Pillole di Cina – Ma che diamo, i numeri?

In Cina, Cultura, Pillole di Cina by Isaia Iannaccone

Usando i numeri ricavati dall’osservazione della Natura i Cinesi spiegavano gli avvenimenti terreni in modo razionale senza rimanere sorpresi quando le cose belle o quelle brutte arrivavano. In questa Pillola Isaia Iannaccone spiega la ricaduta che  il 5, il 7 e l’8 hanno sulla vita delle persone, sull’organizzazione sociale, e anche sull’umore, e sulle possibilità di provare a correggere per il meglio certi avvenimenti.

Se è vero che tutti possiamo attraversare momenti di duro sconforto perché messi alla prova dagli avvenimenti della vita, è vero anche che ci sono persone – tante, troppe – che, a prescindere dalla consistenza di ciò che accade loro, sono convinte di essere le vittime sacrificali del destino e se ne lamentano continuamente. Insomma, siamo circondati da gente che si cruccia, e geme e si duole sempre e comunque, persino se fa freddo d’inverno e caldo d’estate. Un vero flagello!

Provo a dare un motivo di speranza a questi infelici che infelicitano il prossimo: mettetevi in armonia con la Natura e vedrete che forse riuscirete ad accettare la vita per quella che è, nei suoi momenti migliori e in quelli più difficili. E, soprattutto, non romperete più le scatole a coloro che sono costretti a subire i vostri lai!

Per provare ad agire in armonia con le forze naturali ci si può ispirare a una delle più interessanti speculazioni del pensiero tradizionale cinese, quella, cioè, che mette in relazione aritmetica l’essere umano con l’Universo. Infatti, usando i numeri ricavati dall’osservazione della Natura i Cinesi spiegavano gli avvenimenti terreni in modo razionale senza rimanere sorpresi quando le cose belle o quelle brutte arrivavano, anzi si poteva anche provare correggere il corso degli eventi.

Non è che simile attitudine filosofica sia sconosciuta in Occidente, basti pensare – per dirne due – alla scuola Pitagorica o a quella della cabala di tradizione ebraica che, nonostante l’idea di base e i risultati fossero stati criticati come ascientifici e puerili, sono riuscite a influenzare per secoli intere generazioni di intellettuali e no. Ricordiamo anche che uno dei mezzi di sostentamento di Galileo Galilei, il pioniere del metodo scientifico e dunque della razionalità elevata alla massima potenza, era la compilazione di oroscopi tratti dallo studio e dal calcolo dei moti celesti, previsioni che vendeva a chi ci credeva; e tutti (spero) conosciamo il Dialogo di un venditore di almanacchi e un passeggere di Giacomo Leopardi che sintetizza in modo magistrale la necessità di dovere credere a un futuro migliore indicato dalle stelle per potere affrontare le difficoltà quotidiane. Per il poeta, la felicità è l’attesa di ciò che non si conosce, augurandosi che l’avvenire sia migliore del passato e del presente; in altri termini, la felicità non è che speranza o forse illusione. Pessimismo allo stato puro, infelicità garantita, lamenti in quantità!

I Cinesi, rispetto agli Occidentali, probabilmente perché non influenzati dall’idea che un dio creatore abbia già in atto dei progetti su di noi, hanno però sviluppato una più razionale mistica dei numeri e ne hanno fatto una scienza che per circa tre millenni si è intrufolata in ogni settore della vita umana. Questa mistica risale a periodi che si perdono nella notte dei tempi, e quando la troviamo codificata nei primi testi scritti, essa è già organizzata in modo definitivo nelle sue linee generali.

Per andare sul pratico, ben conscio che tre soli esempi fanno torto al mare magnum della numerologia tradizionale cinese, in questa Pillola mi limito a raccontare la ricaduta che tre numeri – il 5, il 7 e l’8 – hanno sulla vita delle persone, sull’organizzazione sociale, e anche sull’umore, e sulle possibilità di provare a correggere per il meglio certi avvenimenti.

