Oggi in Asia – Un muro di ghiaccio per Fukushima

In by Gabriele Battaglia

A Fukushima iniziano i lavori per la posa del "muro di ghiaccio" che dovrebbe fermare le fuoriuscite di acqua radioattiva nel terreno intorno alla centrale nucleare di Fukushima. In Corea del Sud, l’armatore del traghetto naufragato lo scorso aprile ha chiesto asilo politico all’estero. Accusa di riciclaggio per il leader del partito pakistano Mqm. GIAPPONE – Fukushima, iniziano i lavori del muro di ghiaccio 

Lo hanno chiamato il "muro di ghiaccio" e dovrebbe servire a isolare l’acqua ricca di isotopi radioattivi che fuoriesce dai reattori danneggiati della centrale nucleare di Fukushima Daiichi. 1550 tubi dentro i quali passerà una sostanza refrigerante saranno inseriti nel terreno fino a una profondità di 1,5 km.

Un progetto ambizioso, i cui lavori dovrebbero terminare nel marzo 2015, nel quarto anniversario dell’incidente nucleare, seguito a un potente terremoto e tsunami, ma che suscita perplessità sul suo effettivo funzionamento. Intanto continuano le difficoltà della Tepco, la società elettrica di Tokyo, nella gestione delle fuoriuscite di acqua radioattiva dalle cisterne di stoccaggio.

COREA DEL SUD – Armatore Sewol chiede asilo politico all’estero

Yoo Byung-eun, 72enne armatore del traghetto naufragato in Corea del Sud lo scorso aprile, ha tentato di chiedere asilo politico all’estero. Lo rivela la polizia, spiegando che l’imprenditore e leader di una setta, ora latitante, ha tentato di prendere contatti indiretti con una ambasciata non meglio precisata.

Né è chiaro su quali basi Yoo abbia presentato domanda. L’armatore è ricercato per corruzione, negligenza e truffa nell’ambito delle indagini sul naufragio della Sewol, nel quale lo scorso 16 aprile persero la vita 288 passeggeri. La società operatrice, benché non direttamente controllata da lui stesso, è legata alla famiglia attraverso un complesso sistema di aziende.

La caccia all’uomo è iniziata dopo che Yoo ignorò l’ordine di presentarsi alla polizia per essere interrogato. Rifiuto che portò alla perquisizione del compound della setta evangelica di cui è leader.

PAKISTAN – Altaf Hussain arrestato a Londra per riciclaggio

Altaf Hussain, leader in esilio del partito pakistano Muttahida Qaumi Movement (Mqm), è stato arrestato a Londra con l’accusa di riciclaggio. Hussain vive nella capitale britannica dal 1991, perché ritiene che la sua vita sia a rischio in Pakistan.

L’arresto potrebbe infatti essere la scintilla di nuove violenze nella città di Karachi, feudo del Mqm, partito che rappresenta i musulmani di lingua urdu che si trasferirono dall’India al Pakistan, e teatro negli anni di ondate di scontri settari tra opposte fazioni politiche. Come sottolinea la Bbc, Altaf Hussain, il suo partito e i suoi collaboratori sono al centro di diverse inchieste nel Regno Unito.

La più grave riguarda l’omicidio di uno dei leader del Mqm, Imran Farooq, avvenuto a Londra nel 2010, per il quale ancora nessuno è stato incriminato. 

[Foto credit: cntv.ca]