Riapre i battenti il caro vecchio Museo Nazionale. Pechino si era prefissata da tempo di diventare capitale mondiale della cultura. E come tutti i cinesi che si prefiggono qualche cosa, ci si è messa subito di buona lena per realizzarla.
A metà marzo infatti le autorità hanno annunciato l’imminente riapertura del maestoso Museo Nazionale della Cina sul lato est di Piazza Tian’An Men. In realtà già dal primo marzo a selezionati gruppi organizzati è stata permessa la visita al museo del centro di Pechino, mentre solo dal 17 marzo l’ingresso – gratuito – è stato esteso a tutta la popolazione. La capitale è sempre stata sprovvista di un museo nazionale che potesse eguagliare l’importanza della città: per ammirare i migliori resti di arte antica collezionati al museo di storia nazionale, con un po’ di malumore, i pechinesi erano costretti ad andare fin dagli acerrimi concorrenti di Shanghai.
Oggi la municipalità di Pechino può ritenersi soddisfatta del lavoro compiuto: il museo, dopo 3 anni e mezzo di ristrutturazione, ha triplicato la sua superficie, diventando per soli due metri quadrati il museo più grande al mondo (200,000m2).Le modifiche non hanno però minimamente intaccato la facciata su Piazza Tian’An Men, rimasta tale e quale alla versione da architettura socialista degli anni Sessanta dell’inaugurazione. Il Museo si pone come pista di lancio per la promozione della cultura cinese e degli scambi culturali.
Con questi obiettivi, l’agenda del museo prevede non solo l’immensa mostra permanente di oggettistica archeologica, con circa un milione di pezzi – secondo le fonti ufficiali – ma già numerose mostre temporanee che spazieranno dall’arte moderna cinese, con le personali di due tra i più importanti pittori dello scorso secolo (Li Keran/ 李可染 e Huang Zhou/ 黄胄) – aperte dal 27 marzo – e una grande mostra annuale in collaborazione con i più importanti musei tedeschi tra cui il Museo Nazionale di Berlino. Nella mostra “Art of Enlightment”, dal primo aprile al 31 marzo 2012, verranno infatti esibiti i grandi maestri della pittura ottocentesca europea come Fussil, Piranesi e Friedrich.
Nonostante possa sembrare un evento marginale, in realtà la volontà del governo di investire 270 milioni di euro nella cultura lascia intendere come l’arte in Cina non sia più solo sinonimo di mercato e di rapido investimento monetario, ma possa anche diventare un metodo di educazione della popolazione e diffondere la cultura tra le masse popolari, usando un gergo caro alle autorità di Zhongnanhai. L’entrata gratuita ha attratto subito centinaia di persone, in coda per osservare le meraviglie del passato della propria nazione e come la nuova Cina si stia riscattando nel presente.
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