UPDATE – Per Ai Weiwei una multa da un milione di euro

In by Simone

Le ultime novità su Ai Weiwei sono arrivate via Twitter. Ha ricevuto una cartella esattoriale di 15 milioni di yuan, ovvero oltre 1,7 milioni di euro. La reazione di Ai è chiara: pagherò solo se sono tasse, non se è una ritorsione per le attività che svolgo. Intanto i cittadini si sono organizzati e stanno facendo una colletta. A margine della notizia le segnalazioni di China Files. (UPDATED)
18 novembre – 5pm, Beijing Time – Update

Secondo una nota emessa dall’AFP, Ai Weiwei avrebbe dichiarato di essere sotto indagine
per "pornografia" a seguito di alcune foto pubblicate dall’artista cinese.

8 novembre – 7pm, Beijing Time – Update

Oggi si è occupato della "colletta" per Ai Weiwei anche il South China Morning Post, che ha comunicato con l’artista cinese via telefonto. Di seguito alcun stralci dell’articolo:

Il dissidente e artista Ai Weiwei, dice che la risposta da parte dei sostenitori desiderosi di aiutarlo a pagare i 15 milioni di yuan (18,3 milioni dollari HK) come  onere fiscale è un voto di sfida di fronte alla persecuzione del governo. "Stanno dicendo …questo è il nostro voto, questa è l’unica possibilità che abbiamo per esprimere i nostri sentimenti…per esprimere le nostre opinioni", Ai ha detto ieri.
 
[…] "Sono più che commosso – sento che il mondo è bello e i nostri giovani sono pieni di immaginazione", Ai ha detto, mostrando entusiasmo palpabile al telefono. Le donazioni sono state un gesto simbolico di "potere del popolo", ha aggiunto. Ai si è impegnato a restituire "ogni centesimo" ai creditori.

7 novembre 2011 – 3 pm, Beijing Time – Update
Sina Weibo ha cancellato l’account di Ai Weiwei e quello di Duyanpili, che raccoglieva notizie sull’ammontare dei fondi raccolti per Ai Weiwei. Entrambi gli account continuano a funzionare su Twitter.

7 novembre 2011 – 1
pm, Beijing Time – Update
Il totale dei fondi raccolti per pagare la supposta evasione fiscale di Ai Weiwei è arrivato a 5.290.234 Rmb, pari a 605.643,12 Euro. A quest’ora i creditori di Ai sono 18.829 individui. Hanno donato una media di 32 Euro a testa.

Nel frattempo il Global Times pubblica oggi un editoriale che definisce illegale la colletta per pagare la multa ad Ai Weiwei. Ne traduciamo alcuni brani:

[…] Alcuni esperti hanno sottolineato che questo potrebbe essere un esempio di raccolta illegale di fondi. Nel frattempo, come i media occidentali hanno riportato, Ai ha acquistato un appartamento di lusso a Berlino lo scorso anno e aveva programmato di acquistare uno studio – sempre a Berlino – di 4800 metri quadrati. […]

Potrebbe essere vero che alcune persone in Cina, vorrebbero dargli dei soldi. Alcuni hanno dichiarato che la donazione è come un’intenzione di voto. Ma noi stiamo parlando dell’indebitamento di Ai. […] Il punto è l’evasione fiscale, che alcuni sostenitori di Ai non prendono nemmeno in considerazione.

[…] E ‘ assolutamente normale per un certo numero di persone dimostrare il sostegno nei suoi confronti con donazioni. Ma queste persone sono un numero estremamente ridotto se confrontato con la popolazione totale della Cina. La maggioranza dei suoi sostenitori non può essere considerato alla stregua del pubblico mainstream.

[…] Probabilmente nel futuro Ai si occuperà più di politica che di arte. In Cina, sempre più persone stanno imitando l’approccio di Ai. E probabilmente lo fanno perché il rischio complessivo non è così grande come era una volta. Ma il lucro è evidente.

