Oggi in Asia – Missionario arrestato in Corea del Nord

In by Gabriele Battaglia

In Corea del Nord un missionario australiano è stato arrestato: avrebbe letto passi dalla Bibbia davanti alle guardie che lo scortavano. La Corte suprema di Manila approva con riserva la legge sui reati online del governo Aquino. I sette militanti Tamil coinvolti nell’omicidio di Rajiv Gandhi saranno scarcerati. COREA DEL NORD – Arrestato un missionario australiano

Un missionario australiano di 75 anni è stato arrestato domenica in Corea del Nord. La vicenda ricorda l’arresto a novembre del 2012 e la condanna lo scorso maggio dello statunitense Kenneth Bae, entrato nel Paese dalla Cina.

Secondo quanto rivelato dalla moglie di John Short, questo il nome dell’australiano, l’uomo ha letto passi della Bibbia davanti alle guide che lo accompagnavano. “Siamo missionari cristiani e abbiamo un grande sostegno per ciò che facciamo”, ha detto la moglie alla Reuters, nell’aggiungere di non essere intimorita dai comunisti.

Formalmente il regime nordcoreano garantisce la libertà di culto e riconosce un certo numero di chiese legate allo stato. Tuttavia il proselitismo è considerato reato e le punizioni colpisco sia i missionari sia i convertiti.
A complicare la vicenda si aggiunge il fatto che Canberra non ha una rappresentanza in Corea del Nord. Il caso è stato quindi affidato all’ambasciata svedese.

Secondo alcune agenzie turistiche specializzate nell’organizzazione di viaggi in Corea del Nord, citate da NK News, l’arresto di Short mette inoltre in primo piano il proliferare di tour operator che non si curano di tutelare i propri clienti.


FILIPPINE – Via libera alla legge sui reati online

La Corte suprema delle Filippine ha decretato che la sorveglianza sull’attività dei cittadini online è illegale in assenza dell’ordine di un tribunale, ma che la diffamazione online è un reato. La sentenza permette così l’entrata in vigore della legge che sanziona come reato la diffamazione su Internet.

La diffamazione online, ha spiegato alla stampa il portavoce dell’alto tribunale, è reato ma solo l’autore di un post diffamatorio potrà essere perseguibile per legge.

La Corte suprema ha infatti riconosciuto come incostituzionali alcune parti del testo: in particolare, scrive l’agenzia France-Presse, la possibilità per le autorità di sorveglianza di raccogliere dati in tempo reale e di chiudere, se ritenuto opportuno, siti internet senza processo.

Su questi punti per quasi due anni si è giocata una battaglia tra governo, opposizione e gruppi di attivisti e intellettuali: così com’era stata approvata, la legge, secondo gli oppositori, metteva a rischio la libertà di espressione. Un’accusa smentita dallo stesso presidente Benigno Aquino. "Non è questo l’obiettivo della legge".

Il provvedimento era stato infatti pensato per combattere reati come hackeraggio, furto di identità online e pedopornografia. Approvato a fine 2012, era di fatto sospeso fino a oggi in attesa del parere della Corte suprema.

INDIA – Scarcerare i Tamil coinvolti nell’assassinio di Rajiv Gandhi

Il governo locale del Tamil Nadu ha ordinato la scarcerazione di sette militanti Tamil condannati per il coinvolgimento nell’omicidio nel 1991 dell’ex premier indiano Rajiv Gandhi.
La decisione arriva all’indomani della sentenza con cui la Corte suprema ha stabilito di commutare la sentenza di condanna morte, per ritardi nel decidere un’eventuale atto di clemenza.

I detenuti, sei uomini e una donna, erano militanti delle Tigri Tamil. L’omicidio di Gandhi, ucciso da un’attentatrice suicida durante una manifestazione elettorale, fu una vendetta per la decisione del 1987 di inviare forze di peacekeeping nello Sri Lanka.

Secondo alcune interpretazioni, la scarcerazione può essere vista come un tentativo del Chief Minister, J Jayalalitha, attirare il voto tamil.

Attorno ai sette, scrive la Bbc, si era comunque formato un movimento di solidarietà che li ritiene coinvolti in un attentato di cui non sapevano molto.

[Foto credits: scmp.com]