La Cina continentale nega di avere imposto misure restrittive nei confronti della città meridionale di Kaohsiung, seconda città per grandezza di Taiwan, in rappresaglia per la proiezione di un film documentario sull’attivista uighura Rebiya Kadeer e per avere ospitato nel mese di settembre il Dalai Lama.
“Non è vero. Abbiamo sempre incoraggiato i turisti a visitare l’isola e compiuto sforzi per creare un ambiente sano e corretto per il business locale” ha specificato Fan Liqing, portavoce dell’Ufficio per gli affari di Taiwan all’interno del Consiglio di Stato, in una conferenza stampa a Pechino, svoltasi ieri.
L’obiettivo di Fan Liqing era rispondere a insistenti domande, poste da una televisione con sede a Taiwan, dopo l’allarme lanciato dalle autorità turistiche di Kaoshiung, che avevano paventato un calo consistente dei visitatori provenienti dalla Cina. “Ognuno decide dove trascorrere le proprie vacanze, ha ribadito Fan, ci sono molti fattori che influenzano le scelte dei viaggiatori e le agenzie di viaggio organizzano le crociere sulla base delle richieste dei propri clienti”. Come a dire, non è il governo a boicottare, semmai sono gli stessi turisti cinesi a non avere gradito lo spazio dato alla Kadeer, considerata la mente dei disordini dello scorso luglio in Xinjiang e al Dalai Lama, non certo apprezzato dai cinesi.
Fan inoltre ha ribadito che la Cina è pronta a intavolare con Taiwan un accordo di cooperazione economica, da svilupparsi fin dall’inizio del 2010. Wang Yi, capo del Consiglio di Stato dell’Ufficio per gli affari taiwanesi, ha sollevato la stessa proposta durante un simposio di due giorni a Chengdu, capitale della provincia sud-occidentale del Sichuan. I colloqui, potrebbero iniziare già a fine dicembre.