La Corte costituzionale emette la sentenza sulla prima ministra Yingluck Shinawatra: dovrà dimettersi dopo che è stata trovata colpevole di abuso di potere. Per luglio sono attese nuove elezioni. Il premier giapponese Shinzo Abe a Bruxelles dichiara che la Cina è una preoccupazione per la comunità internazionale. Fermato in un tratto di mare conteso tra Cina e Filippine un peschereccio cinese che trasportava 500 tartarughe. THAILANDIA – Via Yingluck Shinawatra
Quando sono trascorsi mille giorni dal suo insediamento, la corte suprema thailandese ha stabilito che la premier Yingluck Shinawatra, da mesi con un incarico a interim, si dovrà dimettere per abuso di potere.
Almeno da novembre la sorella del controverso ex primo ministro Thaksin Shinawatra è bersaglio delle manifestazioni dell’opposizioni, che ne chiedevano le dimissioni per portare l governo un non meglio precisato comitato del popolo. Alla fine a scalzare la premier è stata l’accusa di aver indebitamente trasferito di incarico l’ex capo della sicurezza nazionale, nominato dal precedente governo e considerato vicino all’attuale opposizione.
I giudici hanno inoltre ordinato le dimissioni di tutti i componenti dell’esecutivo che nel 2011 furono coinvolti nella vicenda.
Per la terza volta la Corte costituzionale interviene contro il premier. Era già successo in due occasioni nel 2008, entrambe le volte a dimettersi furono due primi ministri vicini a Thaksin, a sua volta deposto nel 2006 da un colpo di stato e ora in esilio inseguito da una condanna in contumacia per corruzione. In teoria l’attuale governo, o ciò che ne rimane, dovrebbe restare in carica fino alla nomina di un nuovo esecutivo.
A luglio il Paese andrà nuovamente alle urne, quando sono trascorsi pochi mesi dalle elezioni di febbraio invalidate a causa del boicottaggio dell’opposizione.
La decisione della Corte rischia tuttavia di gettare benzina sul fuoco delle tensioni in un Paese politicamente polarizzato tra i sostenitori del clan Shinawatra, che ha il sostegno delle aree rurali e delle classi più svantaggiate, e quelli dell’opposizione, in gran parte esponenti della classe media urbana e dei sostenitori a oltranza della monarchia.
GIAPPONE – Abe alla Nato, politica estera cinese "preoccupazione" internazionale
Shinzo Abe, primo ministro giapponese, ha siglato un nuovo accordo di cooperazione tra Giappone e Nato. Un accordo destinato a suscitare polemiche in Cina, mentre è in corso tra i due paesi asiatici una contesa sulle isole Senkaku/Diaoyu.
Punti essenziali dell’accordo sono le operazioni di lotta alla pirateria, missioni umanitarie e soccorso in caso di disastro.
Durante una conferenza congiunta con il segretario generale NATO Rasmussen, Abe, che in questi giorni si trova in missione in Europa, ha dichiarato che il Giappone "non accetterà violazioni allo status quo" in Asia orientale.
Il riferimento è alla Cina, i cui crescenti investimenti nel settore militari "preoccupano" non solo il Giappone ma "tutta la comunità internazionale".
FILIPPINE – Fermato un peschereccio cinese nel mare conteso
La polizia filippina ha catturato un peschereggio cinese in un tratto di mare conteso con la Cina e ha trattenuto l’equipaggio di 11 persone.
L’imbarcazione è stata trovata nei pressi delle Isole Spratly e aveva un carico di 500 esemplari di tartaruga marina in via di estinzione.
Il ministero degli Esteri cinese ha definito l’episodio “una provocazione” e ha richiesto ufficialmente il rilascio immediato dei pescatori, che sono stati portati in un port non identificato delle Filippine.
Manila e Pechino sono coinvolte in una contesa sulla sovranità territoriale nel Mar cinese meridionale. Di recente il presidente filippino Benigno Aquino ha paragonato l’aggressività cinese nelle contese territoriali a quella della Germania nazista.
[Foto credits: Afp]