Rassegna settimanale dei media asiatici

In by Gabriele Battaglia

L’incontro con Eli e Tomaso, da cinque anni in carcere a Varanasi. L’inchiesta di Roberto Ciccarelli sul futuro del Museo di arte orientale a Roma. Il volto prossimo di Tokyo, in vista delle Olimpiadi. Le scuole private pakistane contro Malala. Le ragioni per le quali Modi ha nominato un ministro per lo yoga. Buon weekend. Lunedì, 10 novembre: India – Cinque anni in carcere: la storia di Eli e Tomaso
Eli e Tomaso sono due ragazzi italiani detenuti nel carcere di Varanasi da cinque anni. Sono accusati dell’omicidio di un terzo ragazzo italiano, Francesco Montis, morto nel febbraio 2010. La vita in carcere, le letture, l’attesa per la sentenza: siamo andati con Marina, madre di Tomaso, a intervistarli.

Martedì, 11 novembre: All’Esquilino non c’è spazio per il museo d’arte orientale

Riproponiamo qui un’eccellente inchiesta firmata da Roberto Ciccarelli per il manifesto. Il Ministero dei beni culturali ha intenzione di spostare il museo nazionale di arte orientale Giuseppe Tucci dalla sua sede storica nel cuore del quartiere multietnico dell’Esquilino, a Roma. Finirà all’Eur, in un’ala dell’Archivio centrale di Stato. Struttura inadatta individuata per contenere i costi. Ma a guardar bene, le spese potrebbero toccare i 15 milioni di euro.

Mercoledì,12 novembre: Giappone – Tokyo 2020: stadio nuovo e meno pali della luce

Se tutto va come da programma, nel 2020 vedremo una Tokyo molto diversa da com’è oggi. Ci sarà un nuovo mega-stadio nazionale e, forse, meno pali di luce e telefono. Entro sei anni – il periodo che ci separa dall’inizio delle seconde Olimpiadi di Tokyo – la capitale giapponese dovrà essere al massimo dello splendore, dell’efficienza e dell’innovazione: ne va della "salvezza" della faccia nazionale.

Giovedì, 13 novembre: Pakistan – Le scuole private contro Malala Yousafzai

Un gruppo di scuole private pakistane ha deciso di osservare l’I am not Malala day, giorno di protesta contro Malala Yousafzai, premio Nobel per la pace 2014 accusata di non rappresentare il Pakistan, bensì le potenze occidentali. Per una cospicua minoranza, la giovane attivista per i diritti dell’infanzia sarebbe uno strumento politico nelle mani degli Usa.

Venerdì, 14 novembre: India – Perché serve un ministro dello yoga

Nel recente rimpasto e allargamento della squadra di governo, il premier indiano Narendra Modi si è inventato una nuova carica: il ministro dello yoga. Frizzi e lazzi nelle redazioni del globo. Qui, nell’ostinata convinzione che Modi non sia né un pagliaccio né uno stupido, proviamo a ragionarci allargando un po’ la questione.

[Foto: Samarcanda: Credit: Gabriele Battaglia]