Rassegna settimanale della stampa cinese

In by Simone

Da lunedì 5 settembre a venerdì 9: inquinamento, armi alla Libia, il fenomeno dei tomb raider, demolizioni forzate e accuse a Nike e Wal Mart Lunedì 5 settembre: tutti contro CONOCOPhilips

Per una volta, i media ufficiali e i cittadini cinesi si trovano dalla stessa parte all’interno di un contenzioso: tutti contro la Conoco Philips, colosso dell’estrazione petrolifera statunitense, partecipata dall’azienda statale cinese China national offshore oil corp, responsabile nei mesi scorsi della catastrofe della baia di Bohai, a causa della fuoriuscita di petrolio dal giacimento di Penglai 19-3.

Dopo aver taciuto l’incidente per un mese almeno, il 31 agosto scorso l’azienda Usa aveva dichiarato di aver sistemato le cose, ma un’intervista effettuata dalla China central television (Cctv) avrebbe svelato un retroscena: non solo l’opera di pulizia sarebbe ancora in corso, ma pare che le operazioni non rientrino all’interno degli standard chiesti dalla State oceanic administration cinese. Sia la Xinhua, l’agenzia governativa, sia molti quotidiani locali aprono le proprie edizioni con la “furia” dei cittadini e la risposta della Conoco Philips alle accuse giunte dalla Cctv.

Martedì 6 settembre: Cina e Libia

La doppia diplomazia cinese in Libia è arrivata a un punto cruciale. Nonostante la Cina abbia ricevuto i rappresentanti del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) libica in tempi non sospetti, l’atteggiamento di Pechino riguardo la Libia è sempre stato esitante, nel tentativo di tenere aperte tutte le strade diplomatiche in attesa di capire la piega finale degli eventi. Il 6 settembre tutti i media locali hanno aperto le proprie edizioni con la difesa a spada tratta del governo cinese circa la possibilità di aver venduto armi a Gheddafi.

Secondo un reporter canadese ci sarebbe la prova del pagamento di oltre 200 milioni di dollari di armi al Colonnello. Una circostanza negata a gran voce dai portavoce ufficiali del governo di Pechino. Se si dovesse provare la vendita di armi, la Cina si ritroverebbe accusata di aver violato le sanzioni delle Nazioni Unite.

Mercoledì 7 settembre: ancora demolizioni forzate

In un’ipotetica classifica dei problemi sociali che tormentano la Cina contemporanea, subito dopo corruzione e inflazione, c’è sicuramente il fenomeno delle demolizioni forzate e la conseguente espulsione degli antichi abitanti, in nome di nuove costruzioni abitative per ricchi o per insediamenti industriali. Si tratta di pratiche comuni in Cina. Qui il processo di gentrification va avanti da anni, caratterizza ormai non solo i centri storici delle grandi città e finisce per mutare l’aspetto e la vita degli ex abitanti anche in zone rurali.

Il South China Morning Post ha raccontato la storia degli abitanti di un villaggio di Zhoutie, vicino al lago Tai, nella provincia del Jiangsu. Spesso le demolizioni sono anticipate da atti di violenza contro la popolazione, per spingere gli abitanti a lasciare la propria vecchia casa con un indennizzo ridicolo o la promessa di una casa in zone periferiche. Il quotidiano di Hong Kong ha riportato le storie di alcuni abitanti costretti ad andarsene dalle loro case, a causa di intimidazioni e minacce.

Giovedì 8 settembre: la minaccia dei tomb raider

Per la Cina si tratta di una «minaccia costante», che ha generato un giro di vite che solo nel 2010 ha portato all’arresto di 787 persone, 71 bande sgominate, oltre 2 mila reperti recuperati. Si tratta dei ‘tomb raider’, i razziatori di tombe e cimeli preziosi che in Cina sono organizzati, efficienti e in grado di smaltire i furti attraverso una complessa rete di contatti su internet con uomini d’affari e mercanti d’arte.

Queste razzie mettono in pericolo il patrimonio culturale della Cina, ha spiegato al China Daily Wei Yongshun, un alto funzionario del ministero della Pubblica sicurezza. Tanto che tra le pellicole censurate da Pechino è finita pure Tomb Raider 2. «Le incursioni sono commesse da bande ben organizzate e hanno i mezzi per smaltire rapidamente il loro bottino. Di solito il capo della banda è colui che gestisce e finanzia tutta l’operazione, mentre un consulente speciale è quello che fornisce gli strumenti per fare esplodere una tomba.

I tomb raider cinesi sono conosciuti «per impiegare esplosivi, walkie-talkie, occhiali per visione notturna, luci, bombole di ossigeno, maschere, moto, auto e vari dispositivi per trovare le posizioni delle tombe», ha spiegato Wey. «Il tombarolo quasi sempre usa nomi falsi e tiene la merce rubata solo per breve tempo, riuscendo a piazzarla molto in fretta attraverso internet primariamente». Negli ultimi anni il traffico di manufatti culturali è aumentato, finendo per alimentare un mercato clandestino sempre più vasto: «Questi criminali hanno dimostrato ingegno, perché comprano e vendono merce rubata attraverso il pretesto di gestire negozi di antiquariato o la vendita di beni usati», ha aggiunto il funzionario, «i mercati delle pulci sono diventati ormai luoghi in cui i manufatti sono venduti o sono smistati per finire fuori dal Paese».

Venerdì 9 settembre: Wal Mart e Nike accusati di truffa ai consumatori

Dopo essere stata messa alla berlina per gli scandali alimentari, la Cina si vendica accusando due giganti stranieri di truffa nei confronti dei consumatori cinesi. I primi strali sono contro Wal Mart, rea di spacciare per biologica – e fare pagare a prezzi molto alti – carne di maiale sprovvista di timbro ufficiale. Nike invece, venderebbe in Cina delle scarpe scadenti e diverse da quelle che si comprano nei negozi degli Stati Uniti. Sia Wal Mart sia Nike hanno annunciato che sono pronte a rimborsare i consumatori cinesi delusi dai loro prodotti. Greenpeace, invece, accusa Pechino di utilizzare per le verdure pesticidi proibiti dall’Organizzazione mondiale della Sanità.

La foto della rassegna stampa è tratta dal Carattere Cinese "Zai Jie tou", vitale photoblog, progetto-contenitore di sessanta fotografi di diverse parti della Cina. É uno spazio condiviso e condivisibile, dove i fotografi, più o meno professionisti, si pubblicano e si confrontano. Lo abbiamo scelto perché offre una varietà unica di punti di vista su quello che succede giornalmente in questo paese. Rappresenta così in modo diretto i gesti, gli sguardi, i giochi e gli oggetti che suscitano scenari e racconti individuali in una strada della Cina: qui la scheda, qui le foto.