4 novembre 2011 – 5 pm, Beijing Time – Update
Sono 2381 le persone che hanno pagato con Alipay. Un totale di 665.876,88 Rmb, pari a 75.954,68 euro.

4 novembre 2011 – Update
In sole tre ore e venti minuti sono stati raccolti 396294,22 Rmb (45mila euro) per Ai Weiwei con un totale di 1607 bonifici.

2 novembre 2011 – La notizia è sul South China Morning Post
L’artista  e attivista cinese Ai Weiwei ha comunicato che lo Stato gli ha chiesto il pagamento di 15 milioni di yuan per tasse arretrate e multe. Si tratta di oltre un milione di euro. Secondo l’artista di tratterebbe di “una rappresaglia per le sue critiche al Partito comunista”.

Ai Weiwei, che è stato detenuto per quasi tre mesi quest’anno, ha raccontato che tre funzionari dell’Ufficio esattoriale di Pechino hanno comunicato alla moglie Lu Qing, rappresentante legale di Fake, la sua società di progettazione, le notifiche fiscali. “Se è un problema fiscale, pago – ha specificato l’artista – ma se non lo è non pagherò”. Ai Weiwei, secondo le informazioni pubblicate sul South China Morning Post, avrebbe un massimo di quindici giorni per pagare.

Secondo quanto riportato dall’attivista cinese, 5,3 milioni di yuan sarebbero dovuti le  tasse arretrate, 6,8 milioni di yuan a sanzioni e circa 3 milioni di yuan agli interessi per il ritardo nei pagamenti. Secondo quanto dichiarato dal suo avvocato Pu Zhiqiang al South China Morning Post, se Ai Weiwei non pagherà potrebbe nuovamente perdere la propria libertà: “la pena prende di mira la sua azienda, ma se Ai e la sua società si rifiutano di pagare, la situazione potrebbe peggiorare e lui potrebbe essere di nuovo arrestato”.

La faccenda – secondo il legale di Ai Weiwei – è “ridicola” perché finora non ci sarebbe alcuna prova a dimostrazione dell’evasione fiscale della Fake. Pu ha detto che le autorità hanno confiscato i documenti originali, compresi i suoi libri contabili e le registrazioni delle sue operazioni. Tuttavia, i funzionari non avrebbero accusato l’artista di nessun reato in particolare, almeno per ora.

Ai Weiwei era stato arrestato ad aprile scorso mentre si preparava a partire per Hong Kong. La sua detenzione è arrivata dopo un giro di vite di Pechino iniziato nel mese di febbraio a seguito delle cosiddette rivoluzioni del gelsomino in Cina. Più tardi, dopo una detenzione in località segreta, una via di mezzo tra arresto e rapimento, le autorità avevano accusato Ai di “crimini economici”, tra cui l’evasione fiscale. Lo avevano rilasciato su cauzione a giugno.

I reati a fini fiscali, ha detto Ai Weiwei, “dovrebbero essere nelle mani dell’Ufficio fiscale, non della polizia. Ma è la polizia che mi ha recluso in un luogo sconosciuto per 81 giorni per indagare circa la mia eventuale evasione fiscale”. Secondo quanto affermato da  Ai “le autorità hanno minacciato il contabile della società impedendomi di incontrarlo. Voglio dire questo  – ha aggiunto – se un paese è determinato a fare qualcosa nel mondo, deve proteggere i diritti umani di ogni cittadino. Costruire un sistema legale equo è l’unica opzione. Io non mi sento sicuro nel mio paese”.

Secondo Ai Weiwei, infine, ci sarebbero delle discrepanze negli importi segnalati dalle autorità fiscali. “L’artista ha detto che quando era detenuto, gli ufficiali gli chiesero di pagare fino a 60 milioni di yuan, un importo ridotto a 20 milioni di yuan dopo la sua liberazione. Ora – ha detto – le autorità dicono che sono libero se pago 15 milioni di yuan, una cifra che sarebbe stata impostata sulla base delle mie disponibilità finanziarie”.


