Mondo Asean – L’influenza russa nel Sud-Est passa per le armi

In Mondo Asean, Sud Est Asiatico by Redazione

L’Associazione Italia-Asean nasce nel 2015. La sua missione è quella di rafforzare il legame e rendere più evidenti le reciproche opportunità, sia per le imprese che per le istituzioni. Qui pubblichiamo la newsletter Italia-Asean del 9 luglio.

Negli scorsi giorni, il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha incontrato l’omonimo laotiano Saleumxay Kommasith a Vientiane, capitale del Laos. Il Ministro Kommasith ha ringraziato la Russia per l’aiuto ricevuto durante la pandemia da Covid-19. L’incontro si innesta nel quadro della più ampia politica “turn to the East” perseguita da Mosca come strategia per rafforzare le relazioni con l’Asia-Pacifico, che si impernia sul primato russo nella vendita di armi e negli investimenti difensivi. Strategia che proprio di recente ha visto sviluppi in Laos, con l’avvio della costruzione congiunta di un aeroporto e di infrastrutture difensive.

Vladimir Putin riconosce nel Sud-Est asiatico un grande potenziale, e avanza i propri obiettivi strategici puntando sulla diplomazia della difesa. Questa enfasi sull’hard power è una peculiarità della politica estera del Cremlino, la cui cultura politica valorizza meno la pervasività del soft power. Secondo diversi analisti, sono proprio le velleità geostrategiche e gli imperativi di sicurezza di Mosca che hanno consentito un rafforzamento della cooperazione con la regione dell’Asia-Pacifico.

Negli ultimi anni Mosca ha intensificato gli sforzi per la vendita di armi in Asia orientale. Il primato incontestato nella vendita di forniture militari nella regione sembra mostrare, però, segni di cedimento. Le esportazioni sono in declino, perlopiù per via del Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act (CAATSA), approvato nel 2017 dall’amministrazione Trump. Davanti al continuo coinvolgimento della Russia nelle guerre in Ucraina e Siria e alla sua interferenza nelle elezioni statunitensi del 2016, la reazione di Washington non si è fatta attendere: la legge impone sanzioni a chiunque abbia rapporti commerciali col complesso militare-industriale russo. Nel periodo 2015-19, le esportazioni di armi della Russia nella regione dell’Asia sudorientale ammontavano a 2,7 miliardi di dollari, in calo rispetto 4,7 miliardi di dollari del 2010-14, secondo Ian Storey dell’Institute for Southeast Asian Studies (ISEAS). Tra il 2010 e il 2019 anche le esportazioni globali della Russia sono diminuite, scendendo da 36,8 miliardi di dollari nel 2010 a 30,1 miliardi di dollari nel 2019 con un calo del 18%. 

I Paesi del Sud-Est asiatico rivestono un ruolo strategico. La crescita della spesa nazionale per la difesa è andata di pari passo con lo sviluppo economico. “Le armi sono affluite nel Sud-Est asiatico negli ultimi anni in parte perché le nazioni dell’ASEAN possono ora permettersi di acquistarle” ha dichiarato Siemon Wezeman, ricercatore presso lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI). Il commercio con la Russia presenta diversi vantaggi: i prezzi delle armi sono decisamente più competitivi di quelli di concorrenti come USA, Cina ed Unione Europea. In più “La Russia è flessibile sui metodi di pagamento diversi dai contanti, il che le dà un vantaggio nelle economie in via di sviluppo“, ha affermato Shinji Hyodo, direttore degli studi politici presso l’Istituto Nazionale Giapponese per gli Studi sulla Difesa. Ad esempio, l’Indonesia dovrebbe pagare metà del suo pagamento per i jet Su-35 con esportazioni di olio di palma, gomma e altri prodotti. Ma il vero vantaggio strategico è il fatto che Mosca non richiede alcuna contropartita ideologica, al contrario di quanto accade con Stati Uniti ed UE, che richiedono garanzie sul trattamento dei diritti umani e sulla democrazia. A questo proposito, il Myanmar non può importare armi dall’UE per via di un embargo in vigore già dal 1990 e anche in Thailandia il colpo di stato militare del 2014 ha provocato restrizioni da parte dei fornitori europei. 

Vietnam e Myanmar sono invece le principali destinazioni di armi russe, seguite da Malaysia, Indonesia e Laos. In Vietnam la Russia domina il 60% delle importazioni per la difesa. In Myanmar il ruolo di fornitore di armi è oggi particolarmente controverso, a causa del recente colpo di stato militare. Il mese scorso una delegazione russa ha visitato segretamente la giunta militare golpista, tra le proteste degli attivisti per i diritti umani. Tra gli altri membri della delegazione anche una rappresentante di Rosoboronexport – agenzia statale che si occupa di esportazioni di beni e servizi legati alla difesa. Il Generale golpista birmano Min Aung Hlaing ha ricambiato la visita il 22 giugno, a riprova che la cooperazione militare tra i due Paesi non sembra mostrare segni di cedimento. Anzi: la Russia è stata tra i Paesi che alle Nazioni Unite si sono astenuti alla risoluzione assembleare che richiedeva un embargo sulle armi in Myanmar: Russia e Cina sono infatti i due maggiori fornitori di armi del Paese. 

