dai yi si 此呆已死 svolge un ruolo centrale all’interno del primo racconto e attorno a esso si svolge l’intera narrazione. Tale gioco di parole si basa sulla polisemia che caratterizza il deittico ci 此, il quale può essere considerato sostituto sia di zhe li 这里 “qui” sia di zhe ge 这个 “questo”, e sul fenomeno di omonimia che caratterizza il carattere dai 呆, il quale può essere inteso come verbo che significa “stare, trovarsi”, ma anche come aggettivo sostantivato a indicare una persona di scarsa intelligenza.

La frase cinese si presta perciò a una doppia interpretazione, in quanto può costituire la forma concisa di due frasi differenti: zhe li dai [de ren] yijing si le 这里呆 [的人] 已经死了 “la persona che giace qui è morta” e zhe ge daizi yijing si le 这个呆子已经死了 “questo stolto è morto”. Tale ambiguità non può essere trasferita nella lingua di arrivo mantenendone la forma originaria e ciò ha costituito un notevole ostacolo in sede di traduzione, poiché è stato necessario escogitare un nuovo gioco di parole che potesse svolgere nel metatesto la stessa funzione che l’espressione originale svolgeva nel prototesto.

Nella scelta dell’espressione da utilizzare all’interno della traduzione si è deciso di privilegiare il carattere di ambiguità semantica a discapito della forma e del valore semantico dei due lessemi coinvolti. Nella lingua italiana è stato possibile individuare un analogo caso di omonimia nella parola “spostato”, che può essere intesa sia come participio passato del verbo “spostare” sia come sostantivo sinonimo di “squilibrato”, e attorno a essa è stato perciò creato il nuovo gioco di parole.

L’espressione a quattro caratteri che dà il titolo al racconto è riportata su di un cartello per avvertire i passanti e, perciò, in sede di traduzione si è cercato di costruire una nuova frase che fosse sintetica e recasse le caratteristiche morfologiche tipiche di un avvertimento. La frase che figura nel metatesto è “Attenzione spostato morto” e può avere un doppio significato: “Attenzione, il morto è stato spostato” e “Attenzione, questo spostato è morto”.

A causa della lieve deviazione semantica e delle differenze dei due sistemi linguistici, l’espressione così costruita ha richiesto alcuni ulteriori interventi che, senza intaccare la logica degli eventi narrati, hanno garantito la riuscita del gioco di parole, il quale risulta così in grado di ricorrere nel metatesto con la stessa efficacia dell’espressione originale cinese.

*Martina Codeluppi martinacodeluppi[@]gmail.com è nata l’8/12/1989 a Pavullo nel Frignano (MO). Nel 2011 si è laureata in Lingue, mercati e culture dell’Asia presso l’Università di Bologna, e nel 2014 ha conseguito la Laurea Magistrale in Interpretariato e traduzione editoriale, settoriale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Attualmente è senior visiting student presso il dipartimento di Lingua e Letteratura Cinese dell’Università di Pechino.

** Questa tesi è stata discussa presso l’Università Ca’ Foscari Venezia. Relatore: prof. Paolo Magagnin; correlatore: prof. Fiorenzo Lafirenza.

[La foto di copertina è di Federica Festagallo]