Oggi in Cina – India, fare affari per superare le tensioni

In by Gabriele Battaglia

Xi Jinping in India: i colloqui tra il presidente cinese e il neopremier Narendra Modi, come prevedibile, si concentrano maggiormente sul business. Il giorno di Alibaba: le azioni del colosso ecommerce cinese sono state valutate 68 dollari. Concluso il processo a Ilham Tohti. INDIA-CINA UPDATE
Come previsto, i colloqui indiani tra Xi e Modi stanno prendendo una piega incentrata sul business, inteso però come strumento per superare anche le tensioni politiche (tipica ricetta che la Cina applica sia in casa sia fuori). I media cinesi sottolineano il clima informale che si è stabilito tra i due, mentre molto più concretamente sono stati siglati accordi per 20 miliardi di dollari di investimenti cinesi, lo sviluppo di ferrovie ad alta velocità, altri accordi per 3 miliardi di dollari nel settore aeronautico e delle telecomunicazioni, la creazione di due parchi industriali, mentre si discute di collaborazione nel settore dell’energia nucleare (previsti acquisti di reattori cinesi da parte indiana per 150 miliardi di dollari). In Cina, verranno aperte maggiormente le porte ai prodotti farmaceutici e agricoli indiani. Infine, la Cina dichiara ufficialmente di appoggiare le candidature sia dell’India sia del Pakistan alla Shanghai Cooperation Organization (la “Nato d’Oriente”).
Intanto, il Dalai Lama prova a giocare il ruolo del terzo incomodo facendo presente – da Mumbai – che la mancata soluzione del problema Tibet è un rischio anche per l’India. Modi ha però riaffermato che il Tibet è parte integrante della Cina e che ai tibetani in India non è permesso svolgere attività anticinesi.

IL GIORNO DI ALIBABA
Nel suo lancio a Wall Street, le azioni del gigante cinese dell’e-commerce, Alibaba, sono state valutate 68 dollari, cioè ai livelli più alti delle quotazioni. La compagnia di Jack Ma potrebbe rastrellare quasi 22 miliardi di dollari, una delle Ipo maggiori della storia. Intanto si susseguono le voci che il fondatore della compagnia, che detiene ancora circa il 9 per cento delle azioni, vorrebbe trasferirsi all’estero come tanti ricchi cinesi che esportano ricchezze, famiglie e se stessi. Lui nega, giurando amore eterno per Hangzhou, la città dove è nato, cresciuto e ha creato la propria fortuna sfidando le imprese di Stato.

STATO DI DIRITTO VS PROCESSO TOHTI
Si è concluso il processo di due giorni a Ilham Tohti, l’intelletuale uiguro accusato di separatismo e detenuto da inizio anno. Il verdetto sarà comunicato la settimana prossima, ma il suo avvocato dice di prevedere una condanna a 10 anni. Durante il processo, Tohti si è dichiarato innocente e ha rivendicato di avere sempre cercato il dialogo tra etnie, mentre l’accusa ha procurato decine di articoli dell’intellettuale per provare l’imputazione secondo cui avrebbe fomentato separatismo e odio etnico. Dal mondo legale giungono molte denunce su come è stato condotto il procedimento penale.
Paradossalmente, un convegno organizzato a Pechino a cui partecipano trenta Paesi è giunto intanto alla conclusione che lo Stato di diritto cinese sta facendo passi da gigante. Anzi, la campagna anticorruzione in corso darebbe ulteriore slancio a questo progresso. 

[Foto credit: asiancorrespondent.com]