I Paesi della regione si stanno ritagliando un ruolo autonomo dell’arena politica internazionale, e i vantaggi competitivi rappresentati dalla Russia potrebbero essere surclassati da calcoli diversi. All’urgenza di gestire questioni securitarie come il Myanmar e il Mar Cinese meridionale, si aggiunge il desiderio di tutelare la stabilità regionale e il quieto vivere dei suoi abitanti. La diplomazia della difesa del Cremlino dovrà diversificare la sua offerta di beni e servizi legati alla difesa se vorrà competere con l’aumento della concorrenza internazionale. 

A cura di Agnese Ranaldi

 

Netflix sotto accusa in Vietnam per una mappa del Mar Cinese Meridionale
Il Vietnam ha richiesto a Netflix la rimozione della serie di spionaggio australiana Pine Gap. L’Autorità per le Trasmissioni e l’Informazione Elettronica del Paese ha denunciato la comparsa di una cartina geografica che rappresenta le rivendicazioni territoriali cinesi nelle acque contese del Mar Cinese Meridionale, dichiarando che “le violazioni di Netflix hanno irritato e ferito i sentimenti dell’intero popolo del Vietnam”. La mappa riproduce le famose “nine-dash lines”, che delineano lo spazio in cui la Cina rivendica presunti diritti storici, e sono contestate da gran parte dei Paesi limitrofi. Si tratta di una demarcazione risalente al 1947, quando la marina della Repubblica di Cina aveva preso il controllo di alcune isole occupate dal Giappone durante la Seconda Guerra mondiale. Il perimetro tracciato comprende anche le Isole Paracel e Spratly. Secondo The Diplomat, la Cina non ha mai specificato il significato delle “nine-dash lines”, e questa ambiguità strategica ha dato adito alle annose discordie diplomatiche con Paesi come Vietnam, Filippine, Malaysia e Brunei, che per ora non sono risultate in un conflitto armato. Non è la prima volta che la piattaforma di streaming Netflix viene accusata di scarsa sensibilità rispetto alle controversie territoriali del Mar Cinese Meridionale. Come riportato da Reuters, l’Autorità di controllo vietnamita ha dichiarato: “Questa è la terza volta consecutiva negli ultimi 12 mesi che Netflix distribuisce film e programmi TV con contenuti che violano la sovranità del Vietnam”. Si riferisce ad altri due prodotti del repertorio offerto dalla società statunitense: Put Your Head On My Shoulder e Madam Secretary. Nel 2019 era stato ritirato dagli schermi anche il film della DreamWorks Abominable, per via di un’altra scena che mostrava nuovamente la medesima cartina geografica. In Asia orientale è semplice urtare la suscettibilità dei governi su questioni territoriali. Chiunque voglia esportare le proprie attività nell’area è chiamato ad approcciarsi con estrema delicatezza a queste complesse questioni diplomatiche.

 

L’ASEAN in stallo sulla scelta dell’inviato speciale in Myanmar

A tre mesi dal “consenso in cinque punti” concordato al vertice di Giacarta, l’ASEAN non riesce a nominare l’inviato speciale per aiutare a risolvere la crisi politica del Myanmar. L’ostacolo principale sembra essere il disaccordo all’interno del gruppo. Fonti dell’ASEAN hanno riferito i nomi dei tre candidati favoriti: Virasakdi Futrakul, ex Viceministro degli Esteri thailandese e veterano della diplomazia, Hassan Wirajuda, ex Ministro degli Esteri indonesiano, e Razali Ismail, diplomatico malese, che è stato inviato speciale delle Nazioni Unite per il Myanmar negli anni 2000, con il compito di facilitare la riconciliazione nazionale e la democratizzazione. L’Indonesia crede che Hassan possa dare uno slancio concreto al raggiungimento di una soluzione e spinge sulla scelta del suo candidato, ha detto un’altra fonte ASEAN. I militari sembrano invece propendere per il candidato thailandese. Ciò sembrerebbe dovuto al fatto che il Tatmadaw preferisce il modello thailandese, in cui i militari esercitano un’influenza politica superiore, rispetto al modello indonesiano di transizione democratica. Tuttavia, l’esercito birmano non si sente obbligato ad agire sulla questione dell’inviato. Da quando il secondo ministro degli esteri del Brunei ha presentato al generale Min Aung Hlaing un elenco di candidati, durante la sua visita in Myanmar all’inizio di giugno, non c’è stata alcuna comunicazione ufficiale sulla scelta. Thailandia, Indonesia e Malesia vogliono la nomina dei loro candidati. Anche la Malesia è interessata a ricoprire il ruolo, ma non starebbe spingendo tanto quanto l’Indonesia. Finora Singapore non ha avanzato nessuna proposta e il Brunei, attuale presidente dell’ASEAN, sta spingendo per un compromesso.  L’intenzione è convincere la giunta a scegliere tre inviati ASEAN invece di uno solo. Nemmeno il numero di candidati è stato deciso in modo definitivo. La questione dell’inviato sembra anche essersi intrecciata con le agende nazionali e strategiche dei Paesi candidati, spostando il focus dall’unico obiettivo di risolvere la drammatica condizione del Myanmar.

