Mondo Asean – La 76esima UNGA: ASEAN e l’Agenda 2030

In Mondo Asean, Sud Est Asiatico by Redazione

L’Associazione Italia-Asean nasce nel 2015. La sua missione è quella di rafforzare il legame e rendere più evidenti le reciproche opportunità, sia per le imprese che per le istituzioni. Qui pubblichiamo la newsletter Italia-Asean del 15 ottobre.

Nelle scorse settimane, il Palazzo di Vetro ha ospitato l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite: l’attesissimo appuntamento annuale in cui tutti gli Stati Membri si riuniscono per rafforzare la continua rilevanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e costruire uno slancio prima dei principali vertici e delle riunioni intergovernative, quali la COP26 sul cambiamento climatico, il G20 e il COP15 sulla biodiversità.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha identificato cinque aree in cui è necessaria un’azione urgente per mantenere la promessa degli SDGs (Sustainable Development Goals): (1) la mobilitazione di piani di vaccinazione globale, (2) l’attuazione di un recupero sostenibile ed equo per tutti attraverso investimenti coraggiosi nello sviluppo umano, (3) la parità di diritti per le donne e le ragazze attraverso investimenti e rappresentanza, (4) la fine della guerra al pianeta e l’affermazione di emissioni zero entro il 2050, e (5) la cooperazione multilaterale per mettere le persone al primo posto nei bilanci e nei piani di recupero. 

Anche quest’anno uno dei temi caldi del dibattito internazionale è stata la pandemia da Covid-19. Ogni Stato si è espresso sulla propria situazione interna promuovendo il concetto del “Leaving No One Behind”: una frase che è ormai diventata il motto dell’intera comunità internazionale, il cui significato rimanda alla forte volontà di uscire dalla situazione di crisi come un gruppo unito e forte. I capi di Governo e i Ministri presenti hanno ancora una volta rinnovato la loro promessa e il loro impegno nella battaglia contro il Covid-19 e nella promozione delle campagne vaccinali.

Tuttavia, il virus non è stato il solo ed unico protagonista del General Debate. Il cambiamento climatico è un’altra sfida imminente che continua a catalizzare l’attenzione mondiale e che richiede azioni globali urgenti e concrete a tutti i livelli. In questo contesto, i paesi ASEAN si sono espressi per affermare l’impegno ad aumentare il proprio coinvolgimento nel processo di adattamento e mitigazione dell’Accordo di Parigi, in linea con il principio delle “responsabilità comuni ma differenziate”.

La comunità mondiale guarda all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per dare risposte alle principali preoccupazioni globali.  Diverse sono state le idee e le opinioni sul tema della sostenibilità ambientale. Ma quali sono state le proposte avanzate dai paesi ASEAN in merito, e a che punto sono nel processo di implementazione dell’Agenda 2030?

Sin dall’inizio, il percorso verso il raggiungimento dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile non è stato facile. Vi sono stati dei progressi costanti nel tempo ma il COVID-19 ha annullato molte vittorie duramente conquistate. La pandemia ha amplificato le disuguaglianze e le incertezze preesistenti; ha ampliato il divario tra “chi ha e chi non ha”; e diversi gradi di carenze nella governance e nella sicurezza sociale hanno spinto le popolazioni più vulnerabili di nuovo nella povertà. 

Inutile dire che siamo più lontani dal raggiungere l’Agenda 2030 ora di quanto lo fossimo prima.

L’impegno dell’Indonesia verso la resilienza climatica, lo sviluppo a basse emissioni di carbonio e la green technology è fermo e chiaro. Nel 2020, l’Indonesia ha ridotto gli incendi boschivi dell’82% rispetto all’anno precedente e i tassi di deforestazione sono diminuiti significativamente, raggiungendo la più bassa percentuale degli ultimi 20 anni. Tuttavia, il processo di trasformazione energetica e tecnologica deve assicurare il principio (precedentemente citato) del “Leaving No One Behind”, facilitando la partecipazione dei paesi in via di sviluppo nella crescita delle industrie e nella produzione di tecnologia. Nel 2022, l’Indonesia assumerà la presidenza del G20, con il tema “Recuperare insieme, recuperare più forte“, impegnandosi affinché si lavori a beneficio di tutti, dai paesi sviluppati a quelli in via di sviluppo, da nord a sud, dagli arcipelaghi ai piccoli stati insulari del Pacifico.

La Repubblica Democratica Popolare del Laos ha evidenziato l’importanza di affrontare il cambiamento climatico integrando l’impegno dell’Accordo di Parigi. Dal 2000 al 2020, le emissioni di gas serra del Laos sono state ridotte del 34%. Presentando il Nationally Determined Contribution (NDC) sul Cambiamento Climatico alla comunità delle Nazioni Unite in questa stessa occasione, il governo del Laos ha rinnovato il suo impegno a ridurre il 60% delle emissioni di gas serra entro il 2030. 

