Rassegna settimanale della stampa cinese

In by Simone

Torna come ogni sabato la rassegna stampa settimanale di China Files. Anno nuovo, consueti compagni di viaggio: la striscia di Crazy Crab e le foto di Zaijietou

"Non chiedete cosa può fare Quanjude per voi, chiedete cosa potete fare voi per Quanjude"
(Quanjude è un ristorante storico di Pechino, famoso per l’anatra alla pechinese).

Lunedì 9 gennaio: spie ed elezioni a Taiwan

Il partito nazionalista al governo, il Kuomintang e l’opposizione democratica sono dati vicinissimi nei sondaggi, non lasciando intuire quale piega potrebbero prendere la votazione del 14 gennaio a Taiwan. La Cina segue con interesse gli eventi, come del resto gli Usa, anche per valutare la forza degli accordi economici – una sorta di libero scambio tra isola e Cina continentale – stabiliti con il partito nazionalista lo scorso anno. Nelle ultime tornate di campagna elettorale però, a fare discutere è l’accusa lanciata dai democratici: secondo il partito di opposizione l’attuale maggioranza utilizzerebbe i servizi segreti per screditare i propri avversari e favorire il proprio candidato. Le accuse di abuso dei servizi di intelligence sono stati sollevati la scorsa settimana dalla rivista Avanti di Taiwan.

La rivista ha scritto che il Consiglio di sicurezza nazionale avrebbe istituito un piano per monitorare le attività dell’opposizione, raccogliendo informazioni utilizzabili in favore dell’attuale maggioranza. Per sostenere le sue accuse, la rivista ha pubblicato i nomi di 28 funzionari dell’Ufficio Indagini del Ministero di Giustizia che sarebbero stati coinvolte nel monitoraggio, e ha anche riprodotto una copia di un memorandum dell’ufficio con le valutazioni politiche. Tsai Ing-wen, rappresentante dell’opposizione ha reagito specificando che “in una società democratica se il presidente incarica i servizi segreti di monitorare la campagna elettorale dei rivali, sarebbe una cosa molto seria”.

Martedì 10: prospettive mediatiche

Dopo l’annuncio della riforma culturale lanciata dal comitato centrale del Partito Comunista, il mondo dei media cinesi è in fermento. Il Quotidiano del Popolo, serioso organo di informazione del Partito Comunista, ha annunciato la quotazione alla borsa di Shanghai, mentre è pronto ad essere lanciato Today China, il canale di informazione cinese all’estero 24 ore su 24, che trasmetterà direttamente da New York.

Esigenze di soft power e propagazione di un’ontologia cinese: il nuovo canale sarà caratterizzato da notizie e contenuti di intrattenimento in inglese e cinese con sottotitoli in inglese. Il presidente della CMMB Vision ha dichiarato che “il governo cinese sostiene i progetti multimediali in grado di espandersi all’estero”. Nel 2010, la Xinhua News Agency di proprietà statale, aveva iniziato a trasmettere un canale informativo 24 ore su 24 all’estero. La nuova riforma culturale e la necessità di cambiare la propria immagine all’estero, hanno consentito un’accelerazione della presenza cinese tra i media mondiali. Il giornale ufficiale online del Partito comunista, il Quotidiano del Popolo, raccoglierà circa 527 milioni di yuan (83,52 milioni dollari) attraverso un’offerta pubblica iniziale (IPO) alla Borsa di Shanghai. L’annuncio è stato dato ieri e riportato il 10 gennaio da gran parte della stampa locale: “Pechino, ha scritto il China Daily, sta incoraggiando IPO di siti di informazione di proprietà dello Stato”.

