Una proposta per le demolizioni

In by Simone

Occorre rivedere la legge nazionale sulla demolizione delle abitazioni. La proposta arriva da cinque giuristi dell’Università di Pechino – Shen Kui, Jiang Ming’an, Wang Xixin, Qian Mingxing e Chen Duanhong – allarmati dai recenti casi di cronaca che hanno visto coinvolti cittadini vittime delle demolizioni. L’ultimo in ordine di tempo, il 29 novembre, il terribile gesto di Tang Fuzhen, la quarantasettenne originaria di Chengdu, capoluogo dello Sichuan, che per protestare contro gli abbattimenti e portare il proprio caso all’attenzione dell’opinione pubblica ha deciso da darsi fuoco.

Solo due giorni prima a Guiyang, nel Guizhou, decine di persone armate di bastoni e spranghe hanno attaccato negozi e case di comuni cittadini che si opponevano all’abbattimento delle propre case e alla ricollocazione. Che le demolizioni forzate siano un argomento «incendiario», come le definisce il China Daily, è un fatto ormai noto, proprio per questo i cinque giuristi, prese carta e penna, hanno scritto una lettera aperta indirizzata ai membri dell’Assemblea nazionale del popolo (Anp), il Parlamento cinese, con la quale chiedono una revisione della legge nazionale sulle demolizioni. Una legge che, sottolineano i cinque, è in conflitto con la Costituzione cinese e con la legge sulla proprietà.

Tra i punti controversi dell’attuale regolamento, entrato in vigore nel 2001, spicca la norma che affida ai costruttori l’obbligo di risarcire i proprietari e pagare per la ricollocazione dei cittadini espropriati. Accordi che spesso degenerano in violenti scontri tra le due parti, come a Guiyang. E a rendere ancora più difficile il buon esito dei negoziati, si aggiunge la possibilità per i costruttori di poter iniziare le demolizioni prima di aver raggiunto un accordo con i proprietari.«Credo che se il risarcimento fosse a carico dei governi locali – spiega il professor Wang Xinxin in un’intervista al quotidiano Global Times – il numero degli scontri durante le demolizioni subirebbe un forte calo». Terza pecca della legge quella di permettere l’abbattimento delle abitazioni prima che il terreno sia legalmente acquistato dal costruttore.

La parola passa ora al Consiglio di Stato che, a quanto riferito dalla Commissione affari legislativi dell’Anp, starebbe lavorando all’emendamento delle legge. «Le demolizioni forzate non sono il male – conclude il professor Wang – il male sono i regolamenti che contraddicono la legge e ledono l’uguaglianza della proprietà».