Cominciamo con il numero 5. Esso è importante perché per il pensiero cinese, gli elementi che formano tutto ciò che cade sotto i nostri sensi, e anche che stimolano le nostre sensazioni, sono cinque: Legno, Fuoco, Terra, Metallo, Acqua; essi sono trasformabili l’uno nell’altro in un continuo, complesso e dinamico equilibrio tanto che quelli che noi traduciamo come i Cinque Elementi, in lingua cinese si chiamano Wu Xing 五行, le Cinque Fasi, per dire che essi non sono né stabili né fissi ma in movimento: aumentano, diminuiscono, si bilanciano in ogni essere e in ogni fenomeno. Al volo, ricordiamo che in Occidente si credeva che gli elementi di base che formavano tutte le cose fossero quattro (Aria, Fuoco, Acqua, Terra).

In Cina, a ogni Elemento era legato un punto cardinale (cinque, compreso il Centro), un determinato pianeta (se ne scorgono cinque a occhio nudo), un certo clima, una stagione, un cereale, un animale, etc. E anche gli stati di salute sono classificabili in un sistema quinario. Per spiegarmi meglio propongo di seguito una tabella ricavata riordinando i dati forniti dalle Yueling月令 (Ordinanze Mensili), una testo dedicato all’uranografia, ai riti imperiali, all’organizzazione stagionale e ad altro, compilato tra i secoli VII-III a.C.

 

SUDDIVISIONE QUINARIA DEL MONDO

A PARTIRE DAI CINQUE ELEMENTI (O CINQUE FASI)

5 LEGNO FUOCO TERRA METALLO ACQUA
PIANETI Giove Marte Saturno Venere Mercurio
DIREZIONI Est Sud Centro Ovest Nord
CLIMI vento caldo umidità secco freddo
STAGIONI primavera estate calda estate autunno inverno
CEREALI grano mais miglio riso fagioli
STRUMENTI compassi pesi e misure filo a piombo squadra a T bilance
MINISTERI Agricoltura Guerra la Capitale Giustizia Lavori
COLORI verde/blu rosso giallo bianco nero
ANIMALI DOMESTICI pecora pollo bue cane maiale
ANIMALI SELVATICI tigre cervo orso uccello scimpanzé
ORGANI PIENI fegato cuore milza polmoni reni
VISCERI vescica biliare intestino tenue stomaco intestino crasso vescica
SENSI occhio lingua bocca naso orecchio
TESSUTI tendineo e unghie vasale muscolare pelle e peli osseo
EMOZIONI ira gioia simpatia tristezza paura
SUONI grida riso canto pianto gemito
FLUIDI lacrime sudore saliva muco nasale urina/ sperma
SAPORI acido amaro dolce piccante salato
SFORZI vista camminare sedere giacere stare in piedi
POLSI teso ampio soffice superficiale profondo

 La conoscenza di queste corrispondenze era fondamentale per uomini di governo, funzionari, educatori, medici e tutti coloro che lavoravano con e per il pubblico. A esempio, dall’auscultazione del polso, un buon medico era capace di individuare l’organo o gli organi malati, poteva emettere una diagnosi e una cura che tenevano conto di quali Elementi mancavano o erano in eccesso nel corpo del paziente, e dunque era in grado di consigliare quelle diete animali o vegetali che avrebbero ristabilito il giusto tenore degli Elementi, e calcolare quando iniziare la cura in base alla visibilità dei pianeti, al clima, etc. Insomma, un pratico prontuario cui ispirarsi per ogni caso.

Veniamo al numero 7. Esso è in relazione con la femminilità. Vediamo come se ne serve la più importante delle fonti della medicina tradizionale cinese, lo Huangdi neijing 黃帝內經 [semplificato 黄帝内经] [Classico (di medicina) interna dell’Imperatore Giallo], opera che risale ai secoli VI-III a. C.:

«In una bambina, a 7 anni arrivano a maturazione gli umori dei reni, cambia la dentizione, si allungano i capelli. A 2×7 anni, … appaiono con regolarità le mestruazioni [e la ragazza] può avere dei bambini. A 3×7 anni, gli umori dei reni si diffondono, spuntano i denti del giudizio e la taglia [corporea] è al massimo della crescita. A 4×7 anni, i denti e le ossa sono solidi, la capigliatura è al massimo della lunghezza, il corpo possiede la pienezza delle forze. A 5×7 anni, … il viso comincia a disseccarsi, iniziano a cadere i capelli. A 6×7 anni, … il viso si essicca completamente, i capelli cominciano a imbiancarsi. A 72 anni, … il corpo cade in rovina e [la donna] non [può] più avere figli.»

