Oggi in Asia – Sri Lanka, sui tamil ‘niente da nascondere’

In Uncategorized by Gabriele Battaglia

Nello Sri Lanka continuano i preparativi per il vertice dei 53 paesi del Commonwealth, mentre continuano le accuse ai vertici di Colombo di violazioni ai diritti umani.Park Geun-hye sottolinea l’importanza del patrimonio nazionale sudcoreano. Il padre di Aung San Suu Kyi, Aung San, torna sulle banconote. SRI LANKA – Il presidente sfida Cameron: ‘niente da nascondere’

Mahinda Rajapkasa, presidente dello Sri Lanka, fa sapere di non aver “nulla da nascondere” sui crimini di guerra di cui è accusato da più parti. Intanto, denunciano alcuni media occidentali, i controlli sui movimenti di giornalisti e politici stranieri si sono fatti via via più stringenti.

Un caso su tutti è quello che ha visto coinvolti la parlamentare verde australiana Lee Rhiannon e il parlamentare neozelandese Jan Logie, trattenuti e interrogati domenica scorsa mentre cercavano di ritornare in patria dopo un tour di quattro giorni nello Sri Lanka.
Secondo i due, che si trovavano nel paese per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica dei rispettivi paesi sulla questione dei diritti umani nell’isola a largo della penisola indiana, le autorità dell’immigrazione hanno sequestrato i loro passaporti proprio per le loro posizioni sul conflitto tra Colombo e Tigri Tamil.

Le dichiarazioni arrivano nella settimana che vedrà Colombo, la capitale dell’ex Ceylon, ospitare il summit dei 53 paesi membri del Commonwealth. Nei giorni scorsi si sono ripetute le accuse al presidente di aver nascosto l’uccisione di almeno 40mila civili di etnia tamil nelle ultime fasi del conflitto tra i militanti delle Tigri tamil le forze governative, conclusosi nel 2009.
A ottobre il primo ministro canadese Stephen Harper ha annunciato la sua assenza, seguito qualche giorno fa dal primo ministro indiano Manmohan Singh.

David Cameron, il primo ministro britannico, ha ricevuto da più parti inviti a sollevare la questione direttamente con i vertici singalesi. Per questo motivo, Cameron ha promesso di recarsi, portando con sé i giornalisti, nel Nord dell’isola, a Jaffna, uno dei centri del conflitto etnico che in oltre 36 anni ha causato la morte di almeno 100mila persone.

COREA DEL SUD – Sprechi e tutela della cultura

La tutela dei beni culturali ha per la presidente sudcoreana Park Geun-hye la stessa importanza della sicurezza delle centrali nucleari, in dubbio dopo lo scandalo delle certificazioni falsificate.

Del patrimonio culturale sudcoreano si parla perché trascorsi appena sei mesi dalla riapertura, il simbolo della nazione, la porta di Sungnyemun a Seul, pari per importanza a ciò che il Colosseo è per l’Italia,dà i primi segni del cattivo mantenimento, nonostante la ristrutturazione da poco conclusa, costata 25 milioni di dollari, per riparare i danni dell’incendio doloso che la distrusse cinque anni fa.i sudcoreani si chiedono come sia possibile.

Il capo di Stato ha ordinato un’indagine non soltanto sulle condizioni del “tesoro della nazione, ma su tutto il patrimonio culturale verso cui il governo vuole indirizzare l’interesse dei cittadini, facendo leva proprio sull’emotività di quanto successo al Sungnyemun.

 

MYANMAR – Il padre di Aung San Suu Kyi sulle banconote

Il volto del generale ed eroe nazionale Aung San comparirà sulle banconote birmane. La proposta è stata esposta dal vicepresidente della banca centrale, Daw Khin Saw Oo, ai parlamentari della camera bassa.

La possibilità di stampare il volto del padre della leader democratica Aung San Suu Kyi è legata a i cambiamenti nel clima politico del Paese che sta attraversando un processo di apertura e riforma.

Sulle nuove banconote sarà stampata anche l’immagine di altri leader birmani di primo piano, senza che tuttavia siano stati forniti ulteriori dettagli sull’identità. Per l’immagine di Aung San si tratta in realtà di un ritorno.

Leader dell’indipendenza birmana, che tuttavia non riuscì a vedere compiuta prima di essere ucciso nel 1947, il generale compariva sulle banconote da 15 kyat fino alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso.

[Foto credits: guardian.co.uk]