India – Swissleaks, i nomi dei (potenziali) evasori

In by Gabriele Battaglia

Diversi giornali e magazine nel mondo stamattina hanno pubblicato una parte dell’inchiesta Swiss leaks, un elenco di migliaia di correntisti internazionali che hanno un conto in banca nel paradiso fiscale svizzero prezzo filiali di HSBC. Di questi, quasi 1200 sono indiani, e ci sono anche nomi di peso di India Inc. L’inchiesta è stata pubblicata in esclusiva indiana da The Indian Express, la testata del subcontinente che ha collaborato da mesi con l’International Consortium of Investigative Journalists (Icij) e col quotidiano francese Le Monde, che per primo ha avuto accesso ad un elenco di nomi divulgato da Hervé Falciani, il whistleblower francese che ha scoperchiato il caso Hsbc.

Secondo The Indian Express, i caveau delle filiali di HSBC in Svizzera contengono denaro riconducibile a 1195 indiani – in varie sfumature di indianità a livello fiscale, da cittadini indiani a Non Resident Indians (Nri), fino a Person of Indian Origins (Pio) – tra cui spiccano alcuni nomi molto noti. Due su tutti: Anil e Mukesh Ambani, fratelli che controllano l’impero della multinazionale Reliance e tra gli uomini più ricchi del paese.

La questione dei miliardari evasori fiscali qui in India è parecchio seguita, in particolare per le possibili implicazioni politiche che potrebbe avere rendere pubblici i nomi di chi, secondo le autorità, avrebbe eluso il fisco locale. Le stime, aggiornate a questa mattina, parlano di almeno 4,1 miliardi di dollari "indiani" depositati in Svizzera e, quindi, potenzialmente esentasse.

Il "potenzialmente" è d’obbligo. Non è detto infatti che tutti i nomi presenti nella lista non abbiano provveduto a dichiarare quei fondi alle autorità indiane, che nel frattempo sono riuscite a far pagare le tasse corrispettive per 3,150 crore di rupie (pari a poco più di 510 milioni di dollari).

Nella giornata di oggi il ministro delle Finanze indiano Arun Jaitley – Bjp, uno degli uomini di cui il premier Narendra Modi si fida di più – si è affrettato a spiegare che verranno presi provvedimenti solo quando ci saranno prove significative di evasione fiscale ai danni di qualunque indiano si trovi nella lista Falciani. Le autorità locali allargheranno quindi le indagini, che al momento interessano 60 persone individuate in una prima tranche di nomi già divulgati qualche mese fa.

È chiaro che la notizia diventa una Notizia quando comprende nomi di peso come i fratelli Ambani. Secondo le stime, Mukesh e Anil avrebbero depositato nelle banche svizzere una cifra pari a 26 ,6 milioni di dollari a testa (dati risalenti al 2007). Entrambi, contattati da The Indian Express prima della pubblicazione dell’inchiesta, hanno detto che i conti sono legittimi e che nessuno della famiglia Ambani, né altri manager di Reliance, hanno alcun conto illegale in nessuna parte del mondo.

Tre anni fa il movimento anticorruzione India Against Corruption (Iac) – guidato da Anna Hazare e dal quale è fuoriuscito Arvind Kejriwal, fondando Aam Aadmi Party – avevano denunciato in una conferenza stampa la presenza di fondi illegali in Svizzera di proprietà della famiglia Ambani. Gli Ambani si erano difesi, minacciando querele.

Insomma, da queste parti se ne fa un gran parlare, anche se – mettendo le cose in prospettiva – i presunti fondi indiani in Hsbc sono una frazioncina rispetto al totale, stimato oltre i 100 miliardi di dollari. Qui Quartz ordina tutto in tre tabelle molto chiare: l’Italia, ad esempio, ha quasi il quintuplo di conti sospetti rispetto a quelli indiani.

Qui, invece, Icij pubblica un’infografica che spiega quali siano le tecniche utilizzate da Hsbc per garantire riservatezza ai propri clienti (per chi l’ha visto, un po’ come Le conseguenze dell’amore, e se non l’avete visto, vedetelo).

La storia qui in India monterà, anche perché mette una discreta pressione al governo di Narendra Modi, che aveva promesso di impegnarsi a far rientrare in India i black money ma che in oltre otto mesi di governo ha fatto pochino in questo senso. Il timore è che possano saltare fuori nomi molto vicini ai partiti politici (e per ora non ce n’è ancora), facendo crollare l’immagine – già di per sé deboluccia – del Bjp come partito integerrimo schierato contro i criminali fiscali. 

[Anche su East Rivista di Geopolitica; foto credit: livemint.com]