Le memorie di Chai Ling: proteste studentesche e religione

In by Simone

Chai Ling, carismatico leader del movimento di piazza Tian’anmen poi fuggita in America, racconta la sua vita in un’autobiografia. Più che le proteste studentesche è stata la religione a cambiarla. E l’associazione femminista e antiabortista All Girls Allowed. Il South China Morning Post le ha dedicato un articolo.
Chai Ling nel 1989 era a Pechino, in piazza Tian’anmen. Era una delle leader del movimento studentesco tra le più attive e intervistate. Divenne celebre per i discorsi al megafono, in cui incoraggiava gli studenti a continuare lo sciopero della fame e la lotta. 

Dopo il massacro in Tien’anmen, per Chai Ling cominciò una lunga odissea. Nascosta, protetta da molti cittadini e inseguita e denunciata via radio e televisione dal governo cinese, Chai Ling riuscì ad arrivare negli Stati Uniti dove cominciò una nuova vita. Iniziò con un’agenzia di software per arrivare a costituire negli anni un’organizzazione finalizzata alla protezione delle donne e contro la legge sul figlio unico in Cina, All Girls Allowed. Oggi ha deciso di raccontare la sua vita in un libro, appena uscito in America e già proibito in Cina, A Heart for Freedom.

Chai Ling oggi ha 45 anni e vive a Boston con il marito americano e tre figlie. Durante le proteste del 1989 divenne famosa, lei e il suo megafono, anche grazie a una frase ripresa da ogni quotidiano dell’epoca: “noi ragazzi  siamo pronti a morire per il paese”.

Chai Ling però non divenne nota solo per quella frase scandita di fronte a migliaia di studenti. Su di lei pesa l’accusa di aver usato il proprio carisma per mandare al macello migliaia di persone. In un’intervista dell’epoca aveva infatti dichiarato: “speriamo in uno spargimento di sangue. Dimostrerebbe le reali intenzioni di questo governo”.
 
A posteriori tentò di bloccare, inutilmente, la pubblicazione di quelle sue parole nel documentario The Gate of Heavenly Peace, ovvero Tian’anmen. Parlando con lei e con molti altri ex leader, il giornalista americano Ian Buruma, in Bad Elements, concludeva: "sembra che i leader studenteschi fossero americani ancora prima di conoscere l’America".

In A Heart Of Freedom, Chai Ling ha deciso di soffermarsi più sulle fasi successive a quella protesta in Cina, concentrandosi sulle attività svolte negli Stati Uniti. In particolare Chai Ling descrive la propria conversione al cattolicesimo, avvenuta nel 2009.

Nel suo libro, Chai Ling descrive  per la prima volta anche la sua esperienza di donna che si è trovata ad abortire più volte. Per questo ha organizzato il gruppo All Girls Allowed che combatte gli aborti forzati e la politica del figlio unico. Descrivendo il suo primo aborto quando era ancora una giovane studentessa universitaria, Chai Ling ha raccontato che suo padre la mandò in un ospedale dove nessuno l’avrebbe riconosciuta. Ancora oggi Chai Ling ha detto di ricordare “il dolore e la vergogna che ho inghiottito a malincuore”.

In questo suo libro propone una parallelo tra la sua storia di donna costretta all’aborto e le proteste degli studenti ma conclude con un briciolo di speranza: “oggi abbiamo la speranza e la fiducia che questo circolo vizioso di morti di massa e di violenza possa finire”. [SPi, CAg] [Foto credits: 64memo.com]