Oggi in Cina – Le “convinzioni errate” delle Corti

In by Gabriele Battaglia

Le convinzioni errate delle giustizia cinese secondo il professore He Jiahong. Troppe le sentenze rovesciate all’anno. Sarebbe quasi pronta la task force per gestire l’opinione pubblica online. Continuano le ricerche dell’Mh370 della Malaysian Airlines. E la Cina mette a disposizione 10 satelliti. Le convinzioni errate della giustizia cinese

Nel 1994, Zhang Aiqing litigò con suo marito e qualche mese dopo fu trovata morta. Il marito su accusato del suo omicidio e imprigionato. Undici anni dopo il vero colpevole ha confessato.

Una storia esemplare di quanto la giustizia cinese è passibile di errore raccolta dal professore di legge He Jiahong e recentemente pubblicata anche in inglese. Non poteva uscire in un momento migliore.

La Repubblica popolare si è recentemente convinta ad abbandonare pratiche come la confessione mediante tortura e lo stesso Shen Yong, vice presidente della suprema Corte del popolo, ha espresso le sue preoccupazioni verso “le convinzioni errate” che troppo spesso portano le Corti cinesi ad emettere condanne su prove molto labili o addirittura inconsistenti.

Un fatto ancora più grave se si pensa che secondo i dati ufficiali solo nel 2013 quasi 7500 sentenze sono state rovesciate dalle evidenze dei fatti.

Gestire l’opinione pubblica in rete

La Cina sta formando la prima ondata di “specialisti nella gestione dell’opinione pubblica in rete”. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa governativa Xinhua, questo avviene perché è una problematica “che è diventata un compito enorme per i funzionari di qualsiasi livello e per la leadership”.

Dalla fine del 2012, quando il presidente Xi Jinping è arrivato ad occupare il vertice della piramide politica cinese, le autorità hanno condotto un giro di vita senza pecedenti sugli attivisti che chiedevano trasparenza e sui cosiddetti “rumor online”.

L’aereo non si è ancora trovato. E la Cina mette a disposizione 10 satelliti

La Cina mette a disposizione anche 10 satelliti per trovare l’aereo della Malaysia Airlines scomparso l’8 marzo con a bordo 239 passeggeri. Intanto l’area scandagliata per le ricerche è stata raddoppiata e ancora non sono stati trovate tracce direttamente ricollegabile a resti del veivolo.

Intanto impazza la polemica sul mancato controllo dei passaporti (almeno due persone a bordo con passaporti rubati) e cresce la paura di essere di fronte a un attacco terrosristico (ma al momento ancora nessun dato che possa far propendere per quest’ultima ipotesi).

[Foto credits: thebeijinger.com]