Nel nordest dell’India scontri tra tribali e comunità musulmana. In Corea del Sud il presidente Lee è stato costretto a scusarsi davanti alla nazione per gli scandali che hanno travolto il fratello e gli alleati. Mentre la Corte Suprema malaysiana legalizza il movimento Bersih.
INDIA – Gli scontri nell’Assam
Almeno 22 morti e l’ordine per la polizia di sparare a vista. Si aggrava il bilancio degli scontri tra le popolazioni tribali e la comunità musulmana nello stato indiano nordorientale dell’Assam.
Gli sfollati sono oltre 40mila , mentre nella regione soldati e paramilitari pattugliano le strade per far rispettare il coprifuoco imposto per impedire che si ripetano incendi di case e negozi.
Gli scontri hanno avuto inizio venerdì quando un uomo non ancora identificato ha ucciso quattro giovani nel distretto di Kokrajhar, regione dove a essere maggioranza sono i membri delle comunità Bodo. All’inizio di luglio, riporta l’agenzia Press Trust of India, due leader studenteschi musulmani furono uccisi e altri due feriti in un attacco che alimentò la faida contro i tribali.
Dagli anni Novanta del secolo scorso sono comuni le violenze tra le due comunità. Sentimenti anti-islamici sono diffusi tra i gruppi tribali cristiani e indù, che hanno come bersaglio gli immigrati di origine bangladeshia.
COREA DEL SUD – Lee si scusa per il fratello corrotto
Si è presentato a capo chino davanti ai sudcoreani il presidente Lee Myung-bak. Quando manca meno di un anno alla conclusione del suo mandato il capo di Stato ha chiesto scusa alla nazione per gli scandali di corruzione che hanno coinvolto suoi stretti collaboratori.
Coinvolto anche il fratello maggiore del presidente, Lee Sang-deuk, in carcere dall’11 luglio con l’accusa di aver ricevuto tangenti per oltre mezzo milione di dollari da due banche in difficoltà, per evitare controlli e il rischio chiusura.
Da mesi le oltre cento casse di risparmio e gli istituti cooperativi fondate dopo la crisi finanziaria del 1997 sono nella tempesta per l’eccessiva esposizione alla crisi del settore immobiliare e almeno 20 sono state sospese dai regolatori finanziari nazionali.
Per il presidente Lee si tratta delle seste scuse alla nazione dall’inizio del suo mandato cinque anni fa. Le prime nel 2008, dopo una serie di proteste contro la decisione di riaprire l’importazione di carne bovina dagli Stati Uniti.
Nel 2009 dovette invece giustificarsi per il piano di trasferimento di alcuni uffici governativi in una nuova capitale amministrativa e per non aver tenuto fede all’impegno di costruire un aeroporto nel sudest del Paese. Le ultime a febbraio, quando dovette scusarsi per gli scandali che stavano travolgendo i suoi collaboratori.
MALAYSIA – Bersih 2.0 non è un organizzazione illegale
Il comitato permanente di Bersih 2.0 non è un’organizzazione illegale. La Corte Suprema malaysiana ha definito irragionevole e contrario ai principi della costituzione il decreto con cui lo scorso anno il ministero dell’Interno mise al bando il movimento per i diritti civili organizzatore lo scorso anno di imponenti manifestazioni per chiede riforme politiche e la fine della corruzione.
Proteste ripetute lo scorso aprile con decine di migliaia di manifestanti in strada a Kuala Lumpur. Il verdetto dà nuova forza al movimento nella sua richiesta si trasparenza in vista del voto previsto per la prima metà del 2013.
La coalizione guidata dall’Unmo controlla il Paese dal 1957 sebbene accusata di corruzione e discriminazione razziale a favore dei malay e a scapito di indiani e cinesi.
Nel 2008 ha tuttavia subiì la peggiore botta elettorale in mezzo secolo, non riuscendo a conquistare per la prima volta i due terzi del Parlamento e costringendo il primo ministro a impegnarsi per riconquistare consenso.
[Foto credit: euronews.com]