Oggi in Asia – Un muro di ghiaccio per Fukushima

In by Simone

Un muro di ghiaccio per arginare le perdite radioattive a Fukushima e tranquillizzare il mondo per la candidatura di Tokyo alle Olimpiadi 2020; in Malaysia si taglia sulla benzina per rafforzare il welfare, mentre il governo indiano ancora non trova documenti del Coalgate e viene accusato di corruzione.
GIAPPONE – Un muro di ghiaccio per Fukushima

Il portavoce del governo Yoshihide Suga ha annunciato fondi per 47 miliardi di yen (357 milioni di euro) per la realizzazione di un muro di ghiaccio attorno alla centrale nucleare di Fukushima. La barriera di ghiaccio dovrebbe permettere di isolare le perdite di acqua radioattiva, evitando il rischio di contaminazione delle acque sotterranee.

Il muro di ghiaccio verrà realizzato iniettando all’interno dei tubi un liquido congelante, bloccando le perdite che negli ultimi mesi avevano alzato il livello d’allerta delle autorità.

La Bbc sottolinea come l’annuncio di quest’ultima misura di sicurezza arrivi a pochi giorni dall’annuncio della sede delle Olimpiadi 2020, dove tra le città candidate figura anche Tokyo.

MALAYSIA – Tagliare sulla benzina per aiutare il welfare

Per la prima volta negli ultimi due anni il governo di Kuala Lumpur ha annunciato un giro di vite nei sussidi per controllare il prezzo del carburante. La manovra, che entrerà in vigore da lunedì prossimo, permetterà un risparmio di 3,3 miliardi di ringgit (755 milioni di euro).

Secondo il primo ministro Najib Razak, andando a diminuire il deficit nazionale attualmente al 4,5 per cento del Pil, aiuterà a ridare impulso e fiducia agli investimenti stranieri.

Secondo i piani dell’amministrazione malaysiana, questa manovra di “consolidamento fiscale” permetterà al governo di destinare fondi al welfare nazionale, seppur non prima dell’ottobre 2014.

INDIA – Il governo non ha nulla da nascondere nel Coalgate

La stampa indiana lo aveva soprannominato Coalgate, uno dei numerosi scandali che ha coinvolto negli ultimi anni il governo di Delhi targato Indian National Congress (Inc). Tra il 2004 e il 2009, secondo il Comptroller and Auditor General of India (Cag, la Corte dei conti indiana), l’allocazione di lotti minerari da parte del governo centrale ha avuto delle rendite al di sotto delle aspettative, dando adito a speculazioni di corruzione.

A seguito di un esposto del partito di opposizione Bharatiya Janata Party (Bjp), la polizia federale indiana Central Bureau of Investigation (Cbi) ha aperto le indagini, richiedendo documenti e memorandum al governo e in particolare al primo ministro Manmohan Singh, all’epoca dei fatti responsabile ad interim delle risorse minerarie. Il governo ha comunicato alla Cbi di non esser stato in grado di reperire una serie di documenti giudicati fondamentali, bloccando di fatto le indagini.

Rispondendo alle accuse di omissione di prove lanciate dal Bjp, il premier Singh durante l’attuale sessione parlamentare ha dichiarato che “il governo non ha nulla da nascondere e si sta impegnando a recuperare i documenti mancanti. Alcuni hanno già tratto le proprie conclusioni, pensando che ci sia qualcosa di losco dietro a questi documenti mancanti, ma sono conclusioni errate”.

[Foto credit: dvice.com]