Oggi in Cina – Xinjiang, primo giro di condanne

In by Gabriele Battaglia

Un primo giro di condanne a morte in seguito agli attentati delle ultime settimane in Xinjiang. Dopo Tian’anmen, dai maggiori social network sono spariti alcuni post considerati sensibili. A breve sarà pubblicato il "libretto rosso" di Xi Jinping, con oltre 200 citazioni dai discorsi del presidente. Alibaba acquista metà dei Guangzhou Evergrande. Per spingere l’innovazione in arrivo quasi 700 esperti stranieri. XINJIANG: PRIMO GIRO DI CONDANNE
Nove persone sono state condannate a morte ieri nello Xinjiang con l’accusa di terrorismo.
I tribunali in tutta la regione hanno sanzionato in tutto 81 persone per reati come omicidio, incendio doloso e appartenenza a un’organizzazione terroristica, riferiscono i media cinesi di Stato. La settimana scorsa, 55 persone erano state condannate in un processo pubblico svoltosi in uno stadio.
Le organizzazioni per i diritti umani sollevano qualche dubbio su processi così complessi che si sono però conclusi nel giro di 48 ore.
I verdetti di ieri sono stati annunciati in parallelo alla notizia dell’arresto di 29 “sospetti terroristi” a Urumqi per incitamento alla secessione, dopo che avevano raccolto una folla “per disturbare l’ordine sociale e incitare all’odio razziale”, secondo l’ufficio del pubblico ministero del capoluogo di provincia. Le autorità hanno lanciato una massiccia operazione contro il terrorismo, dopo una serie di attacchi violenti nello Xinjiang e in altre città della Cina, avvenuti nelle ultime settimane, l’ultimo dei quali ha provocato 39 morti in un mercato di Urumqi. Le autorità accusano delle violenze i separatisti uiguri, l’etnia musulmana dello Xinjiang.

POST TIAN’ANMEN: COME HA FUNZIONATO LA CENSURA?
Fino alla mattinata del 4 giugno, sui maggiori social network cinesi si poteva leggere un po’ di tutto. Certo, non espliciti riferimenti al 25esimo anniversario di Tian’anmen, ma giochi di parole, immagini e riferimenti abbondavano. Poi, dalla tarda mattinata, tutti i post “sensibili” hanno cominciato a scomparire alla velocità della luce. Come funziona la censura cinese e come ha funzionato questa volta? Raccogliamo la testimonianza di alcuni esperti e “insider”.

ARRIVA IL “LIBRETTO ROSSO” DI XI
Ci eravamo già accorti della sua predisposizione alla metafora e alla narrazione poetica. Ora la conferma. Il presidente cinese Xi Jinping avrà un onore simil-maoista con la pubblicazione di “Osservazioni di Xi Jinping sull’approfondimento complessivo delle riforme”, una raccolta di 274 citazioni tratte da più di 70 discorsi, istruzioni scritte e osservazioni, a partire dal momento in cui è diventato segretario generale del partito, il 15 novembre 2012 (fino al al 1° aprile di quest’anno).
Alcune perle della collezione sono già state rese note e a un primo sguardo mischiano appelli estremamente urgenti a una retorica antica: “Se contribuisci ad alleviare l’inquiname.nto atmosferico e a risolvere il problema dello smog, sarai onorato e considerato un eroe”. E come non essere d’accordo con “dobbiamo stare attenti a non cadere nella trappola delle divisioni o dell’occidentalizzazione. Non possiamo usare la scusa delle riforme per i nostri interessi”.
Creare un “libretto rosso” Xi-ista (ora forse si può dire) farcito di massime ha soprattutto una funziona politica: scolpire il suo percorso riformista nel marmo, stabilire che da lì non si torna indietro, affermare la sua autorità.

ALIBABA NEL PALLONE
Ha deciso di comprarlo dopo avere preso un drink a Hong Kong con l’attuale proprietario Xu Jiayin, il più ricco palazzinaro cinese. Jack Ma, fondatore di Alibaba – il colosso dell’ecommerce cinese – entra nel mondo del pallone acquistando il 50 per cento del Guangzhou Evergrande, il club allenato da Lippi, campione di Cina e vincitore della Champions League asiatica.
È probabilmente già la squadra più ricca dell’Estremo Oriente, e ora piovono nelle sue casse anche i soldi della più solida e innovativa azienda IT cinese. Proprio l’aspetto business genera però molti dubbi. Da un lato, c’è chi pensa che la cessione del 50 per cento di quote da parte del proprietario metta a nudo la crisi del settore immobiliare cinese, dove i prezzi sono da tempo in calo. La bolla sta scoppiando? Dall’altro, ci si chiede se la mossa di Alibaba non sia un inutile allontanamento dal core business, che insospettisce molti investitori.

INNOVAZIONE: DOVE LA VADO A PRENDERE?
Il bisogno della Cina di tecnologie avanzate e innovazione per superare la “trappola del reddito medio” (l’ormai assodata insostenibilità del modello di sviluppo basato su bassa qualità e bassi salari) è ormai proverbiale. Ma l’ambiente giusto per produrre intelligenza non si inventa dall’oggi al domani, specie in un mondo dove la circolazione di pensiero è vista ancora come un problema. E allora, nel frattempo, l’intelligenza la si compra all’estero con una pianificazione che ricorda un piano quinquennale.
Pechino lancia un programma per reclutare 677 esperti stranieri, nel corso di quest’anno, al fine di promuovere l’innovazione e lo sviluppo nel campo della scienza e dell’industria, ha dichiarato l’autorità delle risorse umane della capitale cinese. Dei 677 lavoratori stranieri, 280 saranno esperti di tecnologia destinati alle università, agli istituti di ricerca e alle imprese. Dovranno avere un dottorato di ricerca. La metà dei 280 “eletti” sarà pescata in settori considerati strategici ed emergenti: ricerca medica, scienze dell’informazione, nuove fonti energetiche e scienza dei materiali, tutela ambientale e ingegneria.