Pubblicità con Mao: multato karaoke

In by Simone

Mao Zedong amava ballare e sicuramente avrebbe amato molto anche cantare. Il fatto è che in Cina, talvolta, l’umorismo latita. Ed ecco che l’associazione tra i due fattori ha finito per creare problemi ad un bar karaoke della provincia di Zhejiang (sud cinese). Nei cartelloni pubblicitari del locale, l’ex timoniere appariva infatti ritratto microfono alla mano. Non si può e per la trovata commerciale, il bar karaoke ha pagato tutto, e molto caro.

In occasione della festa nazionale del primo ottobre, il karaoke 0576 nel quartiere di Luqiao a Taizhou, ha inaugurato la propria comunicazione con due poster di Mao in una delle sue pose tradizionali: schiena dritta e rigida, mento appuntito e mano sinistra tesa. Quasi. Perché, invece di tenere il libretto rosso, come in quasi tutti i manifesti di propaganda, in mano aveva un microfono enorme. La didascalia diceva: “L’età del boom cinese: celebrate la giornata nazionale”.

I manifesti di colore rosso e la loro grandezza hanno catturato l’attenzione, ma non come si sarebbe aspettato il gestore e proprietario del bar. Secondo il China News Service, i clienti si sono lamentati perché “l’uso del presidente Mao per favorire attività commerciali è contrario al sentimento nazionale e rischia di compromettere l’immagine del grande uomo”.

Il Responsabile del bar karaoke, invece, avrebbe giurato di voler diffondere un messaggio positivo. Risultato: manifesti rimossi e bar multato. “In Cina, la rappresentazione in negativo dei leader è sicuramente illegale, ma non è autorizzata neppure quella positiva nel caso vi siano alla base motivazioni commerciali”, ha detto Zhai Gemin, avvocato di Pechino specializzato nella difesa della proprietà intellettuale.

“Le autorità sono di solito relativamente indulgenti nei confronti degli artisti che giocano con le immagini dei leader", ha ribadito Zhai, “ma i vari gadget maoisti venduti ovunque nel paese, di fatto sarebbero illegali”, ha precisato.

Nel 2007, il Ministero del Commercio e dell’Industria aveva rilasciato una direttiva in cui ricordava il divieto di utilizzare le immagini dei leader del Partito comunista o di governo, presenti o passati, vivi o morti, per scopi commerciali.