SINOLOGIE – Arte, memoria e identità a Taiwan

In by Simone

La tesi Arte, Memoria e Identità a Taiwan. Un’analisi delle principali strategie di valorizzazione affronta l’economia culturale dell’isola attraverso i poli  d’eccellenza di Taipei. Nel fulcro geografico delle politiche d’internazionalizzazione del patrimonio storico-culturale isolano, le istituzioni locali offrono ai visitatori l’immagine dell’identità culturale taiwanese.
Taiwan, Formosa, Roc. Molti nomi nel corso della storia sono stati utilizzati per riconoscere l’isola, situata al centro delle vie marittime asiatiche. Un unicum geografico, storico e culturale nel complesso scenario contemporaneo internazionale. Le memorie storico-culturali taiwanesi sono il frutto dell’avvicendarsi sul territorio di diverse dominazioni coloniali asiatiche ed europee.

La costruzione di un’identità culturale taiwanese emerse nel XX e ne XXI secolo come un processo in pieno svolgimento, che vede ancora oggi nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio storico-artistico materiale e immateriale dell’isola un elemento primario per il proprio riconoscimento ufficiale nello scenario diplomatico internazionale.

Sono attive oggi due opposte forze politiche che propongono due visioni distinte dell’identità nazionale, la cui attività è imprescindibile dallo studio della salvaguardia della memoria storica locale.

L’uno è il partito nazionalista cinese, che propone una storiografia taiwanese secondo i termini dello jus sanguinis, ovvero i tawanesi sarebbero cinesi perché figli dei discendenti dei cinesi che emigrarono sull’isola. L’altra forza è rappresentata dal partito democratico progressista, che concepisce invece la storia locale secondo i termini di jus soli. Secondo questa visione, non è tanto centrale l’etnicità cinese quanto il fatto che gli antenati emigrarono verso l’isola in momenti diversi della storia, e che Taiwan stessa abbia contribuito nelle generazioni a definirne l’identità. In tal modo si dà valore anche ai discendenti delle popolazioni aborigene dell’isola, e si da’ spazio alla concezione di Taiwan come una nazione diversa dalla Cina.

Due identità in competizione, che si avvicendano nella cronaca storica contemporanea della ROC, contribuendo a ridefinire costantemente l’immagine che l’isola ha di se stessa e la percezione che di riflesso trasmette nel mondo nel nuovo scenario globale, in cui è nota come una delle quattro economie emergenti dell’Asia. L’avvicendarsi al potere di queste due visioni politiche e culturali opposte ha favorito una rappresentazione ibrida dei valori identitari locali.

Mentre al National Palace Museum di Taipei (Il più importante museo di arte cinese a livello internazionale) prevale un’organizzazione volta a esaltare la storia antica della Cina (linea nazionalista), il Taipei Fine Arts Museum pone l’accento sulle vicissitudini culturali moderne e contemporanee interne all’isola, svincolate dalle esperienze del continente, e anzi fortemente contaminate dalle esperienze occidentali (linea progressista). Le due visioni taiwanesi convivono in uno scenario urbano in continua evoluzione, in cui l’identità culturale assume valenze multiple a seconda delle politiche di promozione culturale favorite.

Il patrimonio culturale taiwanese, e in particolare le strategie di valorizzazione culturale adottate dalle istituzioni culturali di Taipei, la capitale dell’isola, consentono di riflettere sui processi di rappresentazione e costruzione dell’identità culturale locale. Analizzando l’immagine che il paese proietta di se stesso (attraverso canali privilegiati quali i musei o i centri di danza), è possibile avere un quadro generale a livello locale ed internazionale.

Tali scelte sono infatti di competenza di alcune istituzioni dell’isola, tra cui spicca il Ministero della Cultura taiwanese, che esercita la propria influenza anche all’estero grazie ai Centri di cultura taiwanese presenti in alcuni paesi occidentali. Tali centri rappresentano i punti di riferimento per tutti gli operatori culturali taiwanesi residenti all’estero, e propongono iniziative culturali amate dalle audiences occidentali quali film, spettacoli di danza contemporanea o mostre d’arte.

In patria si lavora invece per un’internazionalizzazione delle tradizioni isolane, cercando il riconoscimento Unesco delle tradizioni aborigene di Taiwan o dei suoi patrimoni naturali. Tentativi riconducibili al desiderio di superare l’impasse diplomatica relativa alla questione taiwanese, che vede l’isola come parte della Cina nonostante il governo, la valuta , la lingua e i passaporti siano distinti. Il confronto delle strategie culturali adottate da Taipei e Pechino conferma ulteriormente le differenze tra le due realtà.

Se la Pechino post-olimpica è diventata il cuore pulsante di scambi commerciali sempre più capitalisti che sacrificano i retaggi architettonici antichi (quali siheyuan e hutong), Taipei cerca un riconoscimento di prestigio all’estero che sottolinei l’unicità della propria esperienza storica e culturale, attraverso iniziative sempre più internazionali ed occidentalizzate quali festival e premi (soprattutto di arte contemporanea e danza) che vedono la presenza di numerosi artisti locali, europei, americani e giapponesi.

*Francesca Miglioli, francesca.miglioli[@]studio.unibo.it, è laureata magistrale in Lingue e Culture dell’Asia e dell’Africa presso l’Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Collabora come freelancer per web magazines in Italia e all’estero.

**Questa tesi è stata discussa presso l’Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Relatrore prof.ssa Nicoletta Celli; correlatore prof.ssa Elena Cervellati.

[La foto di copertina è di Federica Festagallo]