Finalmente le date del terzo plenum. La tanto attesa terza sessione plenaria del XVIII Comitato centrale del Pcc si terrà tra il 9 e il 12 novembre a Pechino. Sarà la terza volta che il Comitato Centrale, con più di 200 membri, si riunirà da quando la nuova leadership del Partito è stata nominata lo scorso novembre. Storicamente, queste terze sessioni plenarie definiscono piani di riforma chiave, in particolare sulle questioni economiche. L’annuncio è stato dato dopo che l’Ufficio Politico ha tenuto una riunione presieduta dal presidente Xi Jinping, che è anche segretario generale del Comitato centrale del Pcc.
L’agenzia di stampa cinese Xinhua specifica che non è stato indicato quali cambiamenti saranno perseguiti e in che modo, ma storicamente il terzo plenum è sempre stato un trampolino di lancio per il cambiamento economico.
Nel 1978 il terzo Plenum vide la consacrazione della vittoria di Deng Xiaoping e la sua svolta in relazione all’economia di mercato; nel terzo Plenum del 1984 con Hu Yaobang segretario generale del Partito si abbandonò l’idea di un’economia pianificata e venne inaugurata la stagione della “riforma economica urbana”.
Nel terzo Plenum del 1993 Jiang Zemin inaugurò invece la stagione dell’”economia socialista di mercato”, dopo lo storico viaggio di Deng nel sud del paese, mentre – e infine – Hu Jintao nel terzo Plenum inchiodò il Partito al concetto di “sviluppo scientifico”.
Yu Zhengsheng, il quarto membro nella gerarchia del Comitato permanente del Politburo, ha affermato lo scorso fine settimana che la riunione avrebbe svelato riforme "ampie" e "senza precedenti".
Fonti “che hanno familiarità con le discussioni sulla riunione” hanno riferito al quotidiano di Hong Kong South China Morning Post che delle molte proposte presentate, solo le riforme finanziarie hanno ottenuto un sostegno sufficiente da giustificare un piano. I principali punti di disaccordo sarebbero invece sulla riforma fiscale, della terra e della registrazione di residenza.
Liu Shanying, ricercatore politico presso l’Accademia Cinese delle Scienze Sociali, ha dichiarato al China Daily che si aspetta che il prossimo incontro sottolineerà la necessità di una deregolamentazione amministrativa, che può ridurre la burocrazia, sostenere la crescita a lungo termine delle piccole imprese e iniettare vitalità nel mercato. E ha specificato che "la prossima riunione potrebbe affrontare l’equità sociale, limitando le industrie monopolistiche e permettendo a quelle con tecnologia avanzata e gestione scientifica di beneficiare di più dalle attività economiche quotidiane".
Il punto è che ormai dietro la crescita a due cifre cinese si annidano gruppi di interesse che rendono i cambiamenti molto più complicati. Inoltre la crescita dell’ex Impero di mezzo sta rallentando visibilmente e la sfida della presidenza Xi Jinping consiste nel riorganizzare l’intero sistema prima che vengano a crearsi veri problemi. Questo significa costruire coalizioni, isolare gli avversari e accettare i compromessi.
Un lavoro da portare avanti con prudenza e pazienza, il che fa ricredere molti analisti economici sulla possibilità immediata di un cambiamento di vasta portata.
[Scritto per Lettera43; foto credits: ]