Lo Huangdi neijing stila analoghe tappe per il maschio che è legato al numero 8:

«Per un uomo, a 8 anni, gli umori dei suoi reni sono al completo, si allungano i capelli, cambia la dentizione. A 2×8 anni gli umori dei reni arrivano alla pienezza, … lo sperma cola in abbondanza ed egli può avere bambini. Etc., etc. etc.»

Similmente a ciò che avviene alle rappresentanti del sesso femminile l’uomo perde vigore a 7×8 anni, quando cominciano a cadere capelli e denti; a 82 anni, i cinque visceri sono molto indeboliti capelli e denti vengono definitivamente persi, inoltre il maschio, a quell’età, non può più camminare diritto. Insomma, inizia lo sfacelo ma senza sorprese, tutto è normale, lo dicono i numeri.

Il testo, corredato da dettagli fisiologici e filosofici, si occupa anche dell’ordine sociale regolato dai numeri. A esempio: ragazzi e ragazze vengono separati a 7 anni ma potranno ricongiungersi a 70 anni; un ragazzo diventa maggiore a 20 anni e si sposa a 30; una ragazza raggiunge la maggiore età a 15 anni e si sposa a 20; prima dei 50 anni una donna deve dormire con il marito; a 70 anni un marito può conservare gli oggetti personali assieme a quelli della moglie, e allora vuol dire che è diventato vecchio e può lasciare il lavoro, si deve preparare alla morte e non può più risposarsi tranne nel caso non abbia figli maschi che possano praticare il Culto degli Antenati: allora può riprendere moglie per cercare di diventare padre (di un maschio, ovviamente, perché solo i maschi celebrano il rito per onorare gli avi).

Se queste tappe sono rispettate, si vivrà in armonia con i numeri cosmici e sarà naturale capire e accettare con ordine e rigore i cambiamenti cui ci sottopone la vita. Questa razionalizzazione rende del tutto inutile i lamenti…

Confucio, nei Lunyu 論語 [semplificato 论语 ], i Dialoghi – una raccolta di suoi insegnamenti e di conversazioni con i seguaci, messi per iscritto dai discepoli dei suoi discepoli – afferma che la felicità è presente in tutte le cose e in ciò che accade, bisogna però sapere tirarla fuori. Ed ecco che ancora una volta il pensiero cinese pone l’essere umano al centro degli avvenimenti, è lui che li provoca ed è sempre lui l’interprete di essi (mediante i numeri, aggiungo), e non una loro vittima. Detto terra terra: non ci lamentiamo sempre di tutto, siamo noi i responsabili della nostra felicità!

Dunque, cogliamo la riflessione di Confucio, e abituiamoci a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno. E basta con il vittimismo!

Ditelo in giro ai lamentosi…

Di Isaia Iannaccone*

**Isaia Iannaccone, nato a Napoli, chimico e sinologo, vive a Bruxelles. Membro dell’International Academy of History of Science, è specialista di storia della scienza e della tecnica in Cina, e dei rapporti Europa-Cina tra i secoli XVI e XIX. È autore di numerosi articoli scientifici, di trattati accademici (“Misurare il cielo: l’antica astronomia cinese”, 1991; “Johann Schreck Terrentius: la scienza rinascimentale e lo spirito dell’Accademia dei Lincei nella Cina dei Ming”, 1998; “Storia e Civiltà della Cina: cinque lezioni”,1999), di due guide della Cina per il Touring Club Italiano e di lavori per il teatro e l’opera. Ha esordito nella narrativa con il romanzo storico “L’amico di Galileo” (2006), best seller internazionale assieme al successivo “Il sipario di giada” (2007, 2018), seguiti da “Lo studente e l’ambasciatore” (2015), “Il dio dell’I-Ching” (2017) e “Il quaderno di Verbiest” (2019)