Per la Malesia, l’integrazione della sostenibilità è la chiave per assicurare una transizione fluida verso un ecosistema socio-economico più verde. Il governo malese ha stabilito piani ambiziosi per facilitare la transizione verso un futuro più sostenibile e a basse emissioni di carbonio. Nuove politiche incentrate sull’economia circolare sono state introdotte per mantenere la promessa di rendere la Malesia una nazione a basse emissioni di carbonio entro il 2050.

Le Filippine hanno presentato il primo Nationally Determined Contribution, promettendo di raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del 75% entro il 2030. Il governo filippino ha voluto appellarsi ad un’azione urgente per il clima, specialmente da parte di coloro che possono davvero far pendere l’ago della bilancia.  I paesi sviluppati devono rispettare il loro impegno di lunga data per il finanziamento del clima, il trasferimento di tecnologia e l’investimento in capacity building nei confronti dei paesi in via di sviluppo. Questo è un obbligo morale che non può essere evitato. La transizione del nostro mondo verso un’economia verde non deve avvenire a spese della vitalità economica dei paesi in via di sviluppo. 

Per le piccole nazioni insulari come Singapore, il cambiamento climatico rimane un pericolo chiaro e presente e i recenti eventi meteorologici estremi ci ricordano che non abbiamo tempo da perdere. Singapore è sempre stata una forte sostenitrice dell’Accordo di Parigi e quest’anno ha presentato il “Singapore Green Plan 2030”: un piano d’azione ben strutturato che delinea un approccio nazionale allo sviluppo sostenibile, tracciando obiettivi ambiziosi e concreti per i prossimi 10 anni in nuove aree come la green finance e la clean energy. 

Singapore ha inoltre sottolineato il bisogno di un’urgente azione multilaterale sugli oceani. Gli oceani sostengono il nostro ecosistema globale; sono un deposito di biodiversità e un cuscinetto per il cambiamento climatico. Sono un’arteria critica per il commercio e una fonte di lavoro e di sostentamento per miliardi di persone. Singapore è un grande sostenitore della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare: l’UNCLOS, un documento che costituisce la base della governance degli oceani, stabilisce le regole per i diritti marittimi e fornisce il quadro generale per la risoluzione pacifica delle controversie marittime. Il 40° anniversario dell’adozione dell’UNCLOS l’anno prossimo è un’opportunità per riaffermare l’impegno verso questo strumento giuridico vitale per la governance degli oceani, e fare di più per assicurare la sua effettiva attuazione.

La Thailandia sta preparando il Piano energetico nazionale con l’obiettivo di raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2065-2070. Allo stesso tempo, il governo ha fissato l’obiettivo di aumentare la proporzione di energia rinnovabile ad almeno il 50% della quantità totale di elettricità generata. Il discorso della delegazione thailandese ha esortato i paesi sviluppati e invitato l’intera comunità globale a intraprendere azioni collettive e garantire risultati costruttivi e concreti per la prossima COP26.

Il Vietnam guarda con speranza alla COP-26, un momento di raccolta internazionale in cui ogni Stato membro è in dovere di rinnovare il proprio sforzo e impegno a ridurre le emissioni di gas serra. Anche il governo vietnamita ha voluto porre l’accento sulla necessità di un maggiore finanziamento nei paesi in via di sviluppo, i quali necessitano di una più accurata assistenza nel trasferimento di tecnologia e nel processo di capacity building in modo da favorire la transizione verso un’economia verde e circolare. Solo attraverso la collaborazione e la cooperazione tra nord e sud del mondo, si potranno raggiungere tutti e 17 gli obiettivi di sviluppo sostenibile contenuti nell’Agenda 2030.

Che si tratti dell’innalzamento del livello del mare o dello scioglimento dei ghiacciai dell’Himalaya, di uragani, tempeste, inondazioni o incendi, il cambiamento climatico è diventato una minaccia esistenziale per l’umanità. Abbiamo bisogno di una risposta collettiva globalmente sostenuta e ambiziosa per affrontare il cambiamento climatico.

È ormai chiaro a tutta la comunità internazionale che abbiamo bisogno di convogliare l’attenzione mondiale nel raggiungimento di un impegno duraturo per l’Agenda 2030 che metta il cambiamento climatico al centro degli sforzi internazionali. Il mondo non può permettersi che la COP26 sia inconcludente. È necessario adattare gli SDGs alla nuova realtà del mondo post pandemia. Per farlo, è necessaria una maggiore e più forte solidarietà e cooperazione tra tutti i tipi di entità. Portare avanti la realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) in tutti i settori è uno strumento chiave per rispondere alle sfide che il mondo sta affrontando, e per affrontare le disuguaglianze esacerbate dalla pandemia COVID-19. 

