Kai Fu Lee “the legend”: tra Steve Jobs e Wikileaks

In by Simone

Kai Fu Lee è una delle stelle dell’internet cinese. Ha lavorato per Apple, Microsoft e Google, diventando un guru del settore, il suo account su Weibo è seguito da milioni di persone. Licenziatosi da Google ha creato una sua società, Innovation Works, con cui ha raccolto molti soldi per finanziare progetti internet cinesi. Tra una telefonata di Steve Jobs e rischiose chiacchierate con l’ambasciata Usa. Un giorno Kai Fu Lee torna a casa, la moglie lo accoglie e gli dice che ha chiamato qualcuno. Un certo "Steve", dalla Apple. Un anno prima Kai Fu Lee era andato via dal gruppo Apple Computer, dove aveva lavorato dal 1990 al 1996. "Steve?", chiede, pensando a quanti con quel nome conosceva nell’azienda americana. "Steve Jobs", gli replica la moglie. Fu sul punto di non crederle, ma finì per chiamare.

E dall’altra parte c’era proprio Steve Jobs. "Mi chiese di tornare ad Apple, sapendo che di lì a poco sarei andato a Microsoft", racconterà in seguito. Kai Fu Lee, rifiuta, ha scelto Microsoft. Alcuni potranno pensare a quello che si è perso. Ma di sicuro dall’incarico in Microsoft la sua fama è diventata sempre più in grande in Cina, fino a farne un contemporaneo guru. Kai Fu Lee è la stella dell’internet cinese.

Nato nel 1961 a Taipei, da padre sichuanese, compagno di Barack Obama alla Columbia University, laureato in computer science, è stato il boss di Google in Cina dal 2005 al 2009. Prima era in Microsoft e quando decise di saltare alla big G, dalle parti di Redmond non la presero per niente bene, tanto che ci fu un’annosa disputa legale. La leggenda narra che nel maggio 2005 Steve Ballmer, amministratore delegato di Microsoft, alla notizia dell’assunzione da parte di Google di Kai Fu Lee (che aveva realizzato il motore MSN Search per gli allora solo cento milioni di utenti cinesi, oggi oltre 480) abbia sbottato, urlando: "Eric Schmidt è un fottuto e lo seppellirò, come ho già fatto”.

Kai Fu Lee però non si è fermato a Google. Quando lasciò il motore di ricerca Usa, nel 2009, non pochi osservatori provarono a intuirne le cause. Sarà un caso, ma pochi mesi dopo sarebbe iniziata la vicenda che vide opporre la Cina a Google. L’azienda yankee, arrancante sul mercato cinese, diede di matto denunciando (ma senza mai svelare in che modo veniva attuata) la censura cinese. Risultato: Google ad Hong Kong (e proprio oggi 8 settembre è arrivata la notizia del rinnovo della licenza ad operare sul mercato cinese) e Cina che salva la faccia.

Su Google e Kai Fu Lee qualche novità arriva da Wikileaks. Tra i cable più interessanti su Wikileaks, ci sono quelli su Google. Se infatti la vicenda che vide opposte la Cina e Google, scoppia nel gennaio 2010, pubblicamente, già nel 2009 c’erano stati ampi segnali di controversie. In un cable pubblicato in precedenza da Wikileaks, con le fonti omesse, si leggeva di “disturbi” alle attività di Google da parte del governo cinese, già in tutto il 2009.

A testimoniare come il grande scontro, che ha finito per portare Google ad Hong Kong, fosse una sorta di battaglia finale, dopo almeno un anno di stuzzicamenti. Non si sapeva, prima di qualche giorno fa, chi fossero i personaggi responsabili delle spiegazioni circa questi incidenti. Con i nuovi rilasci di Wikileaks, scopriamo che ad informare circa la querelle tra Google e la Cina nel 2009 il personale dell’ambasciata Usa a Pechino, era niente meno che l’allora CEO di Google China, Kai Fu Lee.

Il cable è del luglio 2009, qualche mese dopo, a settembre, Kai Fu Lee mollerà definitivamente Google (qui trovate il cable con le omissioni, a questo indirizzo invece il cable completo).

Nei giorni scorsi Kai Fu Lee ha annunciato che la sua azienda, creata dopo il divorzio da Google, la Innovation Works, avrebbe trovato 180 milioni di dollari da riversare in aziende internet. Un segnale molto forte, perché mirato a un settore che secondo molti sta vivendo una bolla destinata a terminare.

[Parti di questo articolo sono state pubblicate su Wired.it]