Oggi in Asia – I soldi di Marcos

In by Simone

Il governo di Manila recupera milioni di dollari nascosti in Svizzera dall’ex dittatore Marcos. La Corte costituzionale thailandese respinge il ricorso per dichiarare nulle le elezioni dello scorso 2 febbraio. Il Beethoven giapponese ammette di non essere totalmente sordo. FILIPPINE – Caccia ai soldi di Marcos

Il governo filippino ha annunciato di aver recuperato 29 milioni di dollari dei fondi nascosti dall’ex dittatore Ferdinand Marcos in conti in Svizzera.

Si stima che nelle banche elvetiche i Marcos abbiano nascosto in totale circa 712 milioni di dollari. Manila ha avuto i diritti sui conti dopo anni di cause tra le vittime delle violazioni dei diritti umani durante gli anni del regime e le fondazioni private che gestivano le ricchezze dei Marcos.

Il governo filippino ha già recuperato 4 miliardi di dollari  dei 5, forse 10 miliardi di dollari in beni che si ritiene il dittatore e la famiglia abbiamo accumulato in 20 anni di regime.

THAILANDIA – La corte costituzionale rigetta il ricorso contro le elezioni

La Corte costituzionale thailandese ha rigettato la richiesta dell’opposizione di annullare le elezioni delle scorso 2 febbraio. Secondo i giudici, non ci sono le basi di incostituzionalità per accogliere il reclamo presentato dal Partito democratico, che aveva boicottato il voto.

Nel Paese intanto continua la crisi politica con l’opposizione che chiede di sostituire il governo di Yingluck Shinawatra con un comitato popolare per le riforme. La premier è accusata di essere manovrata dal fratello ed ex primo ministro in esilio, Thaksin, deposto da un golpe nel 2006 e condannato in contumacia per corruzione e abuso di potere.

Sul futuro politico della premier pesano tuttavia le indagini per corruzione che potrebbero impedirle di guidare un nuovo governo. Oltre alle proteste dell’opposizione, l’esecutivo deve fare i conti con il malcontento degli agricoltori che chiedono sia corrisposto loro quanto dovuto secondo lo schema dei sussidi. Intanto ad aprile si terranno le elezioni nelle regioni in cui, causa proteste e boicottaggio, non è stato possibile votare.

GIAPPONE – Il Beethoven che ci sentiva

A una settimana dalle rivelazioni che hanno scioccato il mondo della musica giapponese, Mamoru Samuragochi, il "Beethoven contemporaneo", come è stato ribattezzato in Giappone, torna a parlare. Lo fa con una lettera di scuse affidata ai suoi avvocati in cui dichiara di aver riacquistato un po’ di udito tre anni fa e di riuscire ora a seguire conversazioni semplici e ben scandite.

Le affermazioni contrastano però con quelle del suo ghost writer Takashi Nigaki, che la scorsa settimana ha ammesso di scrivere musica per Samuragochi da quasi 20 anni e ha dichiarato di non aver mai avuto segnali che il compositore potesse essere sordo.

Figlio di una famiglia di hibakusha, le persone sopravvissute alla bomba atomica di Hiroshima, Samuragochi è diventato famoso per la sua Hiroshima Symphony No1, record di vendite in patria con 100mila copie vendute, dedicata alle vittime dell’esplosione del 1945, poi diventata celebre come "sinfonia della speranza" dopo il terremoto e tsunami del marzo 2011.

[Foto credit: corbisimages.com]