China Files ha trattato Ai Weiwei ogni volta che ne ha avuto l’occasione. Per approfondire segnaliamo:
Le traduzioni tratte dal suo primo libro «此时此地, Time and Place», Guilin, 2010.

* Sono nato in un hutong di Pechino, in vicolo del Tofu, nella parte ovest della città . Poi i miei genitori si sono trasferiti, prima nel Dongbei, dove abbiamo vissuto in una foresta e poi nello Xinjiang, dove abitavamo in un fabbricato di case a schiera in stile sovietico. Ho abitato in un dormitorio e, in seguito, in una casa scavata in terra e coperta con foglie di alberi.  [continua a leggere su Caratteri Cinesi]

* Parlare di una città è come parlare dell’anima delle persone […] Pechino è straziante: innumerevoli e immensi compound.[…] In un dato momento  tutti cambiano casa, i vicini non si conoscono più e si perdono gli amici di infanzia. […] Shanghai è più comoda ma è abitata da servi arroganti […] Canton è una città per i cittadini. Ci si vive pressati, stretti, ma se si scende per strada si può mangiare, ci sono piccoli negozi. È una città fresca, viva. [continua a leggere su Caratteri Cinesi]
* Negli ultimi dieci anni la Cina ha avuto incidenti politici, economici e culturali a livello etnico e a livello nazionale che non hanno paragoni. La complessità e le possibilità culturali e politiche causate da tali incidenti non hanno precedenti nella storia dell’umanità. È una forza che sta nel carattere ambiguo, fatalista, indeciso, sfaccettato e cangiante della cultura cinese (che poi corrisponde alla consapevolezza di un cinese della propria posizione all’interno dell’ambiente naturale) e fa sì che le culture di questo tipo possano sempre trovare una via d’uscita in situazioni disperate, che possano sempre risorgere. [continua a leggere su Caratteri Cinesi]
E ancora:

* Quando ho incontrato Ai Weiwei la prima volta, sono uscito dal suo ufficio, il Fake Studio, con un sentimento che univa in unico ritratto il fascino del personaggio e una sorta di idealismo che mi appariva disincantato e artistoide, al riparo da danni veri. Era il 2009. [continua a leggere su China Files]

* 22 giugno 2011, a Pechino sono le 22.15. Tutto comincia con il lancio di Xinhua: "Ai Weiwei è stato rilasciato su cauzione sia per la sua buona volontà nel confessare i crimini, sia per la malattia cronica di cui soffre"
ore 22:29 RT @MerlotN:
Xinhua News Agency: Ai Weiwei libero su cauzione. Fate tutti uno screenshot della pagina web rapidamente in modo che non si possa dire che non c’era.
ore 23:24 RT @liu_xiaoyuan:
Alle 11 ho mandato un sms ad Ai Weiwei. Mi ha appena risposto. è uscito!!!
ore 23:27 RT @yanpingui: A mezzanotte usciamo per la festa alcolica di Twitter. Brindiamo alla libertà del vecchio Ai: alla goccia!
ore 23:51 RT @dgbao: Vaffanculo! Erano secoli che non mi uscivano le lacrime dal naso. @Aiww  [continua a leggere su China Files]

* Pornomane, sospetto evasore di tasse ed agita folle. Questi alcuni degli epiteti coi quali Ai Weiwei si descrive nel suo profilo di Google+, il nuovo social network targato Mountain View. Dal 25 luglio ad oggi Ai ha pubblicato solo due post telegrafici: “Sono arrivato, salve” e un autoscatto dall’alto al basso, occhi fissi nell’obiettivo. [continua a leggere su China Files]

Molto altro abbiamo scritto e molto altro scriveremo. Per il momento segnaliamo anche il recente documentario della Bbc, Without Fear or Favor. Buona visione!