La settimana di Tian’anmen: intervista ad una delle madri, uno speciale e la Shanghai Cooperation Organization che tesse fila strategiche internazionali. In mezzo la morte misteriosa di un dissidente cinese
Allarme! stanno arrivando i petizionisti!
Lunedì 4 giugno: 23 anni, la voce di una madre
23 anni di silenzio di stato. Oltre duecento gli studenti morti in piazza accertati, ma si pensa siano stati almeno dieci volte tanto. La lucida opinione dell’ultra settantenne Zhang Xianling, fondatrice assieme a Ding Zilin delle Madri di Tian’anmen. L’intervista di China Files.
Martedì 5 giugno: non c’è pace per Chongqing
Dopo il terremoto politico che ha destituito Bo Xilai, sono tornate le proteste. Si tratta di contestazioni da parte degli abitanti del distretto di Wansheng, un quartiere benestante che secondo le autorità deve essere “unito” ad un altro distretto.
Mercoledì 6 giugno: non si fermano le dighe
Il ministro per l’Ambiente raccomanda prudenza nella costruzione delle nuove dighe sullo Yangtze e invita le autorità a eseguire dei controlli accurati sull’impatto ambientale. Ma gli ambientalisti non sono convinti. Il suo ministero è troppo debole per fermare la costruzione dei mega progetti.
Giovedì 7 giugno: il patto di Shanghai
I leader dei Paesi che compongono la Sco riuniti per trovare strategie congiunte e pensare al futuro. Tra sicurezza, Siria, Iran, Afghanistan e accordi commerciali: specie tra Russia e Cina (ma non sul gas).
Venerdì 8 giugno: morte accidentale di un dissidente
È morto Li Wangyang, attivista detenuto in seguito ai fatti di Tian’anmen. Le autorità bollano la vicenda come un suicidio e impediscono alla famiglia di vedere il corpo. Ma secondo chi lo conosceva Li non era tipo da fare un gesto simile. La rete si mobilita con una petizione. Firma anche Ai Weiwei.