Mondo Asean – Turismo a Sud-Est tra luci e ombre

In Mondo Asean, Sud Est Asiatico by Redazione

Secondo il WTTC il Sud-Est asiatico sarà il primo a tornare ai livelli di turismo pre-pandemici. Ma contraddizioni e opportunità del turismo di massa pongono nuovi interrogativi. Poi il nuovo hub dell’aviazione in Thailandia e istruzione in Malesia

Dicembre 2022: Christina Aguilera posta un reel sul proprio account Instagram che colleziona oltre 25 mila like. La pop star statunitense sta trascorrendo il proprio compleanno in Vietnam, sullo sfondo il paesaggio della baia di Ha Long, patrimonio UNESCO. La cantante fa un giro in elicottero, poi festeggia con un brindisi su uno yacht. Tutt’intorno, ancora pochi turisti, soprattutto per un luogo che è arrivato a registrare oltre 7 milioni di visitatori nel 2017. Nel 2020, dopo la prima ondata pandemica, gli arrivi a Ha Long erano crollati a 1,5 milioni. Solo un anno prima era scattato l’allarme degli ambientalisti per salvare l’area, dove la costruzione del nuovo aeroporto lasciava presagire un peggioramento delle condizioni ambientali determinato dal boom di turisti.

La popolarità di Ha Long e il calo del turismo dovuto alla pandemia non forniscono prove sufficienti per ragionare su una maggiore tutela del paesaggio. La ripresa, però, è vicina: secondo i dati del World Travel and Tourism Council (WTTC) la regione dell’Asia-Pacifico sarà la prima a ritornare alle cifre del 2019, con proiezioni di crescita dell’8% su base annua nel lungo termine. Inoltre, nei prossimi dieci anni, i lavoratori del settore potrebbero aumentare al punto da occupare il 64,8% sul totale globale.

Pronti per la ripresa

Che il 2023 potrebbe essere l’anno della ripresa lo raccontano anche gli attori presenti sul territorio. A gennaio il presidente della Tourism Council of Thailand (TCT) Chamnan Srisawat ha affermato che le previsioni parlano di almeno 20 milioni di turisti in Thailandia nel corso del nuovo anno, quasi un raddoppio rispetto ai numeri del 2022 (11,8 milioni). Anche l’Amministrazione Nazionale Vietnamita del Turismo (VNAT) prevede 8 milioni di arrivi internazionali, per un guadagno stimato di circa 27,5 miliardi di dollari. In Cambogia ci si prepara al ritorno delle folle nel noto complesso di Angkor Vat: “Il governo ha dedicato molti sforzi per un piano di ripresa per l’industria del turismo”, ha raccontato all’agenzia di stampa cinese Xinhua Top Sopheak, portavoce del ministero del Turismo. “Crediamo che nei prossimi anni aumenteranno i turisti stranieri, in particolare ad Angkor, poiché molte compagnie aeree hanno ripreso i voli”.

Anche l’ASEAN ha studiato delle misure per affrontare la ripresa dei viaggi nell’era post-pandemica. Già a gennaio 2022 un incontro tra i ministri del Turismo aveva evidenziato la necessità di adottare delle misure coordinate per incentivare la ripresa del settore turistico e raggiungere una serie di obiettivi già definiti dall’ASEAN Tourism Strategic Plan (ATSP) 2016-2025: non solo una migliore qualità dell’offerta turistica, ma anche una maggiore attenzione alla sostenibilità sociale e ambientale del settore. Tra gli esempi forniti dal comunicato stampa del meeting, l’urgenza di sostenere le piccole-medie imprese, accrescere le competenze degli operatori turistici, proteggere l’ambiente e il patrimonio storico.

Un fragile compromesso

Le basi di una ripresa delle economie del Sud-Est asiatico anche (sebbene non solo) attraverso l’industria turistica sono un dato fatto. L’allentamento delle restrizioni dovute alla pandemia ha già portato a una crescita degli ingressi dall’estero, da cui provengono turisti con un ampio potere di spesa rispetto ai viaggiatori domestici. Una possibile ripresa delle economie più sviluppate promette inoltre entrate importanti per il paesi più dipendenti dal turismo come la Thailandia, ma anche un’opportunità per investire nel settore come sta accadendo in Vietnam.

