L’India, la Cina e la tigre del Bengala

In by Simone

Il ministro dell’ambiente indiano, Jairam Ramesh, sta compiendo una visita di 4 giorni a Pechino con un agenda ricca di tematiche ecologiche. Oltre a cercare un intesa per cooperare sui cambiamenti climatici, la questione che domina l’agenda del ministro e’ il bracconaggio della tigre indiana. Il bracconaggio – legato al traffico internazionale attraverso il Nepal e Myanmar – negli ultimi anni sta seriamente decimando la popolazione della tigre reale bengalese, uno degli animali considerati patrimonio nazionale in India. 

Ufficialmente, il commercio di parti di tigre o leopardo e’ illegale in Cina. Ma il mercato nero prospera a causa della enorme richiesta da parte cinese di queste cose utilizzate nella preparazione di prodotti per il potenziamento delle prestazioni sessuali. Questa richiesta alimenta il contrabbando di costose parti di questo felino – pelle, unghie, denti, peni e baffi – dall’ India verso la Cina attraverso i paesi confinanti. 

Ramesh ha avanzato una richiesta particolare alle autorita’ cinesi per un attiva collaborazione con il Nepal con l’obiettivo di mettere un freno a questo traffico lungo il confine indiano. Particolare preoccupazione e’ stata espresso per la possibilita’ che il governo di Pechino possa togliere il bando al commercio di parti di tigre imposto nel 1993. Questa decisione potrebbe avere effetti devastanti per la gia’ grave situazione della tigre bengalese in India. 

In un intervista all’Hindustan Times, il ministro ha dichiarato: “Abbiamo il compito di intensificare gli sforzi con la Cina per un giro di vite contro il commercio transnazionale della tigre. Il bracconaggio in India e’ direttamente legato al traffico con la Cina e noi chiediamo al governo di Pechino di collaborare al 100% per eradicare questo commercio considerando anche che il 2010 in Cina e’ l’anno della Tigre”. 

Il bracconaggio della tigre e il contrabbando delle pelli e’ il secondo crimine piu’ comune lungo il confine sino-indiano dopo il traffico di stupefacenti. Secondo il Wildlife Protection Society of India (WPSI), nel subcontinente rimangono all’incirca 1,300 tigri bengalesi, rispetto alle 15,000 che c’erano solo dieci anni fa. La costituzioni di 37 riserve per le tigre, sparse in 19 stati indiani, ha fallito l’obiettivo di creare un luogo inaccessibile per i bracconieri. Sempre secondo i dati forniti dal WPSI, l’India nel 2009 ha gia’ perso 66 tigri, di cui 23 uccise dai loro fucili.