Mercoledì 11: potrete impiccarlo allora

Sono passati quasi due anni da quando un adolescente della regione cinese dello Shanxi, Zhang Xuping, è stato condannato a morte per aver ucciso il capo del partito di Xiashuixi, Li Shiming, tanto temuto e tanto odiato da tutto il villaggio. Zhang, ora ha 21 anni ed è ad un passo di distanza dall’esecuzione legale. La Corte Suprema del Popolo sta rivedendo la sua condanna a morte, mentre la famiglia ed esperti di diritto penale stanno chiedono che la vita del giovane venga risparmiata alla luce delle circostanze insolite che portarono alla morte del funzionario e alla luce della nuova politica cinese, volta a voler ridurre l’uso della pena capitale.

Più di mille abitanti del villaggio provarono ad entrare nell’aula del tribunale, per mostrare il supporto a Zhang, al suo processo a Luliang nel mese di agosto del 2009 e più di 20mila persone hanno firmato una petizione implorando per la sua vita. Un appello è stato esposto fuori dal Tribunale popolare superiore dello Shanxi, anche lo scorso mese di luglio. “L’esecuzione di mio figlio sarebbe contro lo spirito della nostra legge”, ha detto la madre di Zhang, Wang Houe, “affranta ed esausta, anche se non è ancora disposta a rinunciare all’idea di salvare il figlio”.

Giovedì 12: Taiwan al voto

Le elezioni a Taiwan hanno finito per catturare l’attenzione anche di Cina e Usa, da sempre contrapposte sull’argomento taiwanese, ma accomunate dal sostegno allo stesso candidato per le elezioni del prossimo 14 gennaio. Pechino appoggia il leader del partito che in questo momento è più vicino alla Cina, dopo la firma lo scorso anno del trattato di libero commercio tra i due paesi che dovrebbe favorire la ripresa dell’economia dell’isola (contestato dai democratici come una sorta di “svendita” di Taiwan a vantaggio del gigante cinese).

Washington appoggia ugualmente Ma, per non incorrere in problematiche e tensioni con la Cina, data la scacchiera geopolitica già colma di preoccupazioni nel Pacifico, nonché la necessaria concentrazione sulla crisi economica interna. Tsai, candidata dei Democratici Progressisti, ha provato a rassicurare tutti circa la volontà di non mettere in discussione i trattati già in atto, ma sembra essere in grado di mettere in crisi i piani dei due giganti, con un sorpasso elettorale che sarebbe clamoroso. Insieme alla presidenza, si rinnova anche il Parlamento dell’isola che Pechino ha considerato a lungo “ribelle”.

Venerdì 13: 2012, un anno difficile

Lo scrittore cristiano e dissidente Yu Jie “è fuggito negli Stati Uniti con la sua famiglia a causa dei crescenti timori per la sua sicurezza dopo che le autorità lo avevano messo in guardia circa le sue critiche alla dirigenza comunista”. Yu, che aveva accusato il premier Wen Jiabao di ipocrisia, ha detto via e-mail al South China Morning Post, “che non poteva più tollerare la crescente pressione di Pechino”. Yu Jie, scrittore, cristiano, dissidente, è l’autore del libro – pubblicato ad Hong Kong e vietato in Cina – in cui descriveva Wen Jiabao come un “grande attore”.

A causa delle ripetute minacce da parte delle autorità è volato negli Usa. “La mia sicurezza è stata seriamente minacciata”, ha detto ieri, aggiungendo che la polizia lo aveva picchiato fino a renderlo incosciente quando venne stato arrestato il 9 dicembre 2010, alla vigilia della cerimonia del Nobel per la Pace in onore del dissidente Liu Xiaobo, ancora in carcere con l’accusa di “sovversione di stato”.

La foto della rassegna stampa è tratta dal Carattere Cinese "Zai Jie tou", vitale photoblog, progetto-contenitore di sessanta fotografi di diverse parti della Cina. É uno spazio condiviso e condivisibile, dove i fotografi, più o meno professionisti, si pubblicano e si confrontano. Lo abbiamo scelto perché offre una varietà unica di punti di vista su quello che succede giornalmente in questo paese. Rappresenta così in modo diretto i gesti, gli sguardi, i giochi e gli oggetti che suscitano scenari e racconti individuali in una strada della Cina: qui la scheda, qui le foto.