A rimanere è il dilemma della sostenibilità del settore, soprattutto in quelle aree dove la chiusura delle frontiere ha portato con sé gravi danni al tessuto socioeconomico locale. Come sottolineava l’International Labour Organization (ILO) in una sua analisi del 2021, la pandemia ha causato un crollo delle opportunità di lavoro senza precedenti, colpendo soprattutto quei settori legati al turismo internazionale e alle catene globali del valore. Alla dipendenze che possono crearsi sul mercato del lavoro si aggiungono altri effetti collaterali del turismo di massa: inflazione, prezzi degli immobili gonfiati e degrado ambientale.
L’impatto del turismo di massa nel Sud-Est asiatico si registra soprattutto sugli ecosistemi. Sono bastate poche settimane di lockdown per riconsegnare gli habitat naturali ai loro veri inquilini. È accaduto, per esempio, in Thailandia, dove un gruppo di dugonghi è tornato a popolare le acque intorno all’isola di Libong. A oggi sono ancora poche le mete del Sud-Est asiatico che impongono delle restrizioni per salvaguardare il patrimonio naturale dell’eccessiva mole di turisti attirati dai panorami mozzafiato della regione. Come a Boracay, una piccola isola filippina dove nel 2018 è stato imposto un divieto totale agli ingressi per permettere di ripulire le acque dall’accumulo dei liquami inquinanti sversati dalle strutture ricettive. Di recente sono state adottate alcune restrizioni sull’utilizzo della sabbia delle spiagge ma, d’altro canto, il via libera ai fuochi d’artificio per festeggiare Capodanno segnala una politica più permissiva per mantenere alta la popolarità della destinazione turistica.

A cura di Sabrina Moles

Il nuovo hub dell’aviazione in Thailandia

La Thailandia inizierà quest’anno la costruzione di una “città dell’aviazione” con investimenti pubblici e privati  dal valore di quasi 9 miliardi di dollari (290 miliardi di baht). Secondo quanto riportato da un portavoce del governo, il progetto genererà 15.600 posti di lavoro aggiuntivi nei primi cinque anni e favorirà la crescita dell’industria aeronautica thailandese. Il piano di investimenti prevede di trasformare lo storico aeroporto di U-Tapao, risalente all’epoca della guerra del Vietnam, in un nuovo aeroporto internazionale che si collega al tempo stesso ad un aeroporto economico, l’aeroporto Don Muang, e all’aeroporto principale del Paese, Suvarnabhumi. Il progetto è anche denominato “Eastern Aviation City”, cioè la “Città dell’aviazione orientale”. La nuova città aeroporto sorgerà nell’est industriale della Thailandia e si estenderà su 1.040 ettari (2.570 acri). Il sito web del governo riporta che nei piani, tra le tante cose, è prevista la costruzione di una zona di libero scambio per le merci, un centro di formazione per l’aviazione e delle strutture per la manutenzione, la riparazione e la revisione degli aerei. Lo scopo principale della città dell’aviazione sarà quello di attrarre turisti nel Paese. Sono già previsti per l’anno a venire numeri record per il turismo thailandese, complici gli allentamenti delle misure anti-Covid all’ingresso e la riapertura dei confini della Repubblica Popolare Cinese, che ha dato un forte impulso al turismo in tanti paesi del sud-est asiatico, tra cui la Thailandia. Tale riapertura coincide anche con un periodo di punta per i viaggi nella regione dell’ASEAN, ossia i festeggiamenti del capodanno lunare. Questi eventi fortunati hanno portato il baht, la moneta locale thailandese, ad andare in testa alle valute asiatiche nell’ultimo mese. Le stime da parte del Tourism Council of Thailand prevedono poi per il 2023 un flusso di circa 20 milioni di turisti nel paese, quasi il doppio rispetto al 2022. Di questi numeri ne beneficerà ulteriormente l’economia del Paese.

