Molta Sicilia, "possiamo definirla un’ossessione", ha detto il regista, memorie e consigli nella giornata odierna di incontri per Giuseppe Tornatore a Pechino. Nel complesso del Broadway Moma, il regista italiano giunto a Pechino nell’ambito della rassegna “Da Venezia a Pechino. I grandi film” organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura, ha incontrato dapprima gli studenti dell’accademia del cinema di Pechino e poi i giornalisti cinesi. Molte le domande e le curiosità, prima della proiezione dell’ultimo film di Tornatore, Baaria, a dimostrazione di come l’interesse dei cinesi per il cinema italiano sia molto alto e contrassegnato da una buona conoscenza storica delle nostre pellicole.
Tornatore, insieme a Marco Müller, direttore del Festival di Venezia, i protagonisti di Baaria (Margareth Madè e Francesco Scianna) e il critico e direttore della Cineteca nazionale Enrico Magrelli, hanno risposto alle domande sul cinema italiano e in particolare sull’attenzione di Tornatore nei confronti della Sicilia, sua terra natale.
“Con Baaria, ha detto il regista, credo di avere chiuso una sorta di quadrilogia formata da Nuovo Cinema Paradiso, L’uomo delle stelle e Malena. Il mio rapporto con la mia terra di orgine, ha aggiunto, può essere definita come un complesso, anzi come una vera e propria ossessione”.
Alcuni riferimenti anche al carattere autobiografico dei suoi film: "sono molto più autobiografiche le parti di fantasie, ha detto il regista, di spezzoni di film che rievocano fatti realmente vissuti, di cui io sono stato indiretto testimone". Molti i consigli per i giovani dell’accademia del cinema pechinese, circa la scrittura di una sceneggiatura e l’uso delle musiche, fino ad una valutazione a cuor leggero della giuria veneziana. “Non credo esistano condizionamenti politici nelle scelte di una giuria. Se così fosse, e non ci credo, sarebbe molto triste”.
Per domani prevista la visita a Tianjin, antica concessione italiana in Cina, dove il regista di Bagheria inaugurerà un cineclub chiamato “Nuovo Cinema Paradiso”.