Oggi in Asia – Onu contro lo Sri Lanka

In Uncategorized by Gabriele Battaglia

Il Consiglio delle Nazioni Unite ha votato una risoluzione per avviare un’inchiesta internazionale sui crimini di guerra contro le Tigri Tamil. La condanna da parte dell’Onu sul lancio di missili a medio raggio della Corea del Nord. In Giappone, rilasciato l’uomo che più a lungo è rimasto in un braccio della morte. Onu contro lo Sri Lanka

Il Consiglio Onu per i diritti umani ha votato una risoluzione che apre la strada a un’inchiesta internazionale per crimini di guerra nell’ultima fase del conflitto in Sri Lanka contro i separatisti delle Tigri Tamil. I ribelli furono sconfitti militarmente a maggio del 2009, dopo 26 anni di conflitto civile. 

Entrambe le parti sono accusate di crimini di guerra. Tuttavia, la risoluzione mette punta il dito contro le azioni dell’esercito cingalese, i cui bombardamenti avrebbero causato almeno 40mila morti tra i civili costretti a trovare rifugio in un’area che sarebbe dovuta essere sicura.

“La risoluzione allontana la riconciliazione”, ha commentato all’agenzia France Presse, il presidente cingalese, Mahinda Rajapaksa. Lo Sri Lanka nega le responsabilità e si trincera dietro la commissione per la riconciliazione istituita per indagare sui presunti crimini, sebbene criticata dalla comunità internazionale.

Corea del Nord – L’Onu condanna i missili

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha condannato il lancio di due missili balistici nordcoreani a medio raggio, avanzando l’ipotesi di “risposte appropriate”, contro Pyongyang. La presidente del Consiglio, la lussemburghese Sylvie Lucas, ha sottolineato come i test con missili Rodong siano una violazione delle sanzioni Onu imposte nel 2009 che vietano al regime esperimenti nucleari e missilistici.

Secondo i dati forniti dal ministero della Difesa sudcoreano, che parla di “provocazione”, i missili sono stati lanciati dalla regione di Suckon, a nord di Pyongyang, e hanno viaggiato per circa 650 chilometri prima di finire in mare allargo delle coste orientali della penisola coreana.

I test sui due missili a medio raggio erano stati preceduti da due settimane di lanci di missili a corto raggio, che hanno accompagnato le esercitazioni congiunte tra sudcoreani e statunitensi, che andranno avanti sino ad aprile.

Giappone – 46 anni dopo, nuovo processo per un condannato a morte

Iwao Hakamada, condannato a morte nel 1968, è considerato l’uomo che più a lungo è stato nel braccio della morte. 46 anni fa uccise il suo capo e la sua famiglia.

Un riesame dei campioni di Dna ritrovati sulla scena del delitto ha riaperto il caso. Dopo venti giorni agli arresti, durante i quali Hakamada ha amesso di aver subito violenze dagli agenti di polizia, confessò il crimine. Tra pochi giorni verrà sottoposto a un nuovo processo.

Il caso richiama l’attenzione sulla situazione dei condannati al carcere e alla pena capitale, spesso condannati dopo confessioni estorte con la violenza. Amnesty International ha difeso per anni la causa di Hakamada e ieri, giorno del rilascio, ha nuovamente richiamato il governo giapponese a rivedere le pratiche carcerarie del Paese.