A cura di Geraldine Ramilo

Anwar e la Malesia multireligiosa

Il Primo Ministro malese Anwar Ibrahim ha dichiarato, in occasione del lancio di un libro presso l’Università Islamica Internazionale, che gli studi religiosi islamici insegnati nelle scuole e negli istituti di istruzione superiore dovrebbero essere rivisti per enfatizzare i valori universali e l’umanità nel Paese. A suo parere, una migliore comprensione delle religioni tra le masse è necessaria per garantire la sopravvivenza di una Malesia multirazziale e multireligiosa. In linea con queste affermazioni il Primo Ministro ha recentemente anche lanciato il nuovo slogan “Malaysia Madani” per la sua amministrazione, dichiarando di voler reimpostare l’atteggiamento del Paese nei confronti della razza e soprattutto della religione, che costituisce un pilastro della politica malese. La parola “madani” inclusa nello slogan significa infatti in arabo “civilizzato” o “moderno”. La Malesia è un Paese a maggioranza musulmana ed è diventata più conservatrice negli ultimi decenni, in parte a causa dell’insegnamento di un’interpretazione ristretta dell’Islam nelle istituzioni educative. È proprio questo tipo di insegnamento che Anwar ha l’obiettivo di rivisitare e il suo pensiero è in linea con le affermazioni di un importante professore locale di islamistica – il professor Osman – che il Premier stesso cita nel sostenere che gli studi religiosi islamici insegnati nelle scuole devono essere riconsiderati al fine di garantire una migliore e maggiore comprensione dei valori umani universali. La posizione assunta da parte di Anwar e i suoi obiettivi – se messi in atto – avrebbero un grande impatto sociale e culturale nel Paese, a cui si aggiunge un’imprescindibile componente politica.  Anwar è infatti a capo di una coalizione multirazziale in Parlamento, e la sua opposizione comprende gli islamisti del PAS, tra cui alcuni ecclesiastici di spicco, e il Parti Pribumi Bersatu Malaysia, di religione malese. Sebbene il Primo Ministro non menzioni esplicitamente nessuno dei partiti rivali, le sue dichiarazioni sono associabili alle loro posizioni più rigide sul tema della religione.

A cura di Geraldine Ramilo

 ENERGIA

Sostenibilità

La crescita economica poderosa del Vietnam sta mettendo sotto pressione le sue fonti energetiche, con frequenti interruzioni di corrente che gravano sulle aziende di tutto il Paese. Ciò evidenzia la necessità di reperire fonti energetiche più sostenibili.

ASEAN Briefing: https://www.aseanbriefing.com/news/vietnams-energy-crunch/

POLITICA

Cambogia 

Nel 2022 la Cambogia si è trovata a fare i conti tra passato e futuro, rinnovamento e conservazione della classe politica. Come faranno i vertici del partito di governo cambogiano a gestire l’imminente ricambio generazionale?

East Asia Forum: https://www.eastasiaforum.org/2023/01/28/the-end-of-the-beginning-for-the-cambodian-peoples-party/ 

ECONOMIA

Crescita economica nelle Filippine

Dopo aver eliminato tutte le restrizioni contro la pandemia, le Filippine hanno registrato la più intensa crescita economica in oltre 40 anni, sfidando il rallentamento globale e l’aumento dell’inflazione.

Financial Times: https://www.ft.com/content/bae5919d-f8eb-4b40-87b4-9f8e769615d2 

SANITA’

Formazione medica

Il Laos è diventato il primo Paese dell’ASEAN ad essere accreditato dalla Confederazione Internazionale delle Ostetriche per aver soddisfatto i criteri stabiliti dal suo Midwifery Education Certification Programme.

Vietnam+: https://en.vietnamplus.vn/laos-first-in-asean-to-receive-icm-accreditation-for-midwifery-training/247480.vnp 

POLITICAPolitica vietnamita

Il Vietnam ha affrontato nelle ultime settimane tumulti politici e avvicendamenti al vertice delle Istituzioni e del Partito non indifferenti. Quali saranno i possibili sviluppi della politica di Hanoi nel 2023?

The Diplomat: https://thediplomat.com/2023/01/the-drivers-and-consequences-of-vietnams-january-2023-political-shake-up/ 

FINANZASingapore e UK

Singapore e la Gran Bretagna hanno recentemente firmato un accordo in materia di fintech e finanza sostenibile, con l’obiettivo di modernizzare la regolamentazione della finanza per l’era digitale.

ASEAN Briefing: https://www.aseanbriefing.com/news/singapore-and-the-uk-deepen-cooperation-on-fintech-and-sustainable-finance/