Napoleone, un batterio contro i fertilizzanti chimici

In by Simone

La Repubblica popolare utilizza 318 kg di fertilizzante chimico per ogni ettaro di terra coltivata, più del doppio della media mondiale. Ne consegue un inquinamento senza precedenti delle acque e dei suoli. Ma gli scienziati stanno lavorando a Napoleone, un batterio che agisce sui suoli rendendoli più fertili ed efficienti senza ricorrere a additivi chimici.
Alcuni scienziati cinesi hanno individuato un tipo di batterio che agisce sui suoli rendendoli più fertili ed efficienti. Questo potrebbe abbassare l’uso di fertilizzanti chimici in agricoltura, una delle cause dell’inquinamento delle acque. Una ricerca del 2014 ha dimostrato come il 75 per cento di fiumi e laghi e quasi il 60 per cento delle acque sotterranee in Cina sono contaminate.

I fertilizzanti chimici vengono usati in quantità massicce dai contadini cinesi dagli anni Ottanta. Napoleone potrebbe rappresentare uno strumento per velocizzare la produzione agricola mantenendo i costi contenuti. Il batterio in questione ha bisogno di almeno due anni per riprodursi nelle quantità necessarie a fertilizzare i suoli.

Ancora è presente in quantità minime sul suolo cinese ma, se diffuso nei campi, potrebbe guidare una rivoluzione contro i fertilizzanti chimici. Come il generale francese, “aspetta solo il suo momento per dominare”. Così lo presenta Lin Xiangui a capo dell’equipe scientifica del Chinese Academy of Sciences State Key Laboratory of Soil and Sustainable Agriculture. Per questo il microrganismo bacillus asahii è stato soprannominato Napoleone. I risultati di questa ricerca, durata quasi vent’anni, sono stati pubblicati  sulla rivista scientifica Soil Biology and Biochemistry.

Un’indagine dell’Accademia cinese di scienze sociali, il più importante think thank del paese, ha messo in evidenza come almeno la metà delle acque esaminate sono caratterizzati da livelli allarmanti di nitrati, dovuti in gran parte ai fertilizzanti usati in agricoltura. Inoltre per la coltivazione intensiva su tutto l’arco dei dodici mesi ne sono necessarie dosi massicce che rendono i terreni ancora più sterili. Un circolo vizioso che bisogna assolutamente interrompere.

Così uno studio del 2010 degli agronomi dell’Università del popolo aveva chiaramente documentato come l’utilizzo dei fertilizzanti chimici doveva essere dimezzato a causa delle problematiche ambientali di cui è causa. I dati del Ministero dell’ambiente cinese parlano di 318 kg di fertilizzante chimico per ogni ettaro di terra coltivata, più del doppio della media mondiale. Se Napoleone fosse adeguatamente diffuso nei terreni arabili, si impiegherebbero tra i due e i cinque anni per raggiungere gli stessi obiettivi produttivi senza che acqua e suoli vengano containati.

Ma per il momento il bacillus asahii popola il 4/5 per cento del terreno agricolo tipico della Cina settentrionale. E per dare i risultati sperati dovrebbe essere almeno al 40 per cento. “Era un signor nessuno quando lo abbiamo trovato – spiega ancora alla stampa Lin Xiangui – ma l’abbiamo immediatamente promosso da soldato semplice  a generale”.

Sono molti i ricercatori cinesi a ritenere che la scoperta di Lin e della sua squadre abbia un’importanza nazionale. Zhang Jiabao del  Chinese Academy of Sciences Institute of Soil Science di Nanchino ha dichiarato al quotidiano di Hong Kong South China Morning Post che “più di una decina di contee agricole della regione dello Henan hanno già iniziato a impiegare i risultati di questo studio per la loro trasformazione organica e hanno ottenuto raccolti impressionanti”. Si è inoltre dichiarato convinto che questo metodo possa “ridurre in maniera sostanziale l’utilizzo di fertilizzanti chimici, risolvendo diverse problematiche ambientali ed economiche”.

Non tutti però sono dello stesso parere. I fertilizzanti chimici sono rapidi ed economici. Inoltre il suolo cinese, specie quello della Cina settentrionale, non è particolarmente fertile. Interrompere l’uso di fertilizzante significherebbe un raccolto minore. Una decisione che impatta la sicurezza alimentare di 1,4 miliardi di persone oltre che la sussistenza di centinaia di milioni di contadini.

E questi ultimi non sono sufficientemente motivati ad aspettare due anni prima che i loro campi diventino produttivi. È per questo che l’equipe di Lin sta ancora lavorando al progetto. Vuole ridurre i tempi di propagazione del batterio affinché Napoleone possa vincere rapidamente la sua battaglia contro gli inquinanti fertilizzanti chimici.

[Scritto per Lettera 43]