Oggi in Asia – “Bitcoin non è una valuta”

In by Gabriele Battaglia

Il governo giapponese ha confermato che il bitcoin non è una valuta, ma che sta valutando le ipotesi di riforma per regolamentare e tassare le transazioni in Bitcoin. Il leader dell’opposizione malaysiana, Anwar Ibrahim è stato condannato al carcere per sodomia. In Uttar Pradesh, India, un gruppo di studenti kashmiri denunciati per aver tifato Pakistan nel derby contro l’India. GIAPPONE – Il governo pensa di tassare le transazioni in bitcoin

In risposta a un’interrogazione parlamentare dell’opposizione, il governo giapponese ha diffuso un comunicato in cui avverte che il bitcoin non sarà riconosciuto come valuta. Le transazioni effettuate in bitcoin potranno però essere tassate. "E’ naturale – si legge nel comunicato di Tokyo – che il governo stia valutando le possibili modalità per tassare transazioni se generano profitti". 

A quanto riferisce il portavoce del governo Yoshihide Suga, l’esecutivo cercherà infatti di trovare una soluzione all’interno del quadro legislativo già esistente. Secondo quanto scrive il Financial Times, nel caso Tokyo decidesse di promulgare regole ad hoc per il bitcoin, impedirà alle banche e alle compagnie di assicurazioni di operare con la cripto-valuta.
Il governo è stato chiamato oggi a rispondere a un’interrogazione scritta di Tsutomu Okubo, parlamentare del Partito democratico ed ex vice ministro delle Finanze, a una settimana dal crack di Mt.Gox, la più grande piazza di scambio virtuale per il bitcoin.

Intanto Newsweek pubblicherà un ritratto – già messo online ieri – di Dorian Satoshi Nakamoto un cittadino americano di origine giapponese, che secondo la rivista americana sarebbe il creatore della moneta virtuale.

Su Twitter oggi imperversa la polemica sull’articolo scritto da Leah McGrath Goodman, accusata di aver pubblicato dati sensibili dell’uomo finanche invadendo la sua privacy (nel pezzo sono riportate le parole di fratello, ex moglie nonché le foto della casa e dell’auto dell’uomo) senza però aver fornito prove inattacabili dell’identità del 64enne ex presunto creatore del bitcoin. Nakamoto ha negato il contenuto del reportage di Newsweek in un’intervista con Associated Press.

MALAYSIA – Anwar Ibrahim condannato

Anwar Ibrahim, leader dell’opposizione malaysiana, è stato condannato a cinque anni di carcere con l’accusa di sodomia. Il verdetto della corte d’appello ribalta l’assoluzione del 2012, motivata dall’alterazione delle prova del Dna, con cui sembrava caduta l’accusa risalente al 2008 di aver avuto rapporti con un proprio assistente.

Sotto la guida di Anwar, lo scorso anno l’opposizione aveva messo in apprensione l’esecutivo, costringendo la coalizione di governo guidata dal premier Najib Razak al peggior risultato elettorale dal 1957.

La condanna complica a questo punto i piani di Anwar, libero su cauzione, di correre per le elezioni del prossimo mese nello Stato di Selangor, allontanando l’ipotesi di diventare chief minister di uno degli hub economici della federazione.

Già esponente di spicco del partito al governo, Anwar fu espulso nel 1998 dalla coalizione al potere. Un’epurazione che che provocò proteste di piazza e la prima delle accuse per sodomia, facendolo diventare uno dei leader dell’opposizione.

INDIA – Denunciati per aver tifato Pakistan in derby di cricket

L’incidente surreale è avvenuto domenica scorsa a Meerut, cittadina dell’Uttar Pradesh, mentre la tv trasmetteva il match di cricket India vs. Pakistan, sentitissimo in entrambi gli stati. Un gruppo di studenti kashmiri dell’università di Meerut, a fine match – vinto dal Pakistan – pare abbia applaudito per la squadra pakistana, scatenando l’ira di altri studenti. 

Secondo le ricostruzioni ne è nata una rissa con lancio di pietre all’interno del campus, seguita dalla decisione dell’amministrazione universitaria di espellere gli studenti kashmiri per “comportamento non patriottico”. Pochi giorni dopo il governo locale dell’Uttar Pradesh ha denunciato i ragazzi, accusandoli di “sedizione”, minaccia fortunatamente rientrata nella giornata di ieri.
Gli studenti, ritornati in Kashmir, in un’intervista al Times of India raccontano di esser stati insultati e minacciati per primi dagli altri studenti, per poi essere “incastrati” dal rettore universitario con accuse false.

Sia India sia Pakistan reclamano la sovranità completa del Kashmir, regione dell’India nord occidentale attraversata da movimenti separatisti in passato molto violenti e, attualmente, massicciamente militarizzata. Appresa la notizia delle accuse di sedizione, il leader della cellula terroristica pakistana Lashkar e Taiba – Hafiz Saeed – ha offerto una borsa di studio agli ex studenti kashmiri di Meerut per andare a studiare in Pakistan.

[Foto credits: dw.de]