Progetto Amico – Le falle del ‘sistema Italia’

In by Simone

Fabio Mercurio e Rosario Di Maggio sono due cervelli in fuga italiani che vivono a Shanghai. Entrambi riconoscono le stesse falle del "sistema Italia": ambiguità dell’iscrizione all’Aire, inefficienze del sistema italiano, poca offerta culturale, provincialismo e arretratezza del Bel Paese in campo accademico…
Il mercato cinese è il più importante per quanto riguarda la produzione, ma oggi si sta affermando anche come mercato d’acquisto di beni stranieri. In questa dinamicità che vivacizza le previsioni di mercato verso una continua diversificazione lavora il Dott. Fabio Mercurio. Classe 1979, napoletano, con una laurea in economia e MBA a Shanghai, Fabio corrisponde perfettamente alla definizione di “cervello in fuga” cosciente «perché l’Italia è un Paese che spreca le sue risorse umane e finanziarie».

Dopo aver lavorato presso alcune strutture diplomatiche negli Stati Uniti e aver vissuto in Cina dal 2006, Fabio non esita a dire che l’Italia non ha una gestione sistemica dei propri fondi. Un esempio su tutti è la duplicazione di uffici che si occupano della stessa materia: Ice, Camera di Commercio e Ufficio Economia dell’Ambasciata. Inoltre, ha toccato con mano quelle che sono le mancanze del “Sistema Italia”.

Fabio ha infatti una moglie taiwanese e una bambina appena nata, a cui vorrebbe poter garantire un’istruzione italiana, al momento inesistente in Cina. […] . Fabio non è d’accordo nemmeno con il sistema dell’Aire, che, oltre ad essere poco chiaro, non apporta alcun beneficio agli iscritti a parte l’applicazione del divieto della doppia imposizione fiscale a chi lavora all’estero.

La sua esperienza cinese rappresenta la sua vita visto che per lui e la sua famiglia un ritorno in Italia appare impossibile. Per Fabio la Cina è stato un amore graduale, senza shock culturali né particolari problemi. Si è appassionato delle dinamiche di sviluppo di un Paese dalle peculiarità precise e dalle rigidità affascinanti, con cui ormai convive benissimo, grazie allo studio approfondito della lingua cinese e alle sue capacità di adattamento che gli hanno consentito oggi di esprimere al massimo il suo potenziale umano e professionale nella prestigiosa sede della A.T. Kearney presso la Hang Seng Bank Tower di Shanghai.

Affine all’esperienza di Fabio è quella del Dott. Rosario Di Maggio. Siciliano, con pregresse attività in altri Paesi prima di giungere in Cina, passando per l’esperienza della Camera di Commercio. Anche lui lavora presso una società di consulenza a Shanghai, dopo aver conseguito un MBA ad Hong Kong, una laurea in scienze internazionali e diplomatiche e aver vissuto in Asia dal 2002.

Rosario ha evidenziato gli stessi problemi rilevati da Fabio: ambiguità dell’iscrizione all’AIRE, inefficienze del sistema italiano, poca offerta culturale, provincialismo e arretratezza del Bel Paese in campo accademico, in cui mancano programmi di dual-degree, e l’offerta post-lauream è cara e scarsamente interessante.

«Quando mi arrivano i curriculum di ragazzi italiani di 32 o 33 anni, disposti a fare anche stage non retribuiti, sento un senso di frustrazione per il mio Paese. Anche qui in Cina ormai il mercato del lavoro è cambiato: la competizione è altissima e gli altri Paesi hanno una maggiore cognizione del valore di una laurea e delle esperienze post-lauream». Rosario non prevede di tornare in Italia, anzi con suo fratello Calogero a Canton sta cercando di portare tutta la sua famiglia in Cina.

* Questo è uno stralcio di "Sulle orme di Marco Polo: Italiani in Cina. Progetto A.M.I.C.O (Analisi della Migrazione degli Italiani in Cina Oggi )" di Giovanna Di Vincenzo, Fabio Marcelli, Maria Francesca Staiano. Tau editrice