La sete del Dragone

In Cina, Economia, Politica e Società by Redazione

Il vino è una delle cose più civilizzate al mondo … esso offre una varietà di godimento e apprezzamento maggiore, se possibile, di qualsiasi altra cosa puramente sensoriale – Ernest Hemingway

Il vino. I Greci onoravano questa bevanda sacra dedicandole una divinità, la fede cristiana lo onora come parte del sacro rito dell’Eucaristia e, oggi, la storia e la qualità delle annate di vendemmia hanno creato un fiorente commercio in giro per il mondo. L’Europa combina una ricca storia della viticoltura e della vinificazione con le più moderne innovazioni tecnologiche. In anni recenti, la passione europea per il vino ha contagiato l’Asia Orientale: così il consumo cinese è esploso, superando quello francese e facendo della Cina il maggior consumatore mondiale di vino rosso. Tuttavia, rimane ancora molto spazio di crescita sul mercato cinese, in quanto i consumi individuali sono ancora bassi: nel 2013 la Francia consumava 51,9 litri pro capite a fronte di soli 1,5 litri in Cina.

La vecchia guardia delle cantine europee è in buona posizione per capitalizzare questo potenziale di crescita. Centinaia di anni sono stati necessari per perfezionare l’arte enologica e i vini del “vecchio mondo” europeo sono ricercati in tutto il pianeta. Come risultato, i consumatori cinesi guardano preferenzialmente all’Europa per soddisfare la loro sete con vini stranieri: il Regno di Mezzo importa dall’Europa il 65% del vino straniero. I preferiti sono i vini rossi francesi, che rappresentano da soli il 48% delle importazioni, ma anche i vini di Germania, Italia e Spagna godono di crescente popolarità fra i consumatori cinesi .

Comunque, malgrado i vantaggi del vino europeo, i cinesi dimostrano ancora una preferenza per i vini nazionali e più dell’80% del vino consumato in Cina è di produzione locale. Secondo il critico indipendente ed esperto enologo Jancis Robinson, la qualità non spiega questa disparità nei consumi. Robinson, che gode di alta considerazione per la sua critica indipendente e il sostegno offerto alla nuove iniziative e alle cantine indipendenti, ha visitato regolarmente la Cina nell’ultimo decennio per controllare la qualità delle diverse annate di vini cinesi. Jancis, unico esperto qualificato a commentare lo sviluppo dei vini cinesi, sostiene che, benché la vinificazione sia assai migliorata in tempi recenti, tuttavia la qualità dei vigneti di molti produttori è ancora arretrata rispetto a quella dei vigneti europei.

Naturalmente c’è qualcosa da dire circa l’effetto del prezzo sui consumi. Sebbene, storicamente i vini europei siano stati più costosi di quelli dei loro concorrenti cinesi a causa delle tasse d’importazione e dei costi di trasporto, i prezzi si stanno ora allineando. Rimossa questa barriera, la semplice verità è che le marche di vino europee stanno soffrendo danni irreparabili alla reputazione dei loro prodotti presso i consumatori cinesi, a causa dei dilaganti atti di contraffazione.

In vino veritas?

Silenziosamente, negli ultimi decenni, il mercato del vino cinese è stato inondato dai falsi. L’investigatore avvocato Nick Bartman, con 25 anni di esperienza nella lotta alla contraffazione, ha trascorso gli ultimi 6 anni cercando le tracce delle contraffazioni del vino. Le sue indagini hanno svelato uno stupefacente volume di vino contraffatto, che va dalle imitazioni a buon mercato con rivendicazioni assurde (come quella del Bordeaux francese prodotto da un chateau del Lussemburgo!) a falsi ben più sofisticati, difficili da rilevare anche da parte dei produttori del vino originale. Bartman e altri esperti del settore stimano che presumibilmente 1 bottiglia su 3 di vino “straniero” sia un falso . Inevitabilmente, anche i migliori falsi presentano standard di qualità inferiori a quelli attesi per un vino europeo, danneggiando così la reputazione dei produttori europei tra i consumatori cinesi.  A causa di una storica scarsa comprensione del diritto cinese sulla proprietà intellettuale (IP) e della conseguente mancanza di azioni di contrasto nei riguardi di questo tsunami di etichettature illecite, l’industria enologica si trova di fronte allo scoraggiante compito di affrontare una rete consolidata e sofisticata di contraffattori oppure di rischiare di perdere terreno in un mercato in rapido sviluppo.

Un quadro d’azione

Malgrado il brutto quadro della contraffazione nel mercato cinese del vino, non mancano ai produttori europei le strade per i ricorsi. Negli ultimi decenni i legislatori cinesi hanno costruito un quadro legale esauriente per la protezione IPR e la relativa attuazione. Malgrado l’opinione negativa diffusa dai media occidentali sulla protezione IP in Cina, i meccanismi di registrazione, protezione e applicazione dell’IP sono più accessibili di quanto non si creda per i produttori europei di vino. Per di più, le stesse autorità cinesi sono favorevoli a reprimere più severamente la contraffazione del vino, sia per motivi di IP sia per le preoccupazioni sanitarie. Gran parte dei liquidi nelle bottiglie contraffatte è di qualità inferiore a ogni standard oppure si tratta di “Frankenwein”, ovvero di vino prodotto interamente per via chimica e con metodi di laboratorio, senza aver mai visto un grappolo d’uva, per non parlare di vigneti francesi . Malgrado l’alleanza di fatto con il governo e le cantine cinesi , l’industria enologica europea deve fare gruppo e agire prontamente su questi temi. Tutte le nostre fonti di informazione sul commercio enologico europeo sono preoccupate per la pirateria cinese nel settore vinicolo. Ma ora, con i falsi cinesi che addirittura penetrano in Europa, è interesse cruciale che i produttori agiscano per fermare il flusso. Il quadro IP stabilito in Cina e la protezione e applicazione dei diritti non sono soltanto disponibili ma anche più accessibili di un tempo. Ciò che rimane da fare, da parte dei produttori europei, è dare battaglia ai contraffattori e operare in accordo con le autorità locali per imporre i loro diritti sul suolo cinese.

Di China IPR SME Helpdesk*

**China IPR SME Helpdesk è un servizio di assistenza alle Piccole e Medie Imprese (PMI) dagli Stati Membri dell’Unione Europea (UE) nella protezione dei propri Diritti di Proprietà Intellettuale (IPR) in Cina, Hong Kong, Macao e Taiwan, attraverso l’erogazione di informazioni e servizi gratuiti. L’Helpdesk fornisce un supporto chiaro e confidenziale sulla proprietà intellettuale e le relative problematiche, oltre ad offrire training, webinar, materiali online e altre risorse multimediali. Singole imprese e agenzie intermediarie possono inviare le proprie domande via email (question@china-iprhelpdesk.eu) ai nostri esperti legali, che forniranno un primo supporto in maniera gratuita e confidenziale entro 3 giorni lavorativi.