Modello Wenzhou?

In by Simone

A Wenzhou, città del Zhejiang, colpita negli scorsi mesi da una grave crisi del credito, partirà  la prima Zona finanziaria speciale in cui saranno legalizzati i “prestiti informali” e gli investimenti all’estero. Potrebbe essere un’altra vittoria dell’ala liberale del Partito e del premier Wen Jiabao.
Potrebbe essere una nuova vittoria del premier Wen Jiabao, che pare essersi ormai posto a capo dell’ala liberale del Partito Comunista cinese nella strenua lotta per il potere.

A Wenzhou, città del Zhejiang, colpita negli scorsi mesi da una crisi del credito che aveva lasciato in gravi difficoltà i piccoli e medi imprenditori, partirà un esperimento “finanziario” che dovrebbe rendere legali i “prestiti informali” dei privati che con il tempo si erano sostituiti a quelli ufficiali, bancari.

Allo stesso tempo gli imprenditori di Wenzhou potranno investire più facilmente all’estero. Il Consiglio di Stato cinese lancia così la prima “zona finanziaria speciale”, un esperimento che potrebbe essere esteso a tutto il paese.

Negli scorsi mesi gli imprenditori di Wenzhou, sud della Cina e cuore delle esportazioni del paese, erano stati colpiti da una grave crisi del credito: per bloccare l’inflazione la Cina aveva chiuso i rubinetti dei prestiti bancari alle piccole e medie imprese.

Quest’ultime, strette tra aumento delle tasse e diminuzioni degli ordini a causa della crisi in Europa e America, erano ricorse alle “banche ombra”, privati che offrivano prestiti anche a tassi del 180 per cento.

Molti degli imprenditori si erano così ritrovati sul lastrico, senza soldi: alcuni avevano anche scelto di scappare.

Wen Jiabao, il premier cinese, si era recato a Wenzhou, dove aveva raccolto le richieste: un sistema finanziario in grado di portare dalla zona grigia a quella ufficiale il sistema dei prestiti privati.

Le richieste degli imprenditori di Wenzhou sono state accettate, almeno in parte: “in una dichiarazione il Consiglio di Stato – come riportato oggi 29 marzo dai media cinesi – ha deciso che permetterà ai finanziatori privati di Wenzhou di operare come società di investimento per aumentare il finanziamento a disposizione delle imprese di piccole e medie dimensioni”.

La mossa dal Consiglio di Stato, il governo della Cina, “rappresenta un importante passo simbolico verso la revisione di un sistema a lungo considerato come un ostacolo allo sviluppo di un modello di crescita più sostanziale e sostenibile per la seconda più grande economia del mondo”, secondo il giudizio del Wall Street Journal.

Il Consiglio di Stato ha inoltre specificato di valutare la possibilità “di permettere ai residenti di Wenzhou di investire direttamente all’estero, dando loro un modo per guadagnare rendimenti migliori rispetto a quelli garantiti dalle  banche cinesi, i cui tassi applicati ai depositi non sono al passo dell’inflazione. Attualmente, la Cina limita rigorosamente tali investimenti”.

Secondo la proposta i residenti della zona finanziaria speciale potranno spendere fino a tre milioni di dollari a testa per creare, acquistare, o investire in società non finanziarie nei mercati esteri. I residenti di Wenzhou potranno anche reinvestire all’estero i profitti generati all’estero.

Tuttavia – specifica il Wall Street Journalci potrebbero essere revisioni nei dettagli in attesa dell’approvazione da parte del Consiglio di Stato, secondo quanto ha riferito Su Xiangqing, capo dell’Ufficio del Commercio di Wenzhou”.

La decisione arriva dopo il noto caso di Wu Ying, una donna d’affari condannata a morte per “la raccolta di fondi illegali”.

Il suo caso è  ancora in attesa di una revisione da parte della Corte Suprema, dopo le numerose proteste sfociate su internet, alla luce di un fenomeno, quello dei prestiti privati, assai diffuso e di cui a gran voce era stata chiesta una regolamentazione.

[Scritto per Lettera43; fotocredits: reflexionesfinales.blogspot.com]