Business

Investimenti in Vietnam

Do Nhat Hoang, Direttore generale dell’Agenzia per gli investimenti esteri del Vietnam, durante un webinar tenutosi la scorsa settimana, ha invitato gli investitori stranieri a puntare maggiormente sul settore finanziario e infrastrutturale vietnamita.

The Business Times: https://www.businesstimes.com.sg/asean-business/vietnam-welcomes-foreign-investment-to-help-grow-its-finance-sector

Geopolitica

UK-ASEAN

Secondo molti osservatori, questo sarebbe il momento migliore per le aziende britanniche di espandersi nel Sud-Est asiatico e contribuire a rendere la Gran Bretagna “globale” dopo l’Uscita dall’Unione Europea.

The Diplomat: https://thediplomat.com/2021/07/global-britain-why-the-united-kingdom-needs-asean/ 

Economia

Investimenti Pakistan-ASEAN

Il Ministro degli Esteri pakistano Sohail Mahmood, intervenendo all’evento “Pakistan-ASEAN: un futuro condiviso e la via da seguire”, ha parlato di investimenti nel e dal Sud-Est asiatico all’interno del progetto China-Pakistan Economic Corridor. 

Radio Pakistan: https://www.radio.gov.pk/02-07-2021/pakistan-asks-asean-member-countries-to-consider-making-investments-in-sezs-of-cpec 

Business
Store Italia verso l’ASEANDopo una presenza in Asia e a Singapore fortificata negli ultimi anni, la società Fbc-Freelance business consultants punta su Indonesia e Thailandia per rilanciare l’immagine del Made in Italy in tutto il Sud-Est asiatico.Milano-Finanza: https://www.mffashion.com/news/livestage/storeitalia-si-espande-nel-sud-est-asiatico-202106301549575647 
Economia

Tariffe sull’agroalimentare

Nell’ottica di una ripresa agile dopo i duri colpi inflitti dalla pandemia a cittadini e imprese, l’Association dovrebbe agevolare le importazioni prevedendo facilitazioni all’interno dell’ASEAN Comprehensive Recovery Framework.

The Diplomat: https://thediplomat.com/2021/07/why-asean-needs-to-reduce-its-non-tariff-measures-on-agri-food-imports/ 

Politica

Sviluppi politici in Malesia

Dopo mesi di inattività il Parlamento malese tornerà a riunirsi nelle prossime settimane, mentre la battaglia politica tra i vari schieramenti imperversa e la pandemia non arresta la sua corsa creando povertà e scontento sociale.

Channel News Asia: https://www.channelnewsasia.com/news/commentary/pm-muhyiddin-malaysia-who-replace-bersatu-zahid-najib-anwar-15158310  

Business

Import-Export in Indonesia

L’Indonesia ha dimostrato di essere un mercato redditizio e ricco di opportunità che, nell’obiettivo del Presidente Widodo di portarla ad essere quarta economia mondiale entro il 2045, ha migliorato i suoi livelli di importazioni e esportazioni.

ASEAN Business: https://www.aseanbriefing.com/news/import-export-procedures-indonesia-best-practices/  

Economia

Facilitare il commercio in ASEAN

La pandemia di coronavirus, che rallenta ma non molla la sua presa, ha interrotto i flussi commerciali regionali e ha evidenziato l’importanza di agevolare il commercio tra gli Stati membri dell’ASEAN.

East Asia Forum: https://www.eastasiaforum.org/2021/07/05/reducing-aseans-trade-compliance-costs/ 

Business

Attrattività del Sud-Est asiatico

La Norwegian Business Association di Singapore ha riunito in un webinar diplomatici ed imprenditori. Il messaggio emerso con forza dagli interventi è: non c’è mai stato un momento migliore per guardare al sud-est asiatico per le opportunità di business.


ScandAsia: https://scandasia.com/there-has-never-been-a-better-time-to-look-to-south-east-asia-for-business-opportunities/ 

Tecnologia

Società fintech dell’ASEAN

Nonostante le quotazioni delle società tecnologiche del Sud-Est asiatico siano cresciute repentinamente, molti investitori stranieri continuano a guardarle con interesse, scovando le opportunità e le potenzialità ancora inesplorate.

The Business Times: https://www.businesstimes.com.sg/companies-markets/silicon-valleys-rocketshipvc-unfazed-by-crazy-fintech-valuations-in-south-east 

Business

Esportare in ASEAN

Per affrontare con successo l’export verso il Sud-Est asiatico occorre tenere in considerazione le diversità economiche e culturali dei vari Paesi che compongono questo mercato, sempre più rilevante per latte e derivati.

CLAL News: https://news.clal.it/it/43-2/