La legge di stabilità indiana si ricorda dell’India rurale

In by Simone

Ieri mattina il ministro delle finanze Arun Jaitley (nella foto) ha presentato la legge di stabilità per il prossimo anno fiscale. Nei molti provvedimenti sono stati messi al centro i contadini e il settore agricolo, assieme alle categorie svantaggiate – poveri, caste basse -, lasciando finalmente da parte la grandeur dell’India sbarluccicante e «risolta» che piace molto al Bjp. Leggendo tra i numeri, esce il quadro di un’India con tanto lavoro da fare e un ministro delle finanze finalmente realista, coerente nella divisione della spesa col progetto di rilancio del paese che non potrà fare a meno degli investimenti dall’estero. Sui quali dipenderà la sopravvivenza politica di Modi.La legge ha ricevuto immediatamente il plauso del primo ministro Modi, che complimentandosi con Jaitley ha descritto i provvedimenti come «pro poveri, pro contadini, pro villaggi»: tre temi forti delle passate amministrazioni dell’Indian National Congress (Inc) che giustamente il governo in carica ha deciso di non trascurare, riconoscendo che le sfide più ardue per il paese – parole dello stesso Jaitley – arrivano dalle campagne.

Sviluppare l’«altra» India
La spesa complessiva destinata all’agricoltura ammonterà a 4,8 miliardi di euro, compresi fondi per l’irrigazione e la conversione di 500mila acri di terra a colture «biologiche». Per potenziare le infrastrutture rurali ci saranno anche fondi stanziati per la realizzazione di strade (13 miliardi di euro, totali, non solo per le campagne) e, soprattutto, un piano ambizioso di portare l’elettricità in ogni villaggio del subcontinente entro il 2019 (impresa fantascientifica più volte tentata dai governi precedenti e mai riuscita).

Aiuti più diretti ai nuclei familiari rurali arriveranno attraverso un progamma ad hoc di distribuzione di bombole del gas alle persone che vivono al di sotto la linea di povertà, attraverso sussidi governativi, grazie al successo della campagna precedente che chiedeva a chi non ne avesse bisogno di rinunciare alle sovvenzioni governative per l’acqquisto delle bombole: alla campagna, secondo i dati di Jaitley, hanno aderito 7,5 milioni di persone.

Infine, con la nuova legge di stabilità aumenteranno i fondi per il programma MNREGA, che garantisce cento giorni di lavoro salariato all’anno per le famiglie rurali. Il governo Modi stanzierà per il programma la cifra record di 5,1 miliardi di euro. Nota d’interesse: il MNREGA, istituito e sostenuto dall’Inc nel 2005, in passato era stato descritto da Modi come il «monumento vivente del fallimento del governo del Congress». Evidentemente ha cambiato idea.

Rimane il problema dei posti di lavoro
La questione della creazione di posti di lavoro rimane parzialmente inevasa, nonostante l’annuncio di sgravi fiscali al 100 per cento per tre anni di cui potranno usrufruire le nuove start-up create sul territorio indiano. L’impiego su larga scala creato potenzialmente da nuove micro-aziende rimane una variabile infinitesimale rispetto al problema gigantesco dell’occupazione in India (che, tra l’altro, infiamma le proteste del Gujarat e dell’Haryana).

Sul lungo termine, in linea coi piani di sviluppo delle skill della sterminata forza lavoro indiana, nella legge di stabilità figura anche la creazione di 1500 «multi-skill development centre» sparsi in tutto il paese, con l’obiettivo di formare dieci milioni di giovani entro il 2019.

Molti provvedimenti hanno una data di scadenza a tre anni, cioè scommettono sul buon esito dei primi investimenti e sulla risposta del mercato (eufemisticamente tiepida, ieri, con la borsa indiana crollata di 100 punti). Ciò ha aperto il fianco alle critiche dell’opposizione, con l’Inc che denuncia il «nulla di fatto» per aiutare subito i contadini e il settore agricolo, in presenza invece di una manovra piuttosto «vaga».

L’impressione è che il governo sappia bene quali sono i limiti reali del tessuto socio-economico indiano (indietrissimo a livello infrastrutturale, molto indietro sulla specializzazione dei lavoratori) e speri che i rattoppi fatti con i soldi che ci sono – non troppi, ma c’è da considerare il buon risultato nel contenere l’inflazione, tenuta al 5,4 per cento – facciano guadagnare del tempo in attesa che il flusso di investimenti stranieri si faccia più costante e aiuti a creare un mercato occupazionale in grado di assorbire la sempre crescente manodopera indiana.

Una bella scommessa.

[Scritto per Eastonline]