Di Clara Lomonaco

 

Il piano della Malesia per la transizione ecologica

Con i negoziati globali sul cambiamento climatico alle porte, la Malesia lancia un ambizioso piano nazionale per un’economia più verde e più pulita. Il Primo Ministro Ismail Sabri Yaakob ha presentato giovedì 7 ottobre il 12° Piano per la Malesia (12MP), dichiarando che gli impegni per la sostenibilità sono al centro della sua strategia, che punta alla decarbonizzazione del Paese entro il 2050. Molti analisti si sono detti sorpresi di questa svolta ecologica, che posiziona Kuala Lumpur tra le nazioni del Sud-Est asiatico con i progetti più ambiziosi in tema di cambiamento climatico. Ma c’è anche chi si è espresso con cautela sul piano di Yaakob: “È un documento olistico che mostra la consapevolezza da parte del governo di tutti i passi che devono essere compiuti affinché la Malesia riesca ad affrontare efficacemente il cambiamento climatico a livello interno”, ha detto Darshan Joshi, un analista dell’Istituto di Studi Strategici e Internazionali (ISIS) Malaysia. Il piano è stato definito una “stella polare” con funzione di guida, ma permangono lacune importanti in tema di politiche pubbliche concrete. Su molte materie, infatti, le competenze del governo federale e quelle dei governi statali si sovrappongono, con una divisione della responsabilità opaca sull’uso della terra, sulla biodiversità e sulle emissioni di carbonio. Inoltre, le forze politiche del governo della Malesia concordano sul fatto che il cambiamento climatico sia una sfida urgente, ma le discordie in parlamento possono compromettere l’implementazione di strategie coerenti. “Penso che l’instabilità politica sia una sfida enorme e impedisce ogni tipo di implementazione politica”, ha detto Ili Nadiah Dzulfakar, il co-fondatore di Klima Action Malaysia. “Abbiamo bisogno di qualcosa di più di semplici obiettivi. Abbiamo bisogno di parlare di un cambiamento sistematico e questo obiettivo non è una soluzione guidata solo dalle persone”, ha dichiarato l’analista, “questi impegni tengono nascoste le diseguaglianze, e questo mi spaventa”.

 

Maria Ressa e il Nobel della discordia

Il Presidente Rodrigo Duterte ha atteso tre giorni prima di congratularsi con Maria Ressa per il Nobel per la Pace conferitole l’8 ottobre. Nelle motivazioni dell’assegnazione del premio si è fatto riferimento alla salvaguardia della libertà di stampa, ma il portavoce del Presidente Harry Roque ha sottolineato che nel Paese non c’è stata alcuna censura dal 2016, sostenendo che il Nobel a una giornalista filippina ne è la prova. Josep Borrell si è congratulato con Ressa per contro dell’Unione Europea, definendola ispiratrice dei reporter asiatici. Non è mancato il commento della Conferenza Episcopale Filippina che ha evidenziato come la ricerca della verità sia un obiettivo fondante della professione e come Ressa lo persegua. Tra i tanti endorsement e apprezzamenti c’è stato anche quello dell’indiano Sidhart Bhatia, fondatore di The Wire, che ne ha celebrato la resilienza. Varie associazioni e testate giornalistiche locali si sono accodate. I sostenitori di Duterte, invece, sono molto critici nei confronti della reporter e ricordano le condanne pendenti per diffamazione online e le diverse denunce da esponenti del partito di governo PDP-Laban. Tra loro c’è chi vede la coincidenza della data di annuncio della premiazione con l’ultimo giorno utile per presentare le candidature alle presidenziali filippine come una macchinazione occidentale per provare a ostacolare la nomina di un continuatore delle politiche di Duterte. In giro per il mondo c’è stata qualche polemica sulla parità di genere, visto che Ressa è stata l’unica donna premiata dal comitato norvegese nel 2021, oltre che essere la diciottesima a vincere il Nobel per la Pace in 126 anni. In un contesto complesso, in cui Duterte pone particolare attenzione all’industria mediatica, Ressa spera che l’aver ricevuto il Nobel sia di ispirazione per un rinnovamento del giornalismo nelle Filippine. Intanto, gli attivisti per i diritti umani esultano, specie Cristina Palabay del gruppo Karapatan che considera il premio come la prova del supporto internazionale alla democrazia nelle Filippine.

 

GeopoliticaRelazioni Cina-ASEAN

“Nel trentesimo anniversario dell’istituzione delle relazioni Cina-ASEAN, le due parti dovrebbero fare tesoro della preziosa esperienza accumulata negli ultimi 30 anni e costruire una comunità con un futuro condiviso”. Lo ha dichiarato il Consigliere di Stato cinese e ministro degli Esteri Wang Yi.

ANSA: https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/dalla_cina/2021/10/09/cina-wang-rafforzare-i-legami-con-lasean_ee4b7472-614c-478f-bcc5-ee2f248fcc57.html 

 

Sanità

Covid in ASEAN

La variante Delta è diventata dominante nel Sud-Est asiatico e mette a repentaglio l’eliminazione di tutte le restrizioni sociali e il ritorno ad una crescita economica solida. Quali le prospettive per i prossimi mesi?

East Asia Forum: https://www.eastasiaforum.org/2021/10/09/delta-and-the-cost-of-border-closures-in-southeast-asia/ 

Ambiente

ASEAN Carbon free

Per ridurre rapidamente le emissioni inquinanti e rallentare il riscaldamento globale è necessario che i governi dell’ASEAN si mobilitino in massa e le aziende puntino su fonti di energia rinnovabili.

The ASEAN Post: https://theaseanpost.com/article/ccs-future-asean-carbon-intensive-industries 

Economia

Ripresa in Malesia

Nonostante la pandemia non molli la sua presa, inizia ad esserci una convinzione diffusa che la Malesia possa presto tornare alla normalità e permettere così a tutto il sistema-Paese di ripartire in sicurezza. 

The Star: https://www.thestar.com.my/business/business-news/2021/10/09/finding-the-equilibrium  

Sociale

Filantropia 

L’Università di Stanford tratta, in un interessante approfondimento, la possibilità e le scommesse derivanti dalla creazione di un fondo filantropico comune per il Sud-Est asiatico, supportato da molte istituzioni internazionali.

SSIR: https://ssir.org/articles/entry/taking_a_bet_on_a_philanthropic_pooled_fund_for_southeast_asia 

Geopolitica

Mar Cinese Meridionale 

Le negoziazioni sul nuovo codice di condotta per il Mar Cinese Meridionale tra ASEAN e Cina non sembrano arrivare a conclusioni concrete e l’area rimane una delle più calde per le sfide tra superpotenze e Stati che la occupano.

 

Business World: https://www.bworldonline.com/navigating-the-south-china-sea-code-of-conduct-negotiation-process-insight-into-aseans-options/

 

EnergiaCooperazione Cina-ASEAN

La Cina e diversi Stati del Sud-Est asiatico lavorano per migliorare le relazioni su ambiente e sostenibilità, tenendo presente che evitare l’uso di energie fossili sia il modo migliore per proteggere la natura.

The Manila Times: https://www.manilatimes.net/2021/10/10/news/world/china-se-asia-expedite-green-energy-conversion/1817850 

Finanza

Quotazioni in Borsa

Secondo gli esperti, le attività di raccolta fondi e le Offerte Pubbliche Iniziali, aumentate nella prima metà del 2021, continueranno anche nei prossimi mesi in tutto il Sud-Est asiatico, attirando società da tutto il mondo.

The Star: https://www.thestar.com.my/business/business-news/2021/10/09/ipo-hotbed-in-south-east-asia 

Geopolitica

UE-Myanmar

Il Parlamento europeo ha votato per sostenere il governo ombra di unità nazionale del Myanmar e continua a condannare duramente le azioni repressive della giunta golpista. Serve però una vera svolta nella crisi birmana. 

 

The Diplomat: https://thediplomat.com/2021/10/eu-parliament-voices-support-for-myanmars-opposition-government/ 

EconomiaRCEP 

Dopo diversi dei 15 Stati firmatari arriva anche da parte del Brunei la ratifica della Regional Comprehensive Economic Partnership. Depositati lo scorso lunedì i documenti presso il Segretariato generale dell’ASEAN.

 

Xinhuanet: http://www.xinhuanet.com/english/asiapacific/2021-10/12/c_1310240705.htm

BusinessTassazione a Singapore

L’8 ottobre 2021 l’OCSE ha annunciato un accordo storico tra 136 Paesi per stabilire un’imposta societaria minima globale. Quali saranno le implicazioni per gli investimenti in Stati a bassa tassazione sulle società come Singapore?

 

 

ASEAN Briefing: https://www.aseanbriefing.com/news/minimum-global-corporate-tax-rate-implications-for-singapore/

Economia

Prestiti cinesi in ASEAN

AidData ha recentemente pubblicato un report dettagliato sui prestiti cinesi negli ultimi due decenni, con un focus su come i flussi di capitale si siano evoluti sotto la Belt and Road Initiative. 

 

The Diplomat: https://thediplomat.com/2021/10/what-the-aiddata-report-reveals-about-bri-lending-in-southeast-asia/