Turismo cinese in Italia? Ecco come sarà dopo il Covid

In Sinoitaliani by Redazione

L’anno della pandemia e delle prime e seconde ondate con conseguenti chiusure ha avuto e avrà effetti che ancora non riusciamo a vedere e a capire. In alcuni settori la crisi è stata più visibile e permane ancora adesso, a un anno dall’inizio del primo lockdown. Come in quello del turismo. Pensiamo alle compagnie aeree, agli alberghi, alle agenzie di viaggio che hanno perso anche i turisti cinesi, presenti in numero molto alto in l’Italia e in Europa negli ultimi anni. La depressione economica non ha risparmiato nessuno, neanche gli imprenditori della comunità cinese in Italia. China Files ha intervistato Claudia Ye, legale rappresentante della Shenzhou Travel, agenzia di viaggio con sede a Milano.

Claudia Ye, quando è nata la Shenzhou Travel e quali sono le sue principali attività?

La Shenzhou è nata nel 2009 e abbiamo iniziato con la tradizionale vendita di biglietti aerei e ferroviari. Poi abbiamo aggiunto l’offerta di gite di uno o più giorni, sia in Italia che in Europa, rivolte alla nostra comunità e agli studenti che arrivavano dalla Cina. Expo 2015 è stata un’esperienza fondamentale che ci ha permesso di conoscere visitatori ed espositori cinesi e da lì ci siamo specializzati nell’accoglienza di delegazioni, sia istituzionali che aziendali e anche del mondo dello spettacolo. Da alcuni anni, per esempio, organizziamo le trasferte europee di Liu Tao (una delle attrici più famose in Cina, NdR).

Avete subito conseguenze per la pandemia e se sì in quali aree?

Purtroppo abbiamo subito molte conseguenze, a febbraio abbiamo perso i visitatori cinesi che dovevano partecipare alla Fashion Week. Ad aprile la stessa cosa per il Salone del Mobile che è stato rimandato. I due grandi eventi di Milano della prima parte dell’anno. All’inizio, quando la pandemia era in Cina tutti quanti avevamo la speranza che sarebbe passata e che i turisti cinesi sarebbero tornati. Poi però la pandemia è arrivata in Europa, i voli sono stati cancellati, gli eventi anche e le nostre attività si sono praticamente azzerate. Da quel momento abbiamo dovuto affrontare anche negoziazioni di ogni genere con le strutture in Italia e le aziende o agenzie in Cina per i rimborsi. E non si sa se gli eventi che sono stati rimandati al 2021 come il Salone del Mobile si terranno o saranno rimandati ulteriormente.

Non pensa che con l’arrivo dei vaccini la situazione si normalizzerà?

Bisogna valutare molti fattori. Ad esempio, una volta che in Europa la situazione tornerà normale bisogna vedere se sarà tornata anche la fiducia verso la sicurezza sanitaria. Io parlo di visitatori cinesi, perché noi accogliamo al 95% questi tipo di turisti. Anche supponendo che l’Europa assicurasse che grazie al vaccino la situazione è tornata normale, se la Cina non avrà fiducia nell’Europa i visitatori cinesi non torneranno. Prendiamo i voli. Prima della pandemia di media c’era almeno un volo diretto al giorno tra Milano e la Cina. Adesso c’è solo un volo charter organizzato per ragioni diplomatiche. In più il prezzo del biglietto è altissimo.

Come mai l’Italia ha perso la fiducia della Cina?

Non solo l’Italia ma l’intera Europa. Ad esempio perché il numero dei contagi giornalieri non si abbassa o la gestione della pandemia che probabilmente è stata diversa da quella in Cina. E il fatto che anche in Italia si continui a sospendere o a rinviare i grandi eventi è un segno di come il governo voglia evitare assembramenti. Sono sicura che se la situazione sarà sotto controllo e si potranno tenere nuovamente i grandi eventi internazionali allora aumenteranno pian piano anche i voli e i visitatori cinesi torneranno.

Cosa state facendo voi come Shenzhou Travel per gestire la situazione attuale e la ripresa futura?

Verso maggio, quando la situazione in Italia era più sotto controllo, io e la mia famiglia abbiamo deciso di raccontare in prima persona sui nostri account ufficiali come fare turismo in pandemia. Essendo da tempo in questo settore sappiamo quali sono le paure e i bisogni dei viaggiatori per cui è più facile per noi individuare eventuali soluzioni. Ogni weekend quindi visitavamo un luogo diverso nei dintorni di Milano e immaginavamo migliori misure di sicurezza annotando quanto di utile vedevamo e incontravamo. Il prossimo passo sarà quello di esplorare il territorio e cercare nuove collaborazioni. Sono convinta che pensare da soli sia limitante ma collaborando si arriverà a una strategia efficace. L’Italia finora non è stata la prima scelta dei turisti cinesi, in Europa preferiscono andare in altri paesi e poi vengono da noi. La mia speranza è che il nostro impegno di promozione del territorio possa influenzare i viaggiatori cinesi che sapranno che c’è almeno una realtà in Italia che non ha perso tempo durante la pandemia ma si è preparata al meglio. E spero che potranno considerare l’Italia la loro prima scelta. Se riuscirò a raggiungere questo obiettivo allora il tempo della pandemia non sarà passato invano.

Di Jada Bai*

*Jada Bai è docente di lingua cinese e organizzatrice di eventi culturali. Nata in Cina, si trasferisce a Milano da piccolissima con la famiglia. Si diploma al liceo classico Giosuè Carducci e si laurea successivamente in Scienze della Mediazione Linguistica e Culturale presso l’Università degli Studi di Milano. Studia per un periodo anche presso la Fudan University di Shanghai con una borsa di studio. Si occupa di comunità cinese e condizione femminile e ne ha scritto per varie testate giornalistiche. Dal 2013 è coordinatrice dei corsi di lingua cinese e organizzatrice di eventi culturali presso la Scuola di Formazione Permanente della Fondazione Italia Cina.