L’alta velocità cinese che avvolge il globo

In by Gabriele Battaglia

Le ferrovie sono diventate un punto ricorrente degli accordi bilaterali. Il premier Li Keqiang è soprannominato "il venditore di ferrovie", e il presidente non è da meno. La Cina ha firmato per costruire l’alta velocità in Turchia, India, Srilanka, Germania e Gran Bretagna. Il sogno è quello di una rete mondiale ad alta velocità al cui centro, ovviamente, sarà la Repubblica popolare. Serviranno incredibili sforzi diplomatici, tecnologici ed economici. Ma secondo diversi analisti ci riuscirà.
L’anno scorso il premier britannico David Cameron si era recato in visita ufficiale a Pechino. Aveva ricevuto in dono il modellino di un treno cinese ad alta velocità. A giugno Cina e Gran Bretagna hanno firmato un accordo per “promuovere una cooperazione sostanziale sulle ferrovie, incluse quelle ad alta velocità”. E ancora.

A ottobre, durante una visita ufficiale in Thailandia, il premier cinese ha inaugurato una mostra sull’alta velocità a Bangkok. Poi ha firmato un  memorandum d’intesa sulle ferrovie thailandesi. La stessa strategia usata a novembre dello scorso anno in Romania quando, nel bel mezzo di un forum economico con i paesi dell’Europa dell’Est, Li Keqiang ha accompagnato 16 capi di stato a visitare una mostra sul rapido sviluppo della tecnologia ferroviaria in Cina.

Il risultato è stato una collaborazione tra Cina, Serbia e Ungheria per la costruzione del tratto ferroviario Belgrado-Budapest. E le basi per un nuovo progetto di cooperazione su treni e ferrovie della Romania. Il premier cinese non si è lasciato sfuggire nemmeno il cosiddetto Davos africano che si è tenuto a maggio in Nigeria. In quell’occasione, oltre all’alta velocità nel paese ospite, la Cina ha promesso di congiungere il porto di Mombasa in Kenya con le capitali di Uganda, Ruanda, Burundi e Sud Sudan specificando che questo non avrebbe comportato “alcun condizionamento politico”.


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Il tratto di 770 km tra Mosca e Kazan ridurrà il tempo di percorrenza tra le due città da 11,5 ore a 3,5. Un accordo da 25 miliardi di dollari. I lavori dovrebbero iniziare entro la fine dell’anno.

Più ambizioso il progetto da 6mila km che dovrebbe collegare Cina e Europa attraverso Iran, Turchia e Bulgaria. Il costo stimato è di 150 miliardi. Secondo i media cinesi potrebbe essere finito nel 2030.

Ultimato il tratto Istanbul-Ankara in Turchia e si è firmato il contratto per 400 km in Iran tra Teheran e Mashhad, al confine con l’Afghanistan. Sulla carta anche il tratto Belgrado-Budapest (350 km, 10 miliardi di dollari).

Nel Sud Est il tratto Kunming-Vientiane (Cina-Laos, 700 km, 6,2 miliardi di dollari) è l’anello mancante per collegare la Cina a Singapore passando per Thailandia e Malesia.

In Africa si inizia con il tratto Mombasa-Nairobi in Kenya (440 km, 13,8 miliardi di dollari) che dovrebbe essere ultimato entro il 2017.  L’idea è quella di collegare anche l’Uganda, la Repubblica democratica del Congo, il Ruanda, il Burundi e il Sud Sudan. A quel punto il collegamento con la già esistente tratta in Angola Lobito-Luau metterebbe in comunicazione i due oceani.

[Articolo scritto per Pagina99we; photo credits: guardian.com]