Lu Xun non insegna più nulla

In by Simone

I testi del capostipite della letteratura cinese del Novecento sono spariti dai manuali scolastici della Repubblica popolare, o al massimo relegati a letture facoltative. A scuola niente più Lu Xun e con le sue opere potrebbero sparire anche molti altri testi considerati classici. Per adesso la scelta didattica è circoscritta alla sola provincia dello Jiangsu. Ma, come spesso accade in Cina, ciò che viene sperimentato in una regione può diventare poi politica nazionale.

“Molte opere non riflettono più lo spirito dei nostri tempi”, ha detto Fu Yuanfeng, uno dei membri del comitato editoriale per manuali, intervistato dal quotidiano ‘Global Times’. “I testi dovrebbero rispecchiare l’essenza della lingua cinese e avere un’influenza positiva sugli adolescenti”, ha continuato, “i classici dovrebbero durare nel tempo, ma alcuni testi non ne hanno le qualità”. Il comitato ha preferito testi più vicini a quella che ritiene essere la modernità. L’iniezione di “sangue nuovo” nel materiale didattico ha fatto però vittime d’eccezione, su tutti Lu Xun. Tra i brani esclusi ci sono capolavori noti anche in Occidente come “ La medicina” o “La vera storia di Ah Q”.

Ironia della sorte, lo scrittore aveva fatto della critica alla vecchia società cinese il cuore della sua opera, con l’obiettivo di risvegliare la coscienza dei suoi connazionali. Abbracciate le ideologie progressiste, senza mai aderire al Partito comunista cinese, nei racconti, nelle poesie e nei saggi puntava il dito contro le vecchie tradizioni, contro la corruzione dei funzionari e la violenza dei signori della guerra che spadroneggiavano in Cina tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso. Per decenni, dopo la morte nel 1936, Lu Xun fu elevato a icona della propaganda del Pcc. E l’anno scorso diventò addirittura protagonista di un fumetto ispirato a uno dei suoi saggi.

“Leggere Lu Xun permetterebbe agli adolescenti di sviluppare una personalità indipendente, uno spirito creativo, abilità artistiche e letterarie”, ha scritto la professoressa Lin Mei sul giornale dell’Accademia cinese delle scienze sociali. “Rappresenta la cultura cinese come Confucio o Laozi”, ha aggiunto, “per comprenderlo c’è bisogno di insegnanti che guidino gli studenti nel suo universo letterario”. Un commento che trova conferma nelle reazioni sui forum citate dal ‘Global Times’. “Il senso critico è forse poco moderno?, ha scritto un utente, “o forse pensano che le nuove generazioni non ne abbiano bisogno?”

I più critici vedono nello scrittore “uno strumento del Partito per mascherare la violenza di un governo autoritario” e c’è chi ritiene la selezione di nuovi autori una buona scelta per dare agli studenti un’idea di cosa si pensa e scrive nel resto del mondo.

Lu Xun, ha sottolineato Fu Yuanfeng, non è stato estromesso dalla didattica. Molti suoi testi restano obbligatori e altri diventeranno facoltativi. Le regole sui contenuti dei libri di testo sono molto rigide e difficilmente le pubblicazioni subiscono grossi sconvolgimenti, almeno finché non cambieranno le regole.

[Anche su NTNN] [foto da http://www.flickr.com/photos/seefarseeeast/]