Oggi in Asia – Si chiude il processo ai Khmer rossi

In by Gabriele Battaglia

In Cambogia si chiude il processo ai Khmer rossi per crimini contro l’umanità, sostenuto dalle Nazioni unite. Sciopero nazionale di due giorni per i lavoratori indonesiani che chiedono un aumento sui salari. Il presidente filippino Benigno Aquino va in tv per difendersi dalle accuse di corruzione. CAMBOGIA – Ultimo giorno di processo per i Khmer rossi

Si è chiuso con i due imputati che si sono dichiarati estranei alle accuse di crimini contro l’umanità loro mosse, il processo contro i maggiorenti del regime dei Khmer rossi, al potere in Cambogia alla fine degli anni Settanta del secolo scorso.

Nuon Chea, 87enne ideologo del regime noto come il “fratello numero 2”, e Khieu Samphan, 82enne ex capo di Stato dell’allora Kampuchea democratica hanno detto di ritenere di aver agito nell’interesse del Paese e di non essere a conoscenza della vastità delle morti che tra il 1975 e il 1979 costò la vita ad almeno 1,7 milioni di cambogiani, morti per gli stenti, la fame, le torture.
È facile dire che allora avrei dovuto sapere tutto, capire tutto e intervenire o cambiare la situazione”, ha detto Khieu Samphan citato dall’Associated Press, “Credete veramente che fosse ciò che volevo per la mia gente?”. Per aggiungere: “la realtà è che non avevo potere”.

Dal canto suo Nuon Chea ha spiegato di non aver ordinato ai quadri del movimento di affamare, maltrattare o uccidere, ma si è assunto la responsabilità morale, cercando comunque di allontanare da sé le accuse.

Il verdetto è atteso per il prossimo anno. L’ex capo di Stato e l’ideologo sono gli unici rimasti degli inizialmente quattro imputati nel caso numero due giudicato dal tribunale speciale per i crimini in Cambogia. Ieng Sary, ex ministro degli Esteri del regime, è morto a marzo a 87 anni. La moglie Ieng Thirth, già ministro degli Affari sociali, fu dichiarata inadatta a sostenere il processo.

Il fratello numero uno e leader del regime Pol Pot, morì invece nel 1998, anni prima dell’istituzione del tribunale nel 2006. Da allora è stato emesso un solo verdetto. La condanna all’ergastolo per Kaing Guek Eav, meglio noto come Duch, il direttore del carcere degli orrori di Tuol Sleng, nella capitale Phnom Penh.

INDONESIA – Sciopero generale di due giorni per chiedere un aumento in busta paga

I lavoratori indonesiani hanno lanciato uno sciopero generale di due giorni per chiedere un aumento dei salari.

Almeno tre milioni di persone, di 20 delle 34 province dell’Indonesia, dovrebbero partecipare alla serrata, dicono i sindacati. Saranno coinvolti tutti i settori produttivi dell’industria nazionale: dal tessile alle miniere, spiega l’Agenzia France-Presse da Jakarta. Proprio nella capitale si attende una partecipazione allo sciopero di almeno 300mila persone.

Con il costo della vita in aumento a causa dell’inflazione, i lavoratori chiedono di essere partecipi della straordinaria crescita del paese. Sarebbe stato soprattutto l’aumento di oltre il 40 per cento del prezzo della benzina (22 per cento per il diesel) a scatenare una violenta reazione popolare.

FILIPPINE – Aquino, "Non sono un ladro"

Il presidente filippino Benigno Aquino è apparso ieri sulla televisione nazionale per dichiarare pubblicamente di non essere mai stato un ladro, difendendosi così da possibili accuse nell’ambito di un crescente scandalo sulla corruzione ai piani alti del governo di Manila.

Aquino ha così sostenuto di non avere mai sottratto alle casse dello Stato centinaia di milioni di dollari. E’ andato anzi al contrattacco dell’opposizione che lo ha accusato negli ultimi mesi, sostenendo che sono proprio i suoi avversari politici a voler distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dai propri casi di corruzione. "Io non ho mai rubato. Chi ha rubato sono coloro che cercano di seminare confusione".

L’accusa risale a quest’estate quando una donna d’affari ha ammesso di avere sottratto con la compiacenza di alcuni parlamentari d’opposizione oltre 10 miliardi di pesos (oltre 170 milioni di euro) da un fondo speciale per i progetti personali dei politici.

[Foto credits: bbc.co.uk]