La morte di Li Li, schiacciata da una scavatrice

In by Simone

Il 3 gennaio a Zhumadian, un villaggio nella provincia dello Henan, Li Li, un’altra contadina che stava protestando contro le costruzioni coatte in corso nella zona, è stata schiacciata da una scavatrice, nell’indifferenza generale di operai e personale in uniforme. Trasportata dopo pochi minuti in ospedale, a soli 38 anni è morta. Lascia una bambina.

Si tratta del secondo caso in poco più di dieci giorni: lo scorso 25 dicembre infatti, un simile destino era toccato a Qian Yunhui, capovillaggio di Zhaiqiao, villaggio dello Zhejiang. Le tragiche foto del suo cranio schiacciato sotto la ruota di un camion avevano fatto presto il giro della rete, riportate da numerosi blog cinesi e dal sito web Chinasmack, subito ripreso dai principali media internazionali.

Il caso di Qian aveva fatto esplodere l’ira dei netizen, sempre più presenti e sensibili a fatti di ordine pubblico e abuso di potere da parte delle autorità, tanto che la questura di Zhaiqiao è stata costretta ad una conferenza stampa, trasmessa online in streaming, per cercare di placare gli animi. La versione ufficiale, senza sorpresa, annunciava l’inizio di indagini per omicidio colposo dovuto ad un non meglio specificato incidente stradale, glissando sulla questione dei lavori coatti e sul passato di petizionista di Qian, già inviso alle forze dell’ordine locali per l’insistenza a battersi per vie legali contro gli espropri nel suo villaggio.

Stavolta la situazione potrebbe essere addirittura peggiore: una tv locale dello Henan ha infatti trasmesso un servizio nell’edizione serale del tg pochi giorni fa – servizio ancora visionabile su Youku schierandosi di fatto dalla parte degli abitanti.

Il servizio mostra il corpo di Li Li schiacciato dal camion, i soldati impassibili a pochi metri dalla vittima. Alcuni addirittura, in un frangente, sembrano parlottare e ridacchiare tra di loro. Secondo la stazione televisiva, alcuni abitanti di Zhumadian avrebbero dichiarato di aver sentito il responsabile locale dei lavori, tale signor Zhang, dire: “Ne investo uno e me ne prendo la responsabilità, ne investo due e me ne prendo la responsabilità, ne investo otto o dieci e me ne prendo la responsabilità…voglio vedere chi si azzarderà di nuovo ad intralciare i lavori”.

Per ora, la notizia rimane nel sottobosco dell’informazione parallela della rete cinese, nella solita lotta al centimetro per conquistarsi spazi di libertà sul web, prima che la censura faccia il suo corso. Non è da escludere che, come per la vicenda del signor Qian, anche la storia di Li Li verrà trattata dai giornali nazionali cinesi, che oramai molto spesso si vedono costretti ad inseguire le notizie dettate dai trend dei forum online.