Oggi in Cina – Alibaba pronta a lottare contro il governo

In by Gabriele Battaglia

Alibaba contro il governo: il colosso ecommerce cinese risponde alle accuse sulla vendita di prodotti contraffatti e scadenti. Pu Zhiqiang accusato ufficialmente di raccogliere dissenso e provocare disordini. La censura su internet favorisce le aziende cinesi ma penalizza gli affari degli operatori in altri settori. Indagine del Pcc sulle morti sospette di funzionari. ALIBABA E’ PRONTA A LOTTARE CONTRO IL GOVERNO

“Accettiamo un’onesta supervisione, ma ci opponiamo alle omissioni selettive e alle calunnie. Le conclusioni tendenziose frutto di un metodo scorretto hanno inflitto un danno serio e irreparabile a Taobao e all’ecommerce cinese”. Così in un comunicato pubblicato sul suo account ufficiale di microblog Alibaba risponde alle accuse dell’amministrazione statale dell’industria e del commercio sulla vendita di prodotti contraffatti e scadenti.

In Cina è la prima volta che un’azienda si oppone così apertamente alle critiche governative, ma Alibaba – che è fresca fresca dell’opa più grande della storia – ha intenzione di presentare un “reclamo formale” all’azienda statale. Ieri le sue azioni hanno perso più del 4 per cento.

CASO PU ZHIQIANG. ESPRIMERE UN’OPINIONE E’ REATO

Sono state finalmente rese note le accuse contro l’avvocato Pu Zhiqiang, arrestato a maggio scorso per aver partecipato a un piccolo evento che voleva commemorare il 25esimo anniversario da Tian’anmen. Secondo il suo avvocato Mo Shaoping, si tratta di una trentina di brevi frasi critiche e sarcastiche contro il Partito comunista che l’avvocato ha scritto tra il 2011 e il 2014 sul suo account personale Weibo [il twitter cinese].

Ora è formalmente accusato di “raccogliere dissenso e provocare disordini” incitando all’odio etnico e al separatismo. Pu Zhiqiang è un avvocato di grido che ha difeso sia famosi dissidenti – ad esempio l’artista Ai Weiwei – sia gente semplice come i contadini che devono difendersi dai funzionari corrotti. Il suo eloquio è ciò che lo ha reso celebre.

C’E’ MODO E MODO DI ‘BUCARE IL FIREWALL CINESE

Dalla prospettiva di Zhongnanhai, le persone incaricate di creare il sistema di filtri per l’internet cinese sono dei geni. Non solo eliminano potenziali "minacce per la stabilità sociale" che potrebbero diffondersi con il tam tam sulla rete, ma proteggono anche le aziende informatiche locali.

Favoriscono lo sviluppo di social network, motori di ricerca, client di mail cinesi che, oltre a essere più controllati, si arricchiscono sul quasi esclusivo accesso a un mercato enorme: 650 milioni di internauti. L’ultimo attacco è ai servizi di vpn straniere, quei servizi di criptaggio e ridirezionamento che ci permettono di "bucare" il grande firewall cinese e di accedere a siti altrimenti bloccati sul territorio della Rpc.

E non è più solo un problema di diffusione di informazioni. La censura sta diventando anche un problema economico. Se aziende non riescono ad usare servizi base come gmail, wetransfer etc (oltre a google, facebook, twitter etc.), lavorare diventa un problema.

CINA – IL NESSO TRA SUICIDI E CORRUZIONE

Il Pcc ha aperto una nuova indagine nazionale sulle “morti non naturali” dei funzionari dal 2012 a oggi, ovvero nel periodo della presidenza di Xi Jinping con un focus speciale sui suicidi. Solo nella prima metà del 2014, 8110 funzionari sono stati indagati per corruzione, di questi il 99,8 per cento sono stati ritenuti colpevoli ovvero ne sono usciti pulite solo 14 persone.

Sono in molti a denunciare che sono sempre più frequenti i casi di funzionari che si suicidano. Per il 2014 se ne conoscono 40 casi, comunque un numero superiore a ogni altro anno degli ultimi trent’anni. 

[Foto